01-02-2019

Dow Planetarium, un recupero architettonico e funzionale

Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes,

Stéphane Brügger,

Montréal, Canada,

Centro Ricerche, Università,

Recupero,

Lo studio di architettura canadese, Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes ha riqualificato l’iconico Planetario Dow a Griffintown, Montréal, quale sede di ÉTS Centech, un incubatore di aziende tecnologiche in Canada.



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Dow Planetarium, un recupero architettonico e funzionale Lo studio di architettura canadese, Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes ha riqualificato l’iconico Planetario Dow a Griffintown, Montréal, quale sede di ÉTS Centech, un incubatore di aziende tecnologiche in Canada.


Chiuso dal 2011, dopo 45 anni di attività e trasferito all'École de technologie supérieure (ÉTS) dal Comune di Montreal, il progetto di riconversione a opera di Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes mira a recuperare l’iconico edificio del Dow Planetarium, situato a Griffintown nel cuore del Quartier de l'Innovation. Ora accoglie Centech, un'organizzazione senza scopo di lucro fondata da ÉTS, la quale mira a sostenere le aziende tecnologiche, promuovendo il loro sviluppo economico e il trasferimento tecnologico.
Il Dow Planetarium è stato disegnato dallo studio David-Barott-Boulva in occasione di Expo 67 ed era alla ricerca di una nuova vocazione, in seguito alla realizzazione del nuovo Rio Tinto Alcan Planetarium nel 2013. L’idea dei committenti era di creare sinergie tra l’università, le imprese, i cittadini e la comunità ÉTS, utilizzando la riconversione di questo luogo in spazi per favorire l'incontro, la collaborazione e la riflessione, legata a strumenti e tecnologie avanzate, ma anche spazi di diversità sociale che f ungano da piattaforme di scambio per la condivisione del sapere.
La principale sfida architettonica affrontata da Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes è stata, oltre a realizzare una maggiore efficienza energetica, quella di trovare un modo per portare la luce nel cuore di questo edificio, progettato e destinato, per definizione e funzione, a essere chiuso. Il tutto preservando però la memoria e la natura del luogo, saldamente radicati nell’immaginario degli abitanti di Montréal.
Determinante è stata la scelta di sviluppare il progetto sui concetti di rivoluzione intorno a un asse e forma circolare, quest'ultima imposta dalla natura intrinseca dell'edificio. Ispirato dai movimenti perpetui dell'universo e dalla curiosa complessità di strumenti antichi, come l'astrolabio o la macchina Orrery, il team di architetti ha trasformato l'ex Planetario Dow non solo in un luogo che permette di vedere e spiegare il movimento cosmico, ma in uno spazio dinamico che fa di questo movimento la sua stessa essenza. Passata l'era dell'osservazione questo edificio diventa generatore, acceleratore e fonte di invenzioni. Gli architetti hanno quindi cercato un linguaggio formale per rendere reale e percepibile il movimento e l'accelerazione, e lo ha fatto con gli ingranaggi, attraverso pareti composte da una giustapposizione di lamelle verticali  e i cerchi concentrici sovrapposti nella pianta. Insomma qui tutto ruota e gira meccanicamente.
Il centro dell'edificio è uno spazio circolare aperto, accessibile da tutti i lati, il quale controlla l'intera organizzazione spaziale dell'edificio. Progettato per essere il cuore dell'acceleratore richiama anche l’immagine di un crogiolo dell’innovazione, simbolo di un luogo destinato a incontri imprevisti e opportunità, gli stessi che determinano spesso l'origine delle più grandi scoperte. Da qui parte un percorso concentrico di circolazione che conduce al caffè, allo spazio di incontro e alla sala di ideazione, in analogia al meccanismo preciso dell’orologio.
Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes ha così recuperato un’icona dell’architettura locale, utilizzando la memoria storica del luogo per lo storytelling architettonico degli ambienti, adeguandoli alla nuova destinazione d’uso.

Christiane Bürklein

Project: Menkès Shooner Dagenais LeTourneux Architectes - http://www.msdl.ca/
Location: Montréal, Qc
Client: École de technologie supérieure (ÉTS)
Year: 2018
Partner in charge: Anik Shooner, architect 
Lead designer:| Jean-Pierre LeTourneux, architect
Project manager: Julie Morin, architect
Team | Mehand Aziz, Frédérick Dumas, Marie-Eve Éthier Chiasson, Sylvain Gagné, Pierre Gervais, Marc-Antoine Grondin, Mario Isa, Claude Labbé, Louis Laperrière, Gaspard Marier, Anne-Marie Nguyen, Joanne Parent, Charles Laurence Proulx, Gaétan Roy, Cuong Tran.
Engineers: Structure: SDK
Mechanical—Electrical: Bouthillette Parizeau et Associés
Civil: GHD
Landscape Architecture: NIP Paysage
Entrepreneur: QMD
Photographer: Stéphane Brügger

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