Nicola Borgmann, Architekturgalerie München a FAB Milano

Un ospite d'eccezione per la quarta serata della serie One Night di FAB Milano, galleria-showroom di Graniti Fiandre e Porcelaingres a Milano. Nicola Borgmann, direttrice dell'Architekturgalerie München ha parlato di come l'arrivo di rifugiati in Germania abbia dato luogo a nuove risposte architettoniche a lungo termine e dall'alta sostenibilità.



Un tema di grande attualità dinnanzi a 65,3 Mio di persone nel mondo che sono in movimento, rifugiandosi da conflitti, povertà, catastrofi naturali. Cifre che Nicola Borgmann, direttrice dell'Architekturgalerie München e ospite della quarta serata delle One Night di FAB Milano, ha contestualizzato puntualmente durante l'incontro, in quanto solo 1,1 Mio di questi sono ad ora arrivati in Germania. Nazione che in riferimento ad altri paesi si trova solo al 50° posto della classifica, si pensi che il Libano sta accogliendo il maggior numero di rifugiati per mille abitanti.



Sono cifre comunque importanti, in quanto si tratta persone che si aggiungono alla già forte pressione sul mercato immobiliare tedesco dove mancano case a buon prezzo, specialmente nelle zone urbane. 



La necessità di una prima accoglienza andrebbe quindi ripensata in ottica a lungo termine con risposte durevoli, ragionate e più sostenibili, rispetto alle tendopoli o agglomerati di container ai margini di paesi e città. Una volontà che si esprime in tante iniziative urbanistiche e progettuali, come racconta Nicola Borgmann, che nella sua galleria ha ospitato a marzo la mostra “WOHNEN FÜR ALLE” (link articolo), la quale parte dalla “cultura dell'accoglienza”, divenuta famosa proprio per il coinvolgimento della cittadinanza nell'accogliere i rifugiati nell'estate 2015.



L'architetto e storica dell'arte Nicola Borgmann ha offerto ai presenti un'ampia carrellata di progetti che trattano la tematica dell'abitare e dell'integrazione dei profughi, seguendo approcci diversi e partendo dal riuso di preesistenze vuote, soluzioni più indicate nelle zone rurali colpite da tempo dalla migrazione della popolazione originaria verso i grandi centri urbani. Un esempio virtuoso è l'uso misto dell'ex-ospedale di Murnau che ora ospita alloggi per rifugiati, start-up del settore creativo e uffici comunali, il tutto per favorire l'interazione e integrazione. Altro esempio è l'Hotel Cosmopolitain ad Augusta, un ex casa di cura ripensata e adattata in maniera partecipata dai cittadini.



Nicola Borgman ha sottolineato che una grande sfida sta nella flessibilità non solo delle risposte progettuali alle richieste di alloggi, ma anche dell'uso delle normative dell'edilizia vigenti, la quali riportano ancora molti vincoli, specialmente nell'uso misto di certe strutture, come accade nelle proposte all'insegna della ridensificazione dello spazio urbano con architetture innestate su preesistenze come edifici universitari, parcheggi e capannoni industriali.



Se invece si deve costruire ex novo un punto nodale è il riscorso a metodi costruttivi modulari e alla prefabbricazione che pur essendo utili non va dimenticata la loro risposta a un dialogo con il contesto. In questo caso l'autocostruzione con modelli, come proposto dal premio Pritzker Alejandro Aravena, si rivela un'ottima metodo grazie alla sua insita interazione e conseguente integrazione.



L'importante, conclude Nicola Borgmann, è una buona comunicazione tra tutte le parti coinvolte dalla politica ai cittadini e ovviamente i rifugiati stessi. Perché se si coglie il cambiamento come opportunità allora tutto può volgere al meglio.

Christiane Bürklein

Immagini: FAB Milano
Evento: Giovedì, 13 ottobre 2016
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Architekturgalerie München