26-06-2019

GLASSTRESS 2019 alla 58a Biennale dell’Arte di Venezia

Venezia, Italia,

Mostre,

Biennale di Venezia, Mostra,

La sesta edizione di GLASSTRESS, un progetto di Adriano Berengo che esprime la sua idea di coniugare la tradizione vetraria muranese con l’arte contemporanea, è un evento collaterale della 58a Biennale dell’Arte di Venezia.



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GLASSTRESS 2019 alla 58a Biennale dell’Arte di Venezia La sesta edizione di GLASSTRESS, un progetto di Adriano Berengo che esprime la sua idea di coniugare la tradizione vetraria muranese con l’arte contemporanea, è un evento collaterale della 58a Biennale dell’Arte di Venezia. La mostra, presso Fondazione Berengo Art Space, supera gli stereotipi associati alla tradizione vetraria.


Una selezione di artisti contemporanei di spicco e provenienti da Europa, Stati Uniti, America Latina, India e Cina, popolano la mostra GLASSTRESS 2019, evento collaterale della Biennale di Venezia presso la Fondazione Berengo. Si tratta di un’iniziativa voluta da Adriano Berengo per esplorare le infinite possibilità creative del vetro attraverso opere realizzate da artisti con nessuna o poca confidenza con questo materiale. Un tentativo ben riuscito di andare oltre gli stereotipi che accompagnano questa forma artistica. 
Proprio nel 2019 si celebrano i 10 anni di GLASSTRESS e i 30 anni di Berengo Studio. La mostra torna quindi alle sue radici storiche sull'isola di Murano, dove una vecchia fornace abbandonata è stata trasformata in un suggestivo spazio espositivo dedicato a straordinarie installazioni. Sono presenti artisti già invitati alle edizioni precedenti, come Ai Weiwei, Laure Prouvost, Tony Cragg e Thomas Schütte e nuovi artisti quali Prune Nourry, José Parlá e Rose Wylie, solo per citarne alcuni. In questo caso il curatore brasiliano Vik Muniz ha invitato i partecipanti a esplorare “come il vetro cambi la nostra percezione dello spazio”. Tra le opere in mostra anche BUG dell’artista italiano Antonio Dei Rossi che ha appreso l’arte murrina da suo padre. 
Il processo artistico/artigianale dell’arte della murrina si è sempre basato sul virtuosismo tecnico per poter riproporre un’immagine miniaturizzata in vetro, finalizzando il lavoro all’ottenimento di un dischetto vitreo con un ritratto o un’immagine e fruibile da collezionisti o per un uso decorativo. Questo è evidente nell’importanza della gioielleria e l’oggettistica veneziana che verso la fine del 1800 e inizio 1900 racchiudevano le piccole miniature muranesi. Dei Rossi invece, oltre a produrre un oggetto unico, utilizza il prodotto nell’applicazione di progetti di design che spaziano, con riferimento al tradizionale uso decorativo, dal gioiello all’oggetto d’arredo. Usa la murrina però anche come medium del “fare” artistico, cioè sfruttando ciò che è intrinseco nella tecnica, unica e particolare, allo scopo di compiere un'operazione artistico concettuale
Così per la sua opera BUG, quale parte di GLASSTRESS 2019, gioca con la riduzione dell’immagine: multipli ottenuti dalla canna che però non possono essere considerati simili, dato che la deformazione naturale nella lavorazione e le infinite varianti dettate dal caso producono opere tutte differenti, pur provenendo da una stessa matrice. Dalla sezione di una forma cilindrica infatti i diversi stati della materia nella lavorazione, ma anche la composizione, provengono dall’uso della tecnica dedicata a un diverso ed elegante linguaggio espressivo. Una risposta a un percorso che ambisce a superare il limite della storia dell’Arte vetraria, i cui artisti/artigiani, che si sono interessati all’arte della murrina, erano soliti seguire.
GLASSTRESS 2019 diventa quindi un’ottima occasione non solo per visitare l’isola di Murano, ma anche per vedere il potenziale espressivo e l’attualità di una forma artistica radicata nel nostro immaginario.

Christiane Bürklein

GLASSTRESS 2019,
curata da Vik Muniz e Koen Vanmechelen
dal 9 maggio al 24 novembre 2019
Fondazione Berengo Art Space
BUG, di Antonio Dei Rossi
Immagini: Courtesy di Antonio Dei Rossi

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