27-04-2022

Biennale dell’Arte 2022 e le rappresentazioni dello spazio urbano

Andrea Avezzù, Marco Cappelletti,

Parigi, Venezia, Italia,

Mostre,

Mostra,

Ha aperto la 59a Esposizione Internazionale dell’Arte della Biennale di Venezia. Curata da Cecilia Alemani, la mostra dal titolo Il latte dei sogni è stata concepita e realizzata in un periodo di grande instabilità e incertezza a causa della pandemia. E non solo, riesce con Piazza Ucraina anche a reagire agli ultimi eventi geopolitici.



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Biennale dell’Arte 2022 e le rappresentazioni dello spazio urbano Il latte dei sogni, titolo che proviene da un libro dell’artista surrealista Leonora Carrington, “non è una mostra sulla pandemia ma registra inevitabilmente le convulsioni dei nostri tempi. In questi momenti, come insegna la storia della Biennale di Venezia, l’arte e gli artisti ci aiutano a immaginare nuove forme di coesistenza e nuove infinite possibilità di trasformazione, come riportato nella nota stampa della Biennale di Venezia. 
La mostra curata da Cecilia Alemani, la prima donna nella storia a curare anche il prestigioso evento, reagisce all’attualità, come lei stessa commenta: “l’arte può essere uno strumento per mettere in discussione la nozione stessa d’identità nazionale e la politica”. Così, in riferimento alla lunga storia della Biennale, ha voluto dare forma all’installazione Piazza Ucraina: “una piattaforma di solidarietà per la popolazione ucraina sul suolo dei Giardini, fra i padiglioni storici costruiti sulla base ideologica dello Stato-nazione, modellata dalle dinamiche geopolitiche e dalle espansioni coloniali del ventesimo secolo.” Un’esposizione realizzata dall’architetta ucraina Dana Kosmina con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund e della Victor Pinchuk Foundation. Uno statement forte che porta la pratica diffusa nelle città ucraine, al fine di proteggere dai bombardamenti, nel cuore della Biennale, l’arte pubblica, ricordando l’importanza dell’arte e dello spazio urbano nelle dinamiche storiche.
Lo spazio urbano è anche il tema di un libro presentato proprio in occasione dell’apertura della Biennale, dove gli avvenimenti storici del 1968 sono raccontati attraverso le immagini di Parigi. Qui Wolfgang Scheppe, direttore dell’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, indaga in Taxonomy of The Barricade – Image Acts of Political Authority in Paris, May 1968, pubblicato da Nero Editions, l’uso della fotografia aerea come mezzo di controllo governativo. Una tecnica che si è evoluta attraverso droni, i quali permettono il monitoraggio del territorio ma con dei conseguenti risvolti politici e pratici.
Sempre di spazio urbano e della sua rappresentazione si occupa il Padiglione Libanese, curato da Nada Ghandour, Sotto il patrocinio del Ministero della Cultura e organizzato dalla Lebanese Visual Art Association (LVAA), The World in the Image of Man illustra l'azione perpetua dell'immaginazione umana sulla realtà del mondo. Cuore della mostra sono i video Allô Chérie di Danielle Arbid, regista e artista franco-libanese residente a Parigi, e Janus Gate di Ayman Baalbaki, pittore libanese che vive e lavora a Beirut. 
La sua scenografia è stata ideata da Aline Asmar d'Amman, architetta e fondatrice di Culture in Architecture. Questa comprende un'architettura grezza, richiamando le forme delle rovine contemporanee del paesaggio urbano del paese, tra cui: il cinema del centro The Egg, di Joseph Philippe Karam, e l'edificio Rashid Karamé International Exhibition di Oscar Niemeyer a Tripoli. L’allestimento scenografico, di circa 150 metri quadrati, deriva quindi dall'architettura brutalista che fiorì in Libano a partire dagli anni '60, ma rivisto attraverso gli occhi di entrambi gli artisti. La facciata è in pannelli curvi rivestiti di una texture di cemento che evoca la permanente edificazione della città di Beirut. In particolare, l'oculo del padiglione si apre sulla struttura del tetto dell’Arsenale, quasi un invito a rivolgere lo sguardo verso l’alto.
Con Il latte dei sogni che “propone un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano”, sono presenti in mostra oltre 180 fra artiste e artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale d’Arte, con una maggioranza di artiste donne e soggetti non binari. Un gesto concreto per ridimensionare la centralità del ruolo maschile nella storia dell’arte e della cultura contemporanea che permette di conoscere nuove realtà.

Christiane Bürklein

59a Esposizione Internazionale dell’Arte della Biennale di Venezia
curata da Cecilia Alemani
dal 23 Aprile al 27 Novembre 2022
Giardini, Arsenale, vari luoghi di Venezia
Immagini: courtesy of La Biennale di Venezia (Piazza Ucraina: Marco Cappelletti - Libano: Andrea Avezzù), Nero Editions
Ulteriori informazioni: https://www.labiennale.org/

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