10-01-2018
Dorte Mandrup e il Wadden Sea Centre, Danimarca

Dal punto di vista architettonico era composto da un edificio a L e da un edificio di testa a formare una corte aperta; i due volumi avevano struttura in acciaio con tamponamenti in muratura, piccole finestre e tetti a due falde. Il vago riferimento alle fattorie danesi omologava il piccolo complesso alle abitazioni rurali senza offrire ai turisti quel cambio di registro tipologico necessario a un edificio pubblico.
Dorte Mandrup ha raccolto l’ispirazione alla pianta a corte della fattoria rurale e l’ha rimarcata prolungando il volume a L in una C, con l’idea di chiudere i quattro lati. Quindi ne ha riprogettato l’impatto figurativo pensando ai materiali locali della tradizione come il legno e la paglia. Le originarie pareti di mattoni sono state ricostruite mantenendo a vista la struttura metallica e rivestendo i tamponamenti di legname, mentre negli ampliamenti i muri sono stati direttamente costruiti in prefabbricati di legno e i telai metallici sono stati inglobati. La necessità di creare un legame con il paesaggio di cui si racconta all’interno del museo ha portato a modificare la dimensione delle aperture, che si sono trasformate in vetrate attraverso le quali l’orizzonte è diventato parte dell’esperienza didattica stessa.
Le doghe in legno alle pareti e i rivestimenti in paglia dei tetti hanno ricomposto il legame tra antico e moderno, collegando il contenuto scientifico di un museo alla sua terra e alla sua storia. Dall'età del ferro infatti, la specie umana ha scelto di stabilirsi in queste località ai margini delle terre paludose creando isole collinari per proteggersi dalla marea. In questa località vicino a Ribe, la prima città commerciale della Scandinavia, vennero opportunamente collocati fattorie e villaggi vichinghi, costruiti in legno e ricoperti di paglia,
Il Mare di Wadden, che è Patrimonio Mondiale dall’UNESCO dal 2009, ha stimolato i progettisti a testare la robustezza di materiali poveri e usati anticamente, che hanno però il vantaggio di essere coltivati in loco e reperibili in grande quantità. L'uso di canne come rivestimento per i tetti di grande dimensione e sporgenza è stato studiato in collaborazione con esperti olandesi e danesi tenendo conto dell’infiammabilità del materiale. Tutte le superfici infatti sono state protette dal fuoco e quelle attorno alle vie di accesso principali e alle vie di fuga antincendio sono state trattate direttamente con un ritardante di fiamma. Nei rivestimenti di facciate e tetti in legno è stata utilizzata specificamente la Robinia, un legno tipico delle foreste del Centro Europa che cresce molto velocemente e non richiede particolare manutenzione. Si tratta di un legno particolarmente resistente, paragonabile ai legni duri esotici, ma con il vantaggio di essere coltivato in queste zone.
Mara Corradi
Architect: Dorte Mandrup A/S
Landscape Architect: Marianne Levinsen Landskab ApS
Engineer: Steensen & Varming and Anders Christensen ApS
Size: 2800 sqm
Client: Municipality of Esbjerg
Completion: Februar 2nd. - 2017
Address: Okholmvej 5, 6760 Ribe, Denmark
Main contractor: Bo Michelsen A/S.
Subcontractors:
Plumbing – CWR
Ventilation – Airteam
Excavation and sewage – Mads Vejrup
Electrical – Eltek Vest
Painter – Tjæreborg Malerforretning
Steel-construction – Vollerup Smedeland
Roof- and façade-cassettes – Taasinge
Concrete – Bo Michelsen
Masonry – Bo Michelsen
Carpenter – Bo Michelsen
Roofing felt – Syddansk dansk
Acoustic plaster – Fade celing/Ydinggaard
Windows and doors – Krone Vinduer
Exterior sliding door – Madsen vinduer og døre
Interior Doors – Swedoor & Multitek
Interior sliding doors – Skydoor
Sliding glass doors – Tormax
Kitchen – Brønum køkkener
Cast floors – Areo og Burcharth
Suspended ceilings – Ecophon
Robinia/ Black Locust – Starup økotræ
Skylights - Alux
Fotografie: © Adam Mørk
www.dortemandrup.dk
www.vadehavscentret.dk