23-03-2020

ONSTAGE: INTERVISTA CON MVRDV

MVRDV,

Daria Scagliola, Stijn Brakkee, Ossip van Duivenbode,

Rotterdam, Hannover, Amsterdam,

Architettura e Cultura,

Future,

Interview,

"Architettura innovativa, realistica e straordinaria per un mondo che cambia", - MVRDV



<strong>ONSTAGE: INTERVISTA CON MVRDV</strong> Nel 2014 sarà la volta di un'altra struttura estremamente iconica, la Markthal Hall di Rotterdam, una superficie di 95.000 metri quadrati per una piazza coperta da giganteschi, coloratissimi fiori, insetti e prodotti alimentari riprodotti su una pelle di alluminio, un murale opera di due artisti, Arno Coenen e Iris Roskam, con voluto riferimento alle nature morte olandesi del 17° secolo, di grande impatto e forte richiamo sul pubblico in forza della composizione estremamente vivace ed attraente. Il mercato, situato nel cuore storico della città, è diventato un punto focale per tutti i quartieri e ha incoraggiato ovunque nuove prospettive per aree di analoga destinazione d’uso. La sua composizione ibrida, creata dall’accostamento sinergico del settore pubblico e di quello privato, di attività e funzioni differenti fra loro—bancarelle e negozi di prodotti freschi, supermercati, ristoranti e caffè in stretta prossimità con appartamenti disposti lungo l’ampia volta che enfatizza il carattere di apertura dell’edificio— ha sicuramente contribuito al successo di questa trasformazione che vede il luogo affollato giorno e notte.  

Un’instancabile fiducia ed ottimismo nelle inesauribili risorse di creatività ed originalità caratterizzano molte soluzioni e proposte del gruppo olandese che, non adattandosi a standard lontani da raggiungimenti d’eccellenza, o a limitazioni di certi sistemi di costruzione che non permettono di progredire ma costringono a languire in procedimenti ripetitivi, reinventa formule ed avanza idee molto innovative, senza trascurare l’aspetto fondamentale della fattibilità. Appartiene alla serie di queste ideazioni, che alimentano la sfera dell’immaginario, la spettacolare realizzazione in mattoni di vetro della facciata concepita per Crystal Houses di Amsterdam, al momento flagship store di Hermes. In un graduale processo di smaterializzazione della parete di tamponatura frontale, i mattoni in terracotta, tipici delle facciate vernacolari della città, sono stati sostituiti da identici blocchi in vetro, offrendo un’inaspettata miscela di tradizione e modernità. La boutique soddisfa l’esigenza di forte visibilità della brand e lo fa attraverso questa facciata-vetrina che disvela con la sua trasparenza il contenuto dell’interno, invitando il passante ad entrare ed esplorare. È un’idea estremamente innovativa che, sia dal punto di vista estetico che da quello costruttivo ingegneristico, appaga il desiderio sfrenato, ormai globalizzato, di un high-end retail, alla continua ricerca di un carattere che lo aiuti a trovare un’unicità fortemente distintiva, ma che non intende rinunciare ad una continuità con il proprio heritage contestuale. Contemporaneità e passato si compenetrano grazie ad una regia istrionica che si avvale di grande versatilità e molta poesia.

Winy Maas è uno dei tre membri fondatori di MVRDV, professore di architettura ed urbanistica a Delft University of Technology e visiting professor di progettazione architettonica a Massachusetts Institute of Technology. È stato creatore ed è responsabile del gruppo indipendente di esperti, The Why Factory, istituto di ricerca globale che affronta importanti problematiche e propone idee d'avanguardia su possibili scenari futuri dell'architettura. The Why Factory ha pubblicato una grande quantità di libri che analizzano questi temi : Visionary Cities (2009), Green Dream (2010), We Want World Wonders (2014), Absolute Leisure (2016), Copy Paste, (2017) PoroCity ed il più recente Towers of Choices.  Chi meglio di lui, invitato dalla rivista Domus come redattore ospite per tutto l’arco dell’anno 2019, avrebbe potuto dedicarsi ad una riflessione strategica su temi del futuro dell'urbanistica, dell'architettura, dell'umanità e dello spazio?

Ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Jan Knikker, partner di MVRDV, Strategia e Sviluppo.

1. Uno, fra i vostri tanti progetti, che le è particolarmente a cuore, che ha determinato una svolta nel modo di approcciare e fare architettura in un certo settore o tipologia.  

Il nostro primo progetto, vincitore europeo 1992, Berlin Voids ha un posto speciale nel mio cuore. Il lavoro prevedeva già l'essenza di molti dei nostri progetti. Si è occupato della densità del sito, della combinazione e ridefinizione delle tipologie e di una componente sociale. La società che possiamo modellare e creare come architetti.

