20-09-2023

Gio Ponti e gli anni Venti: esordio ‘ceramico’ di un genio

Gio Ponti,

Ceramica,

Antonella Galli,

Nel 1923 un giovane Ponti viene incaricato di rilanciare la manifattura di ceramica e porcellana Richard-Ginori. Nel giro di pochi anni l’architetto cambia il destino dell’azienda e imprime una direzione nuova alla ceramica italiana. Come testimoniano i cento pezzi rari e inediti in mostra al MIDeC di Laveno Mombello.



Gio Ponti e gli anni Venti: esordio ‘ceramico’ di un genio

Uno dei talenti di Gio Ponti era quello di saper cogliere lo spirito dei tempi e, spesso, di anticiparlo. Un’attitudine fortunata, che dimostrò sin dall’inizio del suo percorso professionale e che gli garantì una notorietà precoce, anche internazionale. Ne rende testimonianza la piccola e preziosa mostra “100% Un centenario e cento pezzi. Richard-Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese”, in corso al MIDeC, il Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno Mombello, ospitato nel cinquecentesco Palazzo Perabò sulle sponde varesine del Lago Maggiore. Il numero cento si moltiplica nei due elementi attorno a cui ruota l’esposizione: il centenario della prima Mostra Biennale delle Arti Decorative, che si tenne a Monza nel 1923 (e che dal 1933 si trasformò nella Triennale di Milano) e le cento ceramiche in mostra al MIDeