19-11-2018

AL BORDE, The House of the Flying Beds

Al Borde,

ENOBRA, Al Borde, JAG Studio,

Ibarra, Ecuador,

Appartamenti, Housing,

Cemento, Legno, Vetro,

Il collettivo di architettura Al Borde dell’Ecuador ha recuperato una preesistenza del ‘700 nella città di Ibarra.



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AL BORDE, The House of the Flying Beds Il collettivo di architettura Al Borde dell’Ecuador ha recuperato una preesistenza del ‘700 nella città di Ibarra. Un progetto di grande poesia che dialoga costantemente con il passato per un risultato contemporaneo e rispettoso del contesto.


Gli architetti del collettivo Al Borde, noto per interventi che si distinguono attraverso un approccio sostenibile a 360 gradi, dai materiali al rispetto per l’ambiente, inteso anche come tessuto urbano, hanno firmato un recupero a Ibarra, città a circa 100km a nord della capitale Quito e capoluogo della provincia Imbabura. Un luogo dal grande fascino, dovuto alla sua sostanza architettonica di origine coloniale e al clima caldo e secco.
Il progetto di Al Borde insiste su di una preesistenza costruita alla fine del XVIII secolo che a prima vista si presentava in cattivo stato e difficilmente recuperabile. Pavimenti rotti, la struttura del tetto marcia, solamente le pareti dell’edificio, a un piano e con una superficie di ca. 80 metri quadrati, sembravano in uno stato migliore.
I proprietari però non hanno desistito dalla loro idea di ristrutturare questa casa, trovando in Al Borde degli ottimi progettisti, i quali hanno saputo interpretare non solo i loro desideri, ma anche lo spirito del luogo.
Trattandosi dell’abitazione di una famiglia con una grande cerchia di amici il progetto si basa principalmente sulla condivisione degli ambienti giorno, ovvero cucina, soggiorno, sala da pranzo e bagno, tutti disposti al pian terra e pensati a uso comune. Mentre per la zona notte, che regala al progetto il nome piuttosto inusuale la Casa dei letti volanti, gli architetti hanno approfittato della necessità di dover rifare il tetto. Così hanno inserito una nuova trave di collegamento tra le pareti, sulla quale hanno realizzato tre piccole piattaforme connesse da una specie di ponte in legno, in cui i singoli membri della famiglia possono ritirarsi e godere dell’intimità del proprio letto.
Al posto delle tegole, anche queste purtroppo inutilizzabili per il loro compito originario e quindi usate come materiale di riempimento del patio, i progettisti hanno scelto delle tegole fatte di vecchi pneumatici. Qui un nastro in vetro riciclato lascia entrare la luce dal colmo del tetto, frazionandolo a seconda della tonalità del vetro recuperato, al fine di ottenere un’illuminazione calda e cangiante dell’ambiente interno.
Per la ristrutturazione della casa, i progettisti di Al Borde hanno seguito la tradizione vernacolare nella scelta dei materiali e cercato di limitare gli interventi allo stretto necessario. Così hanno rinforzato i muri portanti, hanno rinnovato le parti in terra battuta, cambiato le porte e le finestre che erano da sostituire e proposto un nuovo pavimento in cemento lucido. Quest'ultima soluzione in particolare sottolinea l’elegante minimalismo di forte impronta materica della casa e dal sapore quasi giapponese. Il tutto per un’atmosfera rilassante e accogliente, rinforzata dall’allargamento dello spazio interno, grazie a una veranda in aggetto verso il patio e protetta da vetri, la quale accoglie gli utenti con un quadrato di prato e un vecchio albero, quali rimandi alla storia del luogo. 

Christiane Bürklein

Architects: al borde
Collaborators: charlotte vaxelaire
Location: la esperanza, imbabura, ecuador
Dates: 2015 – 2017
Construction management: josé guerrero
Structural engineering: patricio cevallos & mathieu lamour
Construction: builder miguel ramos + ENOBRA + edison marcial
Photography: jag studio, al borde & ENOBRA

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