02-03-2023

Cucire l’architettura come una bambola di pezza

Delmulle Delmulle Architecten,

Piet Albert Goethals, Johnny Umans,

Belgio,

Ville,

La sorprendente soluzione di recupero di un’abitazione tutelata nella Zoute di Knokke-Heist, rinomata località turistica sulle coste belghe, al confine con l’Olanda. Delmulle Delmulle taglia il volume in parti per sostituire il piano terra con un nuovo livello trasparente.



Cucire l’architettura come una bambola di pezza

Soggiornando a Knokke-Heist, nelle Fiandre Occidentali, si può avere l’impressione di essere approdati in una città evoluta sull’idea dei propri confini. Nel corso del XX secolo, quando maggiormente fiorì grazie al turismo, la volontà sembra sia stata quella di sfuggire a qualsiasi definizione urbanistica ed economica. Nata come una scommessa immobiliare, salvando le sue terre sabbiose dal Mare del Nord tra Ottocento e Novecento, si trasformò ben presto in rinomata meta vacanziera, condizione che sussiste tutt’oggi, negli anni Settanta divenne famosa grazie a Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely e questo fece la sua fortuna come destinazione culturale di una facoltosa élite europea. Ciononostante, non abbandonò la sua vocazione naturalistica creando la riserva di Zwin e costruì uno dei migliori campi da golf d’Europa, secondo l’opinione comune. Ci fermiamo qui ma lunga è ancora la lista delle sue molteplici anime che hanno prodotto anche un indefinibile linguaggio architettonico che vanta tratti nordeuropei e inglesi. Le eleganti ville bianche o in mattoni punteggiano un dolce e rigoglioso paesaggio che lambisce la zona sabbiosa delle sue coste, costituendo la Zoute nel centro della città.

Questa premessa è essenziale per comprendere il contesto in cui ha lavorato lo studio di Seger e Frank Delmulle a Petegem-aan-de-Schelde, in Belgio, e il motivo per cui gli architetti abbiano voluto dare alla ristrutturazione di una villa per vacanze l’appellativo enigmatico di “Rag doll house” . Sono proprio loro a raccontarci come il paesaggio di Knokke-Heist costituisca un inedito insieme di fattorie, castelli, ville dai tetti a padiglione e case minimaliste, in cui ogni architettura manifesta di aver ricevuto un’influenza molteplice, dalla storia locale o dai suoi costumi.
L’abitazione in questione, vincolata ai sensi del patrimonio storico, presenta due piani più il livello del tetto mansardato e sorge su uno dei terreni strappati alle dune di sabbia, 900 metri quadrati che la distanziano da un contesto residenziale affine per tipologia e storicità.
La bellezza dei suoi tratti originali, del tetto a due falde pronunciate e con pianta a T, i muri di mattoni e le sezioni intonacate di bianco erano i principali elementi da salvare, mentre la necessità di ampliare la metratura dotando gli spazi di alcuni comfort come lavanderia, palestra ecc. hanno portato ad agire sul piano terra e sull’interrato.

I fonti storici dotati di finestre strette, la ridotta presenza di aperture sul versante sud, specialmente al piano terra, aveva trasformato la zona giorno in un insieme di cupi ambienti bui, sicché la richiesta di illuminazione naturale diventò l’espediente per trasformare la casa alla sua base, nel vero senso della parola.
Lo sfondamento del terreno per la costruzione del piano seminterrato, più esteso rispetto all’impronta dei piani superiori per richiesta di maggior spazio, in cantiere comportò la fase di appoggio dei piani primo e secondo su micropali. La si può ammirare nei suggestivi scatti che ritraggono la parte superiore della casa come se fosse sospesa in aria.

Il volume è stato letteralmente tagliato e poi riassemblato a pezzi, proprio come si fa cucendo una bambola di pezza. In questa fase però è stato completamente ripensato il piano terra che è stato concepito quale scatola di vetro su cui appoggiare i piani soprastanti. L’effetto di galleggiamento, tanto suggestivo, permane così anche a conclusione dell’opera. Il piano terra, in cui la zona giorno è completamente ripensata, acquisisce in questo modo copiosa luce naturale. L’assenza di murature che circoscrivano lo spazio offre un’inedita simbiosi con l’ambiente esterno e il contesto marittimo, a cui si accede direttamente per mezzo delle grandi vetrate scorrevoli. Ha contribuito l’accurata progettazione del verde da parte di Denis Dujardin, che ha innestato solo piante dunali locali, ma anche la terrazza circolare in pietra naturale che ricorda la sabbia a poca distanza.

di Mara Corradi

Architecture Firm: Delmulle Delmulle Architecten delmulledelmulle.be @segerdelmulle
Team: Seger Delmulle, Frank Delmulle, May Lynn Doll, Joachim Provoost
Client: Private
Start of work: 2018
Completion Year: 2020
Gross area: 900m2
Building area: 390m2
Location: 8300 Knokke Heist, Belgium

Photo credits (01-04, 06-18): Johnny Umans www.johnnyumans.be @johnnyumans
Photo credits (05): Piet Albert Goethals www.pietalbertgoethals.com


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