17-06-2016

Biennale 2016. Uruguay – Reboot e rebootATI

Gianluca Giordano,

Biennale di Venezia,

Mostra, Biennale di Venezia,

La partecipazione dell'Uruguay alla 15a Mostra Internazionale di Architettura – Biennale di Venezia, usando mezzi essenziali, opta per un “report dal fronte”: un buco nel pavimento e una raccolta di oggetti.



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Biennale 2016. Uruguay – Reboot e rebootATI La partecipazione dell'Uruguay alla 15a Mostra Internazionale di Architettura – Biennale di Venezia, usando mezzi essenziali, opta per un “report dal fronte”: un buco nel pavimento e una raccolta di oggetti. Questo è il progetto rebootATI dichiarato illegale e ora sospeso. 



REBOOT è la risposta dell'Uruguay al tema della Biennale, “Reporting from the Front”, un progetto integrato nelle giornate della preview da rebootÀTI . Il curatore Marcelo Danza insieme al suo team ha scelto, così come la Germania, l'intervento architettonico nel proprio padiglione, al fine di inviare un segnale dell'Uruguay scavando un buco profondo nella sala espositiva.



Un gesto radicato nella storia del paese, in riferimento al movimento dei Tupamaros, nato negli anni 60 del novecento, i cui attivisti usarono come nascondiglio l'infrastruttura invisibile delle città. Altro avvenimento storico legato a questa installazione è la tragedia dell'aereo caduto nel 1972 nelle Ande, diventato non solo tomba per molti dei passeggeri, ma anche casa per i sopravvissuti.





Due esempi storici che dimostrano ai visitatori, e in linea con lo spirito provocatorio della Biennale, che l'architettura può nascere anche senza architetti professionisti, grazie alla volontà di sopravvivenza, ovvero la molla della creatività insita negli esseri umani. Oppure come sostengono i curatori: “Essere abitato fa di ogni oggetto architettura” e “la città è infinita e sconosciuta”.



Il padiglione Uruguay, durante i giorni della preview REBOOT, è stato integrato dal progetto rebootÀTI, affidato da Marcelo Danza ad ATIsuffix, un collettivo creativo specializzato in opere dedite alla creazione di azioni artistiche partecipate. Non a caso appena entrati nel padiglione Uruguay si ha la sensazione di trovarsi presso la documenta di Kassel e in effetti il gruppo ATIsuffix è stato invitato alla documenta 14 nella sezione di Atene (dal 8.4 al 16.7.2017).



Questa scelta del padiglione Uruguay sottolinea ed evidenzia il grande scambio tra arte e architettura, quello in costante ricerca di nuove soluzioni per la costante domanda contemporanea di un'architettura della necessità. Infatti l'idea “rebootATI” propone ai visitatori di “raccogliere oggetti dagli altri padiglioni, con il fine di creare un report comune e transnazionale da archiviare, imballare e quindi esporre tra qualche mese a Montevideo” durante la Biennale della capitale uruguayana. Questa raccolta con cui i visitatori, armati del mantelli dell'invisibilità, sottraggono, secondo coscienza, oggetti da altri padiglioni, eleva il gesto del furto a “forma di espressione sovversiva”, in quanto accumulazione collettiva ai fini artistici.



Quest'idea provocatoria, piaciuta molto ai visitatori e alla critica, non è stata accolta altrettanto bene dalla direzione che ha deciso di sospenderla. Noi abbiamo una testimonianza fotografica e l'idea artistica può seguire la filosofia della webcreativity e potrà viaggiare sulla superficie del tempo, rimando incisa nell'eterno presente del web.

Christiane Bürklein

Padiglione Uruguay alla 15a Mostra Internazionale di Architettura – Biennale di Venezia 
Curatore: Marcelo Danza
Team: Antar Kuri, Borja Fermoselle, Diego Cataldo, José de los Santos, Marcelo Staricco e Miguel Fascioli (commissario)
Luogo: Giardini della Biennale
dal 28 maggio al 25 novembre 2016.
Immagini: © Gianluca Giordano
Ulteriori informazioni su Rebootati: http://www.atisuffix.net/#!rebootati/fn8sg

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