23-09-2020
Attraverso le Alpi mostra sulle trasformazioni del paesaggio alpino

Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Novara VCO (Novara e Verbano-Cusio-Ossola), Sondrio, Trento, Torino, Udine e Vercelli, in rigoroso ordine alfabetico sono queste le dieci province italiane sedi delle contemporanee mostre "Attraverso le Alpi", il racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino voluto dall'Associazione Architetti Arco Alpino (AAA) e realizzato dal collettivo Urban Reports. Dieci province italiane che coprono l'intero arco alpino italiano, dal confine francese a quello sloveno. Un territorio oggetto delle trasformazioni raccontate attraverso i 274 scatti realizzati dal collettivo lungo le strade e i sentieri delle Val Tanaro (CN), Val Chisone (CMTO), conca di Saint-Nicolas (AO), Val Sermenza e Val d’Otro (VC), Val Divedro (NOVCO), Valmalenco (SO), Val di Rabbi (TN), Val Martello (BZ), e dai territori tra Cadore e Comelico (BL) e Val Canale (UD). La mostra fotografica aggiunge un ulteriore tassello alla conoscenza del territorio alpino e dà continuità al progetto che l’associazione AAA ha intrapreso dal 2016-17 con il contest Rassegna di Architettura Arco Alpino. In quell'occasione la lettura e l'interpretazione dei paesaggi alpini era costruita attraverso l'architettura dei 246 progetti realizzati e presentati per il contest. Le fotografie invece documentano l'utilizzo del territorio e testimoniano “la relazione dialettica ed evolutiva tra l’uomo e l’ambiente in cui vive” come sottolineato dall'architetto Alberto Winterle, presidente dell'associazione.
Le immagini raccontano di un paesaggio che attraverso i suoi centri abitati, le infrastrutture, le coltivazioni e gli allevamenti, e più in generale tutti i segni del passaggio dell'uomo mostra le storie, le culture, i modi di abitare e lavorare che si sono stratificati nel tempo e che in alcuni casi sono diventate profonde cicatrici per un territorio fragile e da proteggere. Una situazione aggravata da una concezione della montagna non più come di un “patrimonio comune” da salvaguardare e tramandare, ma come di un prodotto da cui ricavare un profitto in termini economici. Gli effetti immediati di questa mutata concezione sono lottizzazioni e una sovraproduzione di seconde case nella bassa-media valle e di contro lo spopolamento di intere comunità o con immobili vuoti per lunghi periodi nelle “terre alte”.
Gli aspetti delle nuove forme dell'abitare costituiscono un primo capitolo del racconto fotografico di Urban Reports. Il secondo riguarda la produzione e si sviluppa attraverso le immagini dei segni lasciati dallo sfruttamento delle risorse locali (agricole, industriali o estrattive) che nel tempo hanno plasmato il territorio. Quelli che consideriamo landmark o land-art che segnano il territorio e che oggi appaiono come cave dismesse, esempi di archeologia industriale, involucri vuoti e luoghi abbandonati, erano un tempo vivaci centri di produzione, di estrazione di pietra o metalli. L'ultimo capito dell'indagine fotografica è dedicato ai “meccanismi”, intendendo con queste termine quegli interventi che rendono possibile la convivenza tra uomo e montagna. Si tratta di micro e macro-infrastrutture come reti, protezioni, strade, ponti, bacini di raccolta, dossi, muri di contenimento, parcheggi ecc. Piccoli e grandi interventi che modellano il paesaggio, vere e proprie azioni di contenimento che l'uomo opera nei confronti della natura.
Il progetto condotto dall'associazione AAA mette in evidenza come nella diversità, le comunità stanziali dell'arco alpino debbano affrontare sfide e perseguire intenti comuni, seguendo gli esempi di comunità resistenti e anche di riscoperta e ritorno nelle “terre alte” considerate come beni ambientali collettivi e ripensando “il territorio alpino come paesaggio culturale e patrimonio comune insostituibile”.
(Agnese Bifulco)
Images courtesy of Associazione Architetti Arco Alpino, photo by Alessandro Guida (01-06), Davide Curatola Soprana (07-08), Isabella Sassi Farias (09-10)
Didascalie
01: Alessandro Guida, prov. Udine - Architettura rurale, località Valbruna, valle: Val Saisera (UD)
02: Alessandro Guida, prov. Aosta - Edificio di nuova costruzione a impatto zero, valle: Saint-Nicolas (AO)
03: Alessandro Guida, prov. Sondrio - Le pareti della cava di Serpentino, loc. Chiesa Valmalenco (SO), valle: Valmalenco (SO)
04: Alessandro Guida, prov. Torino - Riappropriazione di infrastruttura post alluvione del 2000, loc. Jartousiere, valle: Val Chisone (TO)
05: Alessandro Guida, prov. Vercelli - Chalet di montagna, loc. Carcoforo, valle: Val Sermenza (VC)
06: Alessandro Guida, prov. Novara, Verbania Cusio Ossola - Seconde case, loc. San Domenico, valle Val Divedro (NO-VCO)
07: Davide Curatola Soprana, prov. Belluno - Il fronte della diga del Piave sul lago di Cadore, loc. Pieve di Cadore, valle: Comelico/Cadore (BL)
08: Davide Curatola Soprana, prov. Trento - Attrezzature turistiche: il parcheggio e l’inizio del percorso verso le Cascate del Saent, loc. Rabbi, valle: Val di Rabbi (TN)
09: Isabella Sassi Farias, prov. Bolzano - Punto panoramico lungo il sentiero glaciologico nelle gole del Rio Plima, valle: Val Martello (BZ)
10: Isabella Sassi Farias, prov. Cuneo – Galleria, loc. Gola delle Fascette, valle: Val Tanaro (CN)