03-12-2021

Rafiq Azam: Moschea Mayor Mohammad Hanif Jame, Dacca

Rafiq Azam, Shatotto architecture for green living,

Asif Salman, City Syntax, Mike Kelley, Will Scott,

Dhaka, Bangladesh,

Edifici Pubblici,

Il primo progetto per una moschea, quello della Mayor Mohammad Hanif Jame Mosque a Dacca, è per Rafiq Azam l’occasione di realizzare un centro religioso che sia anche un centro civico. I segni contemporanei del lavoro di Rafiq Azam si innestano nella tradizione costruttiva bengalese.



Rafiq Azam: Moschea Mayor Mohammad Hanif Jame, Dacca

L’ultima architettura progettata dal bengalese Rafiq Azam, fondatore di Shatotto Architecture for green living, è una moschea che sorge ad Azimpur, il quartiere che ospita uno dei più grandi cimiteri di Dacca.
Con i progetti del suo studio Shatotto, fondato nel 1995, è divenuto un ambasciatore della cultura del Bangladesh in Occidente, ma Rafiq Azam non aveva ancora mai lavorato al progetto di una moschea. Riconoscendosi nell’Islam non quanto a fede religiosa, ma quanto a rigore morale, come lui stesso afferma, con il progetto della Moschea Mayor Mohammad Hanif Jame, Azam riesce nell’intento di realizzare un centro di spiritualità che sia anche un centro civico, in cui i fedeli vanno a pregare e poi sono spinti a restare insieme.
Azimpur è un quartiere residenziale che fa parte dell’area della città più antica, fondata dalla dinastia Moghul oltre 400 anni fa. La Dhaka South City Corporation, un organismo di governo della capitale bengalese e proprietaria dell’area, ha commissionato a Rafiq Azam la costruzione di una nuova moschea intitolata a Mohammad Hanif, che fu sindaco di Dacca dal 1994 al 2002. L’edificio sorge accanto al cimitero di Azimpur, tra le tombe e la strada, e costituisce simbolicamente e funzionalmente una porta tra le due città, quella dei vivi e quella dei morti. La sua planimetria è effettivamente concepita quale luogo di passaggio, ponendo al centro del sito la cosiddetta “sahn”, che tradizionalmente è l’area scoperta collocata accanto all’ingresso della sala principale della moschea. La “sahn” divide in due il sito, separando la zona riservata alla preghiera maschile e quella riservata alle donne, che costituiscono rispettivamente un volume più grande a ovest e uno minore a est. Rispetto alla pubblica via, questa terrazza si solleva di qualche gradino, ponendosi in una posizione privilegiata. Interrompe l’asse nord-sud una passerella in vetro con cui il progetto collega i piani superiori dei due blocchi edilizi, cioè il secondo livello della sala di preghiera maschile con gli uffici e le camere dei funzionari religiosi, collocati a est, sopra l’area delle abluzioni maschili.
Progettando uno spazio per sua natura affollato, Rafiq Azam concepisce un impianto planimetrico di immediata comprensione: una direttrice principale che offre un intenso colpo d’occhio dall’ingresso verso il cimitero e una secondaria, più privata, che unisce i due blocchi edilizi a una quota superiore, incorniciando la prospettiva.
Lo spazio della preghiera femminile è evidentemente più piccolo e dimesso, con la stanza delle abluzioni al piano terra e quella della preghiera al piano superiore. A questo ambiente, tuttavia, Rafiq Azam riserva uno dei segni più tipici del suo linguaggio architettonico: un giardino pensile con il suo grande occhio circolare in copertura, ispirato alle geometrie di Louis Kahn. Dispositivo scenico, sonoro e climatico allo stesso tempo, accompagna la spiritualità femminile in un ambiente più raccolto.

Pur nella distinzione delle parti, Azam realizza lo stesso pavimento in pietra grigia per tutte le parti comuni della moschea: negli interni come negli esterni, le lastre sono posate con orientamento nord-sud e con precisa scansione per aiutare i fedeli nell’atto di inginocchiarsi. In questo modo, durante i raduni più affollati, come l’Id al-fitr, la festività per la fine del digiuno di Ramadan, la “sahn” può essere usata come spazio aggiuntivo di preghiera.
L’uso del mattone, da sempre prodotto localmente, fa riferimento ai monumenti religiosi nazionali, quali per esempio le moschee Khan Mohammad Mridha e Azam Shah, costruite dai Moghul nei pressi del Fort Lalbagh, nel centro di Dacca. Le “mashrabiyya”, elemento di protezione dagli sguardi altrui, molto diffuso nell’architettura del Medio ed Estremo Oriente, si inserisce a delimitazione della zona femminile come di quella maschile, dove si alterna ad ampie vetrate. Come anticamente, viene impiegato anche per favorire la ventilazione naturale degli ambienti interni.
Di forte impatto sono poi gli interni di quella che è considerata la sala principale, un open space su due livelli, retto al centro da colonne in cemento che si allargano verso l’alto come fronde di alberi per reggere la soletta sovrastante. Durante il giorno la luce entra dalle finestre a tutta altezza del fronte est, dalle “mashrabiyya” e dal taglio del soffitto proprio in corrispondenza dello spazio dell’Imam; al crepuscolo si accendono sia le luci delle linee a pavimento sia quelle ad anello che puntano alla sommità delle colonne. Rafiq Azam è riuscito a concepire, in entrambi i momenti, un’illuminazione discreta ma funzionale, in grado di sottolineare la qualità e l’importanza di questi spazi.
Storia e contemporaneità trovano così punti di incontro e la moschea, come crocevia tra la vita e la morte, tra la città e il cimitero, diventa anche spazio accogliente, in cui sdraiarsi in contemplazione, in cui intrattenersi con altri, assorbire energie e sentirsi accolti.

Mara Corradi
 


Architecture Firm: SHATOTTO Architecture for green living
Architect: Rafiq Azam
Design Team: Ibtesa-Moon Adittya, Ikramoon Nisa
Clients: Dhaka South City Corporation
Structural Consultants: Mohammad Akter Hossen, Mostafizur Rahman
Landscape Consultants: Rafiq Azam
MEP Consultants: Mohiminul Islam
Completion year: 2018
Gross Built up Area: 3000 sqm
Location: Azimpur, Dhaka, Bangladesh

Photo credits:
01-18: © Mike Kelley https://www.mpkelley.com/
19-20-21: © City Syntax https://www.citysyntax.com/
22-23: ©Will Scott https://www.willscottphotography.com/
24-25 © Asif Salman https://www.asifsalman.com/
27: Sketch by Rafiq Azam

 


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