06-03-2020

Dietrich Untertrifaller + Tekhnê: Palestra Alice Milliat a Lione

Dietrich | Untertrifaller Architects, Tekhnê Architectes,

Julien Lanoo,

Lione,

Sport & Wellness, Edifici Pubblici,

Nell’ambito della ZAC Bon Lait che ha trasformato il novecentesco quartiere operaio a sud di Lione, Dietrich Untertrifaller e Tekhnê progettano la palestra Alice Milliat. La copertura a tronchi di piramide e l’isolamento in paglia sono i punti di forza della struttura in legno lamellare.



Dietrich Untertrifaller + Tekhnê: Palestra Alice Milliat a Lione

Vincitori del concorso bandito dalla municipalità di Lione nel 2013, gli studi Dietrich | Untertrifaller e Tekhnê sono i progettisti della palestra situata in Place du Traité de Rome, cuore della ZAC Bon Lait. Intitolato all’atleta, dirigente sportiva e militante del movimento femminile nello sport, la francese Alice Milliat, il centro sportivo è un’interessante risposta ad alcuni dei proponimenti espressi dal Comune di Lione nel momento della concezione della stessa ZAC, come la trasformazione del quartiere in una zona moderna e ricca di servizi per tutti e la vocazione multidisciplinare degli spazi pubblici coperti.
Nell’ambito della riqualificazione che ha interessato tutta la zona sud di Lione, lo scopo del Comune, che ne approvò il dossier di attuazione nel 2005, era quello di dare origine a un nuovo centro nei pressi della stazione della metropolitana "Place Jean Jaurès”: su una superficie di 8 ettari, tra il 2008 e la fine del 2014 sono stati realizzati oltre 1.500 abitazioni diversificate (residenze convenzionate, proprietà private, strutture di residenza assistita). Inoltre, la ZAC ospita oggi 24.000 metri quadrati di edifici terziari e 6.000 metri quadrati di negozi e servizi. Sono state aperte nuove strutture, come la Maison de la Métropole o il centro per la prima infanzia Simone de Beauvoir. Alla fine del 2016 è stata inaugurata anche la nuova palestra comunale intitolata ad Alice Milliat, come ultimo tassello di una trasformazione radicale dell’area, un tempo a vocazione industriale. Nel Novecento infatti questo era il sito industriale in cui sorgevano gli stabilimenti della fabbrica SLM Bon Lait, circondata da terreni incolti e da umili abitazioni. Il loro abbattimento ha lasciato spazio a un ampio terreno sfruttato come operazione immobiliare: un tempo quartiere operaio, oggi densamente costruito con blocchi architettonici multipiano a principale uso abitativo sul cui esito ancora molti esprimono perplessità.
Tra i volumi svettanti e spesso indistinguibili, la palestra Alice Milliat offre uno spazio per la comunità. La missione di questa architettura sportiva è servire le scuole primarie e secondarie di istituti scolastici vicini, club sportivi e singoli appassionati, essere dunque un punto di confluenza di flussi provenienti da tutto il quartiere. Il progetto non teme confronti di scala, ma si pone in dialogo con gli altri complessi del masterplan con un linguaggio e una composizione propri. Questa identità definita e distinta nasce prima di tutto dalla scelta del legno come materiale strutturale, unito al cemento per la spina dorsale dei collegamenti verticali interni.
Al volume squadrato sono state progettate facciate con aree in listelli di legno e ampie vetrate in alternanza, sia sul fronte della Allée Léopold Sédar Senghor, che lo costeggia a ovest, sia in corrispondenza del fronte d’ingresso su Place du Traité de Rome, pavimentata e progettata con zone di verde. Qui si nota molto bene la ricerca di un dialogo con la dimensione urbana, dove la differenza di altezze dei piani di facciata consente di leggere il programma degli spazi interni dalla piazza. Il “loggiato” che si intravede dietro la vetrata, è il filtro tra l’interno e l’esterno, dietro cui si collocano tutti gli uffici. La grande vetrata indica lo spazio più esteso, quello del palazzetto degli sport con la palla, che occupa la metà dell’edificio per un’altezza di 9 metri. A fianco, al primo piano, più riservato, si colloca il dojo per le arti marziali, la danza e la ginnastica. Così concepito e costruito in legno, questo volume monolitico alleggerisce il proprio impatto spaziale, acquisendo invece una precisa identità che lo eleva a punto di riferimento di quartiere.
Costituisce un punto progettuale di grande valore la copertura interamente realizzata con lucernari a forma di tronco di piramide, disposti a scacchiera, in omaggio al passato industriale del sito. Orientati a nord, come la grande vetrata, distribuiscono la luce all’interno in modo indiretto e uniforme in tutta la sala. Le pareti interne del palazzetto, ma anche del dojo, sono rivestite di doghe verticali in legno che continua il motivo del soffitto e offrono una buona acustica, oltre che un’immagine accogliente. In contrasto con la calda atmosfera delle sale rivestite in legno, le vie di accesso interne e le stanze adiacenti sono costruite in cemento a vista.
La prefabbricazione in legno è stata un punto di forza della costruzione che ha consentito di ridurre i tempi del cantiere e l’impronta di carbonio generale sul sito. Le facciate continue in legno e le vetrate sono state montate sulla struttura in travi lamellari di abete, con isolamento dato da balle di paglia. Come riferisce l’architetto Much Untertrifaller, per rispettare lo standard di isolamento antincendio, la paglia non è stata utilizzata sul posto, ma è stata prefabbricata: è arrivata sotto forma di scatole, elementi divisori che riempiono la struttura portante principale, realizzando una soluzione intelligente, sia da un punto di vista statico che energetico. L’impiego di materiali rinnovabili, insieme alle prestazioni di isolamento termico raggiunte dell’edificio, hanno valso al progetto il Prix national de la Construction Bois Auvergne-Rhône-Alpes 2017.
Le grandi campate ottenibili dalla prefabbricazione in legno sono poi una scelta ideale, ed ampiamente applicata in Francia per gli impianti sportivi, dove sono richieste ampie estensioni di copertura a vista. La combinazione di legno e cemento è un modo efficace ed economico per ottenere una struttura solida e rinforzata che provveda anche allo sbarramento interno antincendio.

Mara Corradi

Architects: Dietrich | Untertrifaller Architects with Tekhnê Architectes
Client: City of Lyon
Location: F-Lyon, Place du Traité de Rome
Project management: Ulrike Bale-Gabriel
Competition: 2013
Construction period: 2014-2016
Floor space: 2,680 sqm
Capacity: 200 students + locals
Structural engineering timber: Arborescence, Bourg St. Maurice
Structural engineering concrete: DPI, Villeurbanne
Building services: Astrius, Lyon
Building physics: Eegenie, Lyon
Costs: Denizou, Villeurbanne
Photos: © Julien Lanoo
Photos construction site and plans: © Dietrich | Untertrifaller

Prix national de la Construction Bois Auvergne-Rhône-Alpes 2017

 


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