
Per chi ha avuto modo di dare un’occhiata ai progetti degli altri edifici il Louvre di Jean Nouvel spicca per la sua, apparente, semplicità. E non passa inosservato nemmeno il suo forte contrasto con le torri di vetro che emergono dalla sabbia del deserto. Sorprendentemente l’architetto francese rinuncia alla sfida in altezza, sviluppando invece il corposo programma funzionale in ampiezza e frammentando il museo in 55 edifici distribuiti sopra un arcipelago artificiale. Un groviglio di percorsi e piazze attorno a tanti volumi bianchi, come se si trattasse di una piccola città, come una medina, il quartiere più antico delle città arabe. Sopra questa metaforica città nella città, si erge, come sospesa, un’imponente cupola di 180 metri di diametro, che in verità è doppia perché composta da quattro strati esterni rivestiti in acciaio inossidabile e quattro strati interni rivestiti in alluminio, separati da una struttura in acciaio alta cinque metri. La cupola ha un’altezza interna di 29 metri. Ogni strato è traforato secondo un motivo ad arabeschi che evoca le moschee, le case e palazzi islamici, quel mondo di luce e buio, mistero e rivelazione. Il motivo viene ripetuto in varie dimensioni e angoli negli otto strati sovrapposti, in modo che il fortissimo sole del deserto, penetrando, si frazioni in tanti raggi. Ne hanno contati 7850, visibili dall’interno, ma anche dall’esterno durante la notte, quando la cupola del Louvre si trasforma in un faro sul lungomare di Abu Dhabi.
Il complesso schema decorativo è il risultato di una geometria sviluppata con la Waagner Biro, l’azienda viennese specialista in strutture in acciaio che costruì la cupola del Reichstag e la copertura della corte del British Museum di Norman Foster. L’ottimizzazione delle perforazioni della cupola in funzione del rapporto tra illuminazione naturale e microclima interno, insieme agli altri sistemi di regolazione passiva del calore applicati all’intero complesso, ha reso il museo un rifugio alla calura e all’escursione termica del deserto, per i visitatori ma anche per le opere in esposizione.
E qui si comincia a comprendere che con l’abdicazione alla corsa all’edificio più imponete, Jean Nouvel ha spostato l’attenzione sulla cultura araba, prendendo una delle sue icone, la cupola appunto, ed esaltandola, facendone lo stato dell’arte in termini costruttivi: come a voler dire che in quest’architettura mediorientale si fondono l’eccellenza del progetto e della tecnologia occidentali.
E osservando il Louvre Abu Dhabi, il pensiero non può non andare indietro alla fine degli anni ’90 quando Jean Nouvel realizzò l’opera che forse lo rese un’archistar. Nell’Institut du monde arabe, il dialogo tra Parigi e l’Islam fu rappresentato da una facciata high-tech scandita da una griglia di diaframmi mobili come quelli di una macchina fotografica, in grado di regolarsi in funzione dell’intensità della luce, realizzando così una superficie in continua metamorfosi. Negli interni la trama ad arabeschi proiettava molteplici e mutevoli fasci di luce tipici delle moschee. Un esito affascinante che a trent’anni di distanza si ritrova ad Abu Dhabi, confermando quel filo diretto tra Francia e mondo arabo, tra Jean Nouvel di allora e Jean Nouvel di oggi.
Mara Corradi
Architect: Jean Nouvel (Ateliers Jean Nouvel)
Partner Architect: Hala Warde (HW architecture)
Artistic commission: Jenny Holzer, Giuseppe Penone
Project leaders:
Architecture / Interior Design / Museography : Jean-François BOURDET, Anna UGOLINI
Design: Sabrina LETOURNEUR, Frédéric IMBERT
Construction: Damien FARAUT, Athina FARAUT
Team
Senior Architects: Rolando RODRIGUEZ-LEAL, Mireia SALA FONT, Anne TRABAND, Michal TREDER, Natalia WRZASK
Concept phase: Raphael RENARD, Reda SLAOUI, Youssef TOHME, Qiang ZOU
Design Development phases:
Project Managers: Stefan Zopp, Kris GELDOF
Architects: Roula AKIKI, Alessandro BALDUCCI, Jessica CALDI, Camille DAUTY, Mark DAVIS, Stacy EISENBERG, Marion FOUCAULT, Steven FUHRMAN, Virginie HECKLE, Stéphanie MENEM, Abel PATACHO, Miguel REYES, Reda SLAOUI, Kathryn STUTTS, Jordi VINYALS, Sébastien YEOU
Construction : Mariam ABUEBEID, Sara AL SAWI, Kelly ANASTASSIOU, Donna ASHRAF, Jessica CALDI, Daniella DE ALMEIDA, Fay EL MUTWALLI, Steven FUHRMAN, Maryam HOSNY, Zaina KHAYYAT, Stéphanie MENEM, Youmna NAJJAR, Miguel REYES
Interior design: Floriane ABELLO, Lucas DUMON, Isabella GARBAGNATI, Jaiyao HUANG, Tanguy NGUYEN, François ZAB
Renderings: Artefactory (Eric ANTON) Jugulta LE CLERRE, Clément OUDIN, Raphael RENARD
Graphic design: Rafaelle ISHKINAZI, Marie MAILLARD, Léo GRUNSTEIN, Clovis VALLOIS
Engineers: Esquisse
Concept Design: ARUP
Schematic Design: BuroHappold, Transsolar
Façades : Andrew SNALUNE
Construction: BuroHappold
Expert-conseils
Museography: Renaud PIERARD
Graphic design, signage: Philippe APELOIG, Kristian SARKIS
Lighting Design: 8’18”
Scenography, multimedia: dUCKS scéno
Landscape: Michel DESVIGNE, Jean-Claude HARDY
Interior Design: Eric Nespoulous / JND
Acoustics: Studio DAP
Cost Consultant: MDA Consulting
Seismic: Setec
Models: Jean-Louis COURTOIS
Location: Saadiyat Cultural District, Saadiyat Island - Abu Dhabi - Emirati Arabi Uniti
Design: from 2006
Construction: 2013-2017
Opening: November 11, 2017
Built up area: 97,000 sqm
All gallery spaces: 8,600 sam
Permanent galleries: 6,400 sqm
Exhibitions: 2,000 sqm
Children’s Museum: 200 sqm
Auditorium: 420 sqm / 250 seats
Museum buildings
Total: 55 individual buildings
Permanent Galleries: 26 individual buildings
External buildings façade: 3,900 panels (20 sqm average format) made of ultra-high performance fibre concrete (UHPC).
Photos by © Mohamed Somji, © Roland Halbe, © Marc Domage
https://www.louvreabudhabi.ae/
http://www.saadiyatculturaldistrict.ae/