15-08-2022
Al Naseej Factory imparare dal passato
Michel de Cleene,
Bani Jamra, Bahrein,
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- Architettura Sostenibile
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La nuova fabbrica, nata con l’intento di offrire una struttura per la tessitura e uno spazio sociale per gli artigiani di Bani Jamrah, è stata costruita su progetto dell’architetto svizzero Leopold Banchini, da anni attivo nell’area del Golfo Persico e con il coinvolgimento e il contributo della comunità locale.
In linea con la volontà di far rivivere le tradizioni locali, Leopold Banchini nella sua ideazione è partito proprio da quelle che nella penisola araba sono delle capanne tessute con le foglie della palma da dattero, ovvero i barasti. Edificazioni che sfruttano la proprietà delle foglie di assorbire l'umidità in eccesso di notte, mentre durante il giorno umidificano l'aria calda asciugandosi gradualmente. Questa tecnica costruttiva, chiamata arish, utilizza infatti le foglie secche delle palme da dattero intrecciandole in una superficie resistente. Inoltre, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso ha caratterizzato il paesaggio urbano del Golfo, ma soprattutto era un’impresa comunitaria, con tribù e famiglie che lavoravano insieme per completare le abitazioni.
Una storia tradizionale da cui ha preso le mosse la scelta di proporre una tale tecnica per realizzare la nuova fabbrica tessile, dove sia le stoffe che l'architettura a protezione degli artigiani sono stati tessuti in loco. E non solo, in passato, all’ombra di una leggera struttura arish, i tessitori del Bahrein scavavano una buca nel terreno per inserirvi le proprie gambe. Spiegano a tal proposito gli architetti: “Con questa semplice azione, il terreno si è trasformato in un tavolo infinito per tendere i fili necessari al loro delicato lavoro.”
L’edificio è stato così organizzato attraverso una fitta griglia di colonne e travi in legno, richiamando pure le piantagioni di palme da dattero del nord dell'isola irrigate da una complessa rete di canali. A un piano solo, si presenta con un tranquillo prospetto stradale a griglia, esteso per tutto il perimetro del sito, mentre le palme spuntano tra i soffitti, diventandone l'espressione caratterizzante.
Gli interni invece riprendono fedelmente le vecchie tradizioni delle fosse in cui siedono i tessitori mentre operano con il telaio. Il tutto ovviamente riproposto con materiali più ricercati e quella pulizia formale che da sempre distingue l’opera di Leopold Banchini. Così gli spazi per la produzione di arazzi, tessiture e lo scambio sociale vengono definiti attraverso una serie di scavi sotto il livello del pavimento. D’altra parte, però la rigidità della struttura a griglia viene alleggerita dalle palme da dattero, bacini d’acqua e fontane, tanto da eludere la distinzione tra interno ed esterno. Raccontano sempre i progettisti: “La struttura è allo stesso tempo un giardino e un edificio, aperto ma protetto. Le funzioni specifiche racchiuse esclusivamente da pannelli di vetro si dissolvono nel giardino ombreggiato.”
Il risultato nel suo insieme è un’architettura sostenibile, ottenuta in risposta alle esigenze climatiche e sociali, nonché realizzata con materiali locali in onore alle tradizioni costruttive e artigianali che qui trovano una nuova vetrina.
Christiane Bürklein
Project: Leopold Banchini Architects
Location: Bani Jamra, Bahrein
Year: 2022
Images: Michel de Cleene