21-08-2019

Tato Architects: casa a Sonobe, Giappone

Tato Architects,

Yohei Sasakura, Yosuke Ohtake, Shinkenchiku-sha,

Kyoto, Japan,

Ville,

Tra i più recenti esempi di architettura residenziale di Tato Architects, la casa a Sonobe nella prefettura di Kyoto, valorizza una consuetudine locale, la costruzione di annessi con pannelli di policarbonato. Tato Architects fa di questi ambienti di confine gli spazi più sfruttati della casa.



Tato Architects: casa a Sonobe, Giappone

La casa a Sonobe, nella città di Nantan, nella prefettura di Kyoto, è uno dei più recenti esempi della poetica architettonica di Yo Shimada e del suo studio Tato Architects, che in questi anni si è dedicato in modo particolare all’edilizia residenziale. Su Floornature abbiamo già pubblicato il Blend Inn hotel, in cui Yo Shimada testava la bontà di un impianto spaziale pensato non per uno specifico programma di alloggi, ma per un utilizzo flessibile, all’interno di un quartiere in trasformazione come quello cresciuto intorno alla Stazione di Nishikujo, a Osaka.
Per questa abitazione unifamiliare in legno, progettata e conclusa nel 2017, la committenza era privata e costituita da una famiglia di sole tre persone, i genitori e un bambino, all’interno di un lotto di poco più di 300 metri quadrati, in quella che oggi è la località di Sonobe. Dal primo gennaio 2006 la questa cittadina, insieme ad alcuni comuni limitrofi, è stata inglobata nel nuovo centro chiamato Nantan. Sonobe è rimasta un distretto amministrativo, intorno al quale si sono sviluppati diversi quartieri residenziali. Il quartiere su cui sorge oggi l’architettura di Tato Architects è su un’area collinare a sud della stazione, costruito a partire dagli anni ’90. La scansione planimetrica è quella tipica delle regioni periferiche rurali, con lotti della stessa ampiezza e precisi limiti nei rapporti con le superfici edificate. La tipologia residenziale che descrive il quartiere è quella della villetta a due piani, con tetto a due o più falde e con giardino.
Oltre a questi tratti caratteristici dell’area, Yo Shimada sottolinea la consuetudine di dotare le abitazioni di piccoli annessi, usati solitamente come magazzini, realizzati in modo improvvisato dai residenti tamponando ingressi posteriori o verande mediante pannelli di policarbonato ondulato. Queste sorte di terrazze, recintate e chiuse, sono utilizzatissime nella stagione invernale come lavanderie, in particolare perché, con il clima umido che contraddistingue la zona, questi spazi circondati da pannelli semitrasparenti producono all’interno le condizioni di una serra, che risultano ideali per l’asciugatura della biancheria. Yo Shimada riprende questo elemento elevandolo a simbolo di un fenomeno locale e progettandolo fin dall’inizio come parte integrante della pianta abitativa.
Innanzitutto è stata analizzata la percezione che le persone hanno di questi ambienti annessi, identificandone il ruolo di limite, di confine tra spazio interno e spazio esterno, tra privato e pubblico, tra giardino e abitazione. L’obiettivo della riprogettazione di questi spazi “spontanei” era che diventassero insomma delle interfacce tra residenza e contesto esterno, per favorirne la relazione e per fare in modo che i cosiddetti limiti fisici degli interni potessero ampliarsi con naturalezza.
A questo scopo Yo Shimada sceglie il prospetto sud quale principale punto di scambio, ambientando qui due verande, o solarium, una al piano terra e a doppia altezza e l’altra al primo piano. Tali spazi si affacciano su un fronte piano frammentario, interamente tamponato dai suddetti pannelli di policarbonato, in cui alcune parti scorrevoli consentono di modificarne l’aspetto e di conseguenza l’assetto degli interni. I moduli di policarbonato traslucido, presenti anche per una porzione del tetto, sono montati su esili telai di legno a vista e, dove previsto dal progetto della facciata, possono scorrere con facilità a seconda delle esigenze degli abitanti.
Le forme irregolari di questi ambienti, come delle altre stanze, derivano dalla scelta di suddividere la pianta rettangolare della casa secondo linee oblique che offrono una maggiore compenetrazione tra gli spazi. Osservando le sue realizzazioni degli ultimi anni, la doppia altezza, qui utilizzata nel solarium e nel living room, può essere considerata un elemento ricorrente nella poetica architettonica di Yo Shimada. Nella casa a Sonobe, come nelle altre residenze, le stanze sono grandi vuoti in cui si ineriscono pochi arredi a definizione della funzione spaziale. A ciascuno di questi è sempre associata una veranda o solarium, con lo scopo di mitigare il passaggio dal contesto urbano a quello privato.

Mara Corradi

Architects: Tato Architects/Yo Shimada
Team: Yo Shimada, Yasue Imai
Structure: Takashi Manda Structural Design
Team: Takashi Manda, Taijiro Kato
Construction: Shoken Kikaku
Location: Nantan, Kyoto, Japan
Project year: 2017
Completion: 2017
Structure in timber
Site Area: 331.1 sqm
Building Area: 84.59 sqm (25.55% of max 50% of coverage ratio permission)
Total Floor Area 120.57 sqm (36.41% of max 80% of floor area ratio permission)
First floor: 78.59 sqm
Second floor: 41.98 sqm
Photos by: © (14-18) Yohei Sasakura, (01-13) Shinkenchiku_sha, (19-20) Yosuke Ohtake

https://tat-o.com/


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