07-04-2022

Sperimentale e creativa: la ceramica è pronta per le sfide del nuovo millennio

Milano,

Mostre,

Ceramica,

Antonella Galli, Design, Iris Ceramica Group,

Aperta fino al 15 aprile negli spazi del flagship store di Iris Ceramica Group a Milano, la mostra Ceramics: Neverending Artworks è l’occasione per ammirare un corpus di ventitré ceramiche firmate da dodici grandi designer e artisti. Una riflessione e uno sguardo al futuro accompagnano il finissage dell’iniziativa, organizzata in collaborazione con la Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura.



Sperimentale e creativa: la ceramica è pronta per le sfide del nuovo millennio

Opere d’arte senza fine: così il titolo della mostra Ceramics: Neverending Artworks definisce una preziosa raccolta di ceramiche d’autore che Iris Ceramica Group ospita fino al 15 aprile negli spazi del flagship store milanese di via Santa Margherita 4, a due passi dal Duomo. La settimana pre-pasquale è l’ultima occasione per cogliere in un unico sguardo l’espressione geniale della ceramica artistica nata intorno al design radicale del gruppo Memphis e, più in generale, in seno all’arte manifatturiera italiana degli ultimi decenni, con ventitré piccoli capolavori radunati dalla gallerista Antonia Jannone e firmati da Aldo Cibic, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Ettore Sottsass, George Sowden, Luigi Serafini, Marco Zanini, Martine Bedin, Matteo Thun, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier, Peter Shire.

Una promenade suggestiva tra oggetti enigmatici ed eloquenti, che appartengono al quotidiano e lo trascendono, come i portafrutta Sugar e Camomilla o le teiere Cinnamon e Basilico della serie The Indian Memory di Ettore Sottsass, che Antonia Jannone presentò per la prima volta nella sua galleria nel 1987. O come i pezzi ironici dell’imprevedibile Luigi Serafini, come la teiera Nessie, ispirata al mostro di Loch Ness, e il vaso bianco Senza titolo e senza testa, in cui un fauno, seduto sopra una cascata di bolle, tiene in mano la propria testa (a bocca aperta). O come il vaso a forma di sfera, con la metà superiore ricoperta da piccole tegole smaltate, concepito da Martine Bedin, artista concettuale.

La ceramica non finisce di sorprendere - sembrano suggerire le opere in mostra - ed è lo spunto da cui nasce la riflessione di Federica Minozzi, Ceo del Gruppo fondato dal padre Romano, oggi Presidente, che già negli anni Sessanta aveva avviato un dialogo con artisti della ceramica di fama internazionale, ma anche emergenti: “Per il nostro Gruppo questa mostra ha significato un ritorno alle origini; ancor meglio, un percorso che parte dalle origini e che ci proietta verso il futuro. La ceramica esprime una grande cultura sia in senso artistico, sia come materia di design industriale, e noi crediamo che questa cultura debba essere scoperta e rivalorizzata. Intendiamo stimolare i nostri ricercatori ad andare oltre le abitudini, le convenzioni, per trovare nuove soluzioni alle sfide che ci attendono.” E aggiunge: “La sperimentazione fa parte del nostro Dna: siamo stati pionieri alle origini, lo siamo ancora oggi, ed è ciò su cui si è basato il successo del Gruppo. Il nostro obiettivo primario è di reingegnerizzare il materiale ceramico per renderlo in grado di migliorare l’interazione tra l’uomo e l’ambiente”.

Quindi riconnettere creatività e industria, ricerca artistica e sperimentazione funzionale sono gli ambiziosi traguardi che Iris Ceramica Group si pone, a partire dalla raffinata interpretazione che l’arte e il design, con la loro capacità di leggere ed anticipare i tempi, sanno dare di questo materiale: “Aver portato questi ventitré manufatti nel cuore di Milano”, continua Minozzi, “per noi ha un significato profondo: rappresenta una tappa del percorso che vogliamo compiere per riscoprire la ceramica come materiale prezioso, flessibile, eclettico. La ceramica è funzionalmente eccellente, ma anche capace di esprimere bellezza e di assecondare, come pochi altri materiali, la ricerca dell’arte e del progetto.” Se il mondo è di fronte a svolte epocali, è convinzione di Federica Minozzi che è necessario rispondere, “creando una nuova cultura della ceramica per il XXI secolo”. E poi, come afferma Antonia Jannone, “quella della ceramica è una storia bellissima, e l’Italia è piena di geni”.

Antonella Galli

Ceramics: Neverending Artworks
01 Ettore Sottsass, The Indian Memory, portafrutta Sugar
02 Federica Minozzi portrait
03 Michele De Lucchi, vaso
04 Martine Bedin, vaso bianco, e Luigi Serafini, teiera Nessie
05 Peter Shire, Mini peach stack e Mexican dress bell gardens
06 George Sowden, vaso
07 Ettore Sottsass, The Indian Memory, teiera Basilico
08 Matteo Thun, vaso da fiori Teje
09 Marco Zanini, vaso in ceramica dorata
10 Alessandro Mendini, Colonne
11 Michele De Lucchi, vaso


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