2. A cosa crede sia dovuto il successo di MVRDV in un’epoca in cui tutti cercano di avere una forte visibilità?

Non sono sicuro che tutti cerchino di raggiungere una forte visibilità, potrei anche nominare molti architetti particolarmente contemplativi e riservati, dediti ad una straordinaria artigianalità, basti considerare i recenti vincitori del Pritzker, parecchi sono meno visibili. La nostra visibilità è forse parte della nostra filosofia secondo la quale pensiamo che l'architettura debba parlare immediatamente alle persone, la voglia di creare un'architettura straordinaria che sia comprensibile. Riteniamo importante questo perché tutta la nostra architettura è così stratificata e complessa che questa prima esperienza, la ‘battuta’ è necessaria per instaurare una connessione con gli utenti e il pubblico, altrimenti gli edifici non ‘parlerebbero’.

3. In una realtà sempre più dominata dal mezzo virtuale non siamo mai stati così connessi e così isolati. Pensa che noi architetti possiamo aiutare quei contatti fisici tra le persone, che la tecnologia ha in parte eliminato?

Sì possiamo. Un esempio divertente è il design di una compagnia olandese di interni per McDonalds. Constatando il fatto che i loro ospiti non parlassero più, ma guardassero sui loro telefoni, hanno creato nei ristoranti delle tribune con piccoli tavoli in modo che possano sedersi uno accanto all’altro, guardando il telefono del vicino. Questo design molto semplice ma estremamente efficace dimostra che possiamo aiutare a cambiare il comportamento in meglio. Su una scala molto più ampia lo facciamo con l'urbanistica, crediamo ancora nel ‘maatschappij maakbare’, cioè nel poter plasmare la società.

4. Strategie molto simili stanno implementando le città intelligenti che si vedono nascere un pò in tutto il mondo: cosa ne sarà di quel vernacolare che ricorre a mò di leitmotiv nei vostri progetti e si preoccupa di salvaguardare un patrimonio culturale, molto variegato, che contraddistingue paesi, città e nazioni e non dovrebbe morire?

Le città intelligenti in questo momento sono spesso una combinazione di architettura insipido ed urbanismo con uno strato di tecnologia che invade la privacy. Tuttavia, abbiamo appena iniziato ad apprezzare appieno le infinite possibilità di questa nuova tecnologia, in particolare nella pianificazione urbana possiamo lavorare con app e big data per migliorare il nostro lavoro; invece di indovinare l’accesso di quante automobili un sito necessita, ora possiamo fare affidamento ad esempio su dati in tempo reale, comprese proiezioni per il futuro, che potrebbero influenzare la progettazione dell'accesso e dell'infrastruttura. Davvero promettenti sono le applicazioni web basate su informazioni in tempo reale per la pianificazione urbana, che possono consentire alle persone di progettare e influenzare il proprio ambiente. Come stiamo sperimentando al momento ad Almere Oosterwold, un’urbanistica che non segue le regole tradizionali, ma un piano che è una pianificazione urbana totale fai-da-te, creata dalla gente e aiutata da algoritmi e logaritmi complessi, in questo modo la pianificazione urbana diventa un gioco serio.

5. Quali rimedi in quel ‘kit di sopravvivenza per il futuro’, a cui lavorate da più di 20 anni, dai tempi della fiera di Hannover, secondo lei, s’impongono per un futuro migliore?

Vogliamo che tutti i nostri edifici, parchi e piani urbani realizzino una moltitudine di ambizioni perché dobbiamo risolvere delle urgenze globali. Il settore delle costruzioni è responsabile di almeno il 30% delle emissioni globali e dobbiamo modificarle. Quindi la prima priorità è realizzare meravigliosi progetti perfetti per il cliente, questo può suonare strano se la prima priorità è la sostenibilità, ma l'amore è sostenibile. Se un edificio è amato e funziona bene, non verrà demolito e questo porta alla priorità numero uno. La successiva è la tecnologia sostenibile per mantenere basso il consumo di energia e quindi vogliamo anche aggiungere ulteriori parametri. I nostri progetti dovrebbero essere sociali, eccezionali, innovativi, avventurosi, inclusivi, finanziariamente sicuri, fondamentalmente fantastici da usare e anche un certo senso di umorismo pensiamo sia importante nella vita.

Virginia Cucchi


Crediti:
All projects of MVRDV
https://www.mvrdv.nl/

Urban Air Mobility City Integration
2018-2020, partners Systra, Tractebel Engie, ETH Zurich, Bauhaus Luftahrt, MIT, Upstone
Renders: © MVRDV

Expo 2000 
Hannover, Germany
Netherlands Pavilion
Photo: Courtesy of MVRDV

Markthal 
Rotterdam, Netherlands 2014
Photo: Courtesy of MVRDV  © Ossip van Duivenbode - © Daria Scagliola/Stijn Brakke
Artwork: Arno Coenen and Iris Roskam

Crystal House
Amsterdam, Netherlands 2016
Flagstore Hermes
Photo: Courtesy of MVRDV © Daria Scagliola & Stijn Brakkee


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