13-11-2019

Chiusura della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism 2019

Jaeyong Lim, Francisco Sanin,

Sergio Pirrone, Kim Tae Yoon,

Seoul, Corea del Sud,

Evento, Mostra,

La Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul, durata circa due mesi, si è conclusa con grande successo il 10 novembre. Realizzata per la prima volta nel 2017 con il tema 'Imminent Commons', la Biennale di Seul di Architettura e Urbanistica ha indagato il tema della “Collective City”.



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Chiusura della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism 2019 A poco più di un mese dall’apertura della grande biennale in Asia, la 2019 Bi-City Biennale of UrbanismArchitecture (Shenzhen), dedicata ai temi dell'urbanistica e dell’urbanizzazione e quest’anno coordinata da Carlo Ratti Associati, la Seoul Biennale of Architecture and Urbanism 2019 (SBAU) ha confermato il suo ruolo nel mondo dell’architettura, non solo coreano.
Coordinato dal co-direttore nazionale Jaeyong Lim (CEO di OCA Architects) e dal co-direttore straniero Francisco Sanin (professore della Syracuse University), l’evento di Seoul ha avuto come tema “Collective City. Reclaiming the City, Redifining Architecture”. La Seoul Architecture and Urbanism Biennale 2019 vede nell'architettura il partecipante attivo nella costruzione della città. In questo senso, i due direttori scrivono nel loro manifesto: “Questa biennale è un incitamento a dimostrare ed evidenziare cosa può significare lo spazio collettivo, come possiamo immaginarlo come agente di azione politica di giustizia sociale, spaziale e ambientale per speculare sulla nuova città.”
Un tema che ha riscosso un grande successo, se si pensa che la SBAU è durata 65 giorni, dal 10 settembre al 10 novembre e ha superato i 450mila visitatori, ovvero il numero complessivo di visitatori alla prima edizione, già a metà calendario. Un interesse per niente casuale, se pensiamo che le città sono territori contesi, per loro stessa natura spazi di negoziazione, abitate da soggetti molteplici e complessi, con diritti, valori, rivendicazioni e condizioni divergenti. Per comprendere la città bisogna comprendere questa natura contraddittoria e riconoscerla come complice di un costrutto fisico e politico, un luogo che implica il diritto all'alloggio, all'accesso alle risorse naturali e sociali, ai trasporti, alle libertà politiche e alla giustizia sociale, sollecitati contemporaneamente dalle sfide della migrazione interna e globale, dal cambiamento climatico e dall'aumento delle disuguaglianze.
Di particolare rilievo la Thematic Exhibition, la mostra principale a cui hanno partecipato 43 team provenienti da tutto il mondo, e la Cities Exhibition, che ha coperto più di 80 grandi città del mondo. La mostra Global Studios ha presentato le ricerche provenienti da 43 università nazionali ed estere, incentrate su tre aree, Post Domestic City, Informal Aggregation e Collective Infrastructures. Mentre Live Projects, con “Collective City Market”, ha esplorato le sfide che le nostre città si trovano ad affrontare, partendo dal tema dei mercati quali hub della vita urbana. 
La SBAU 2019 ha quindi indagato lo status quo della città contemporanea, spesso plasmata dalla logica dell'efficienza e del profitto, luoghi dove le risorse e gli spazi pubblici sono sempre più privatizzati e concepiti come merci,sottolineando l’importanza di un approccio innovativo ed inclusivo all’urbanistica. Ricerche che questa biennale, insieme alla città di Seoul, si prefigge di portare avanti anche nei prossimi anni.

Christiane Bürklein

Seoul Biennale of Architecture and Urbanism 2019 (SBAU)
dal 10 settembre al 10 novembre 2019
Seoul, Corea del Sud
Immagini: Sergio Pirrone
Ulteriori informazioni: http://www.seoulbiennale.org/2019/city.html

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