05-09-2018

West 57th Street il nuovo courtscraper di BIG Bjarke Ingels Group

BIG – Bjarke Ingels Group,

Nic Lehoux, Iwan Baan,

New York, USA,

Grattacielo, Residenze,

West 57th Street è il nome dell’edificio icona della nuova Manhattan, quella in cui il costruito fa posto al verde e l’architettura è efficiente in termini ambientali. Progettato dalla firma di BIG Bjarke Ingels Group, il West 57th Street è già noto come courtscraper.



West 57th Street il nuovo courtscraper di BIG Bjarke Ingels Group Le opere di Bjarke Ingels sono sempre estremamente difficili da descrivere a parole  perché bisognerebbe per lo meno coniare ogni volta un termine nuovo che descrivesse la nuova geometria disegnata e poi realmente costruita. Realizzando il West 57th Street a New York ci ha pensato proprio lui, Bjarke Ingels, a inventarla, facendo come sempre centro. Descrivendo il nuovo grattacielo (ma già qui non siamo esatti) sull’orizzonte di Manhattan l’architetto danese lo ha definito un courtscraper, che tradotto significa una struttura ibrida tra edificio a corte e grattacielo. L’idea era ancora un trucco cinematografico per la generazione precedente a quella di BIG, in cui le forme parametriche cominciavano a essere ipotizzabili, ma raramente applicate. Oggi le potenzialità dei parametri nell'elaborazione di forme complesse applicabili a edifici sono ormai evidenti grazie alle strade tracciate da Franck Gehry, Zaha Hadid e altri. Anche al di fuori dello stretto mondo architettonico si tende a riferirsi alla progettazione contemporanea pensando a forme che possono essere descritte come generate attraverso rigorose relazioni geometriche tra parametri quantizzabili. Se paragonato agli ormai tradizionali strumenti di CAD, in cui la geometria euclidea veniva semplicemente trasferita in digitale, ma restava lo strumento di cui avvalersi per descrivere un’idea progettuale, oggi i programmi che utilizzano anche sistemi parametrici sviluppano e visualizzano modelli che possono essere modificati come organismi. 
E quale migliore immagine si potrebbe usare per descrivere il West 57th Street di Bjarke Ingels Group se non proprio quella di un organismo che ha assunto questa sagoma senza avvalersi dei tradizionali sviluppi geometrici, ma quasi adattato “manualmente” al contesto in cui si inserisce e ai suoi vincoli. Con il suo programma residenziale e commerciale, il nuovo edificio nasce dalla volontà di coniugare evidenze dell’isola di Manhattan, vale a dire gli altissimi costi del terreno e la grande densità di popolazione, da cui nacque la tipologia del grattacielo, con prerogative dell’abitare di origine più antica. La tipologia della residenza a corte infatti porta con sé valori di grande attualità come la convivenza, la sicurezza, la prossimità e l’intimità. La corte destinata a giardino offre quel punto di contatto cui i fronti interni aspirano, oltre a costituire un’oasi verde per lo scambio termico del complesso e il benessere dei residenti. 
Nel progetto di BIG, i primi due livelli sono riservati a spazi commerciali in diretta comunicazione con il giardino mediante lo scalone della lobby, mentre a partire dal terzo piano si sviluppano gli appartamenti. Nello schema progettuale, il basamento a corte di pianta rettangolare, che occupa quasi un intero isolato, si alza nell’angolo nord-est fino al trentaduesimo piano mentre tutti gli altri 3 angoli restano bassi. Vista dalla sponda opposta del fiume Hudson nelle fotografie di Iwan Baan, l’architettura ricorda una piramide ed emerge come landmark nello skyline di Manhattan, pur già così ricco di emergenze visive. Man mano che ci si avvicina e che si compie un percorso intorno alla sua struttura, definirne la forma torna a essere difficile perché risulta tridimensionale da ogni punto in cui la si guardi. Infatti la meraviglia che suscita è data dal fatto che sembra muoversi con il moto dell’osservatore, possiede un dinamismo intrinseco per cui sembra cambiare forma nel tempo.
In realtà è l’’effetto dello “stiramento” di questa pelle in acciaio e vetro fino all’altezza di 142 metri, in cui per effetto della scalabilità, ogni elemento viene come trascinato in questo vortice di linee. La superficie, che è parete e copertura insieme senza soluzione di continuità, è perforata con ritmo incostante da terrazze tutte differenti perché orientate verso sud-ovest. Le piante degli appartamenti sono disposte a lisca di pesce mentre i bow window ne prolungano l’andamento sulla corte interna, accentuando quella spinta centrifuga che cerca la migliore prospettiva sul fiume. Per effetto dell’innalzamento di un vertice rispetto agli altri tre, la corte riceve irraggiamento solare in profondità, offrendosi alla vista del quartiere. Una soluzione già sperimentata da BIG in uno dei suoi complessi di social housing più famosi, la 8 house nel nuovissimo quartiere di Ørestad, a Copenhagen. Nel caso di Manhattan però Bjarke Ingels offre un’altra interpretazione, oltre a quella che risolve le necessità di luce e calore per il West 57th Street, quella che immagina questo organismo architettonico ritrarsi per non levare la vista sul fiume Hudson alla Helena Tower alle sue spalle. Questa è davvero una nuova Manhattan.

Mara Corradi

Architects: BIG Bjarke Ingels Group
Partners in Charge: Bjarke Ingels, Thomas Christoffersen, Beat Schenk
Project Architect: David Brown
Team: Aleksander Tokarz, Alessandro Ronfini, Alessio Valmori, Alvaro Mendive, Benjamin Schulte, Birk Daugaard, Celine Jeanne, Christoffer Gotfredsen, Daniel Sundlin, Dominyka Mineikyte, Eivor Davidsen, Felicia Guldberg, Florian Oberschneider, Soren Grunert, Gabrielle Nadeau, Gül Ertekin, Ho Kyung Lee, Hongyi Jin, Julian Liang, Julianne Gola, Laura Youf, Lucian Racovitan, Marcella Martinez, Maria Nikolova, Maya Shopova, Mitesh Dixit, Nicklas A. Rasch, Ola Hariri, Riccardo Mariano, Steffan Heath, Stanley Lung, Tara Hagan, Thilani Rajarathna, Tyler Polich, Valentina Mele, Valerie Lechene, Xu Li, Yi Li
Project Leader, Interiors: David Brown
Project Manager, Interiors: Beat Schenk
Team, Interiors: Aaron Hales, Alessandro Ronfini, Brian Foster, Christoffer Gotfredsen, Francesca Portesine, Ho Kyung Lee, Hongyi Jin, Ivy Hume, Jenny Chang, Lauren Turner, Mina Rafiee, Rakel Karlsdottir, Tara Hagan, Thomas Fagan, Tiago Barros, Valentina Mele
Client: The Durst Organization
Project type: Direct Commission
Collaborators: SLCE Architects, Starr Whitehouse, Thornton Tomasetti, Dagher Engineering, Langan Engineering, Hunter Roberts,Enclos, Philip Habib & Assoc, Vidaris Inc, Nancy Packes, Van Deusen & Assoc, Cerami & Assoc, CPP, AKRF, Glessner Group, Brandston Partnership Inc
Size: 77.202 sqm
Dates: 2016-2018
Location: Manhattan, New York, USA
Awards: 2015 P/A Progressive Architecture Citation Award, 2012 NYAIA Merit Award Future Award
Photos by: © Nic Lehoux, Iwan Baan

http://big.dk/

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