Il White Paper - “DesignTech for Future” elaborato dagli studi d'architettura coinvolti da DesignTech Hub di MIND Milano Innovation District, prevede una serie di soluzioni che integrano design e tecnologia per rendere sicuri nel post Covid-19 gli spazi di lavoro e di vita in tredici diversi ambiti.



Architettura e Design nel post Covid-19

Nei giorni più difficili dell'epidemia da Covid-19, architetti e designer si sono impegnati nell'elaborare soluzioni che potessero aiutare chi era impegnato in prima linea nell'emergenza. Basti pensare ai piccoli e grandi studi di progettazione impegnati, in tutto il mondo, a contribuire con le proprie stampanti 3D alla produzione di supporti per visiere protettive in acetato o alle valvole per i respiratori ecc. Ora che in molti paesi è iniziata la “fase 2” di convivenza con il virus, si fanno strada idee e soluzioni che possano permettere la ripresa delle attività nel rispetto delle prescrizioni di distanziamento fisico e di tutela della salute di operatori e clienti. Abbiamo tutti visto proposte più o meno realizzabili per le spiagge, dai box in plexiglass ai chioschi in paglia, dalle girandole in tessuto alle fioriere per divisori green, o nell'ambito della ristorazione dai pannelli divisori in vetro ai tulipani capovolti che permettono agli ospiti di condividere il pasto, ma non i “droplet”. Parallelamente alle proposte che risolvono necessità temporanee, si moltiplicano in tutto il mondo webinair e incontri per sviluppare idee sul futuro degli spazi di lavoro e di quelli abitativi, che permettano di riconquistare una “nuova e duratura” normalità.

In Italia, il primo dei paesi europei a dover fronteggiare l'epidemia da covid-19, istituzioni ed enti si sono impegnati in prima linea nell'animare il dibattito sui possibili scenari che si aprono per la città e gli spazi abitativi dopo la pandemia. A Milano in particolare, DesignTech Hub di MIND Milano Innovation District, il programma che darà nuova vita all'area di Milano Expo 2015, ha coinvolto importanti studi di architettura e design in una Design Force al fianco di professionisti di diversi settori. Attraverso diversi tavoli di lavoro tematici si è arrivati alla definizione di un White Paper - “DesignTech for Future”, che prevede una serie di soluzioni che integrano design e tecnologia per rendere sicuri gli spazi di lavoro e della vita quotidiana, permettendo nei tredici diversi ambiti individuati di riappropiarsi della socialità nel post-pandemia. A questo White Paper hanno contribuito: Real Estate - Lendlease (coordinatore) in collaborazione con Giuseppe Tortato Architetti; Living - Pininfarina Architecture; Workplace - DEGW/Lombardini 22 (coordinatore) in collaborazione con Workitect; Healthcare - Binini Partners (coordinatore) in collaborazione con Centro Medico Santagostino; Restaurant - Lai Studio (coordinatore) in collaborazione con Food Lifestyle di Paolo Barichella; Retail – Piuarch; Banking - MBA+D Matteo Belfiore Architecture + Design; Hospitality - Zaha Hadid Architects; Public Spaces - Progetto CMR; Mobility - MIC Mobility in Chain; Supply Chain - PwC Italy I Operations; Social Innovation - PwC Italy I New Ventures I Innovation; Education - School for Dreamers.

Di “Sviluppi e scenari futuri di architettura e design nel post COVID-19” ha parlato nell'ambito di Decameron, l'iniziativa Instagram della Triennale Milano, Joseph Grima, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, con Giovanni de Niederhäusern, Senior Vice President of Architecture della Pininfarina.
Temi che declinati sulla città di Milano e sulle sfide che l'attendono erano presenti anche nell'edizione 2020 della Milano Arch Week, declinata tutta in versione digitale. L'evento, diretto dall'architetto Stefano Boeri, si è svolto il 16 maggio con il contributo scientifico del Politecnico di Milano. La giornata è stata articolata in due momenti principali. Al mattino una discussione aperta tra il Comune di Milano e i gruppi selezionati dal bando Urban Factor su due temi: La città dei bambini e Lo spazio pubblico. Nel pomeriggio invece si sono susseguiti i contributi di importanti architetti internazionali che hanno lavorato in città: Petra Blaisse (Parco Biblioteca degli Alberi); Peter Eisenman (Residenze Carlo Erba); Bjarke Ingels (un progetto in corso nella nuova CityLife); Patrik Schumacher – Zaha Hadid Architects (City Life); Kazuyo Sejima – SANAA (Campus Bocconi), fino alla conclusione di Stefano Boeri e Rem Koolhaas sul tema Milan and Dispersion.

(Agnese Bifulco)


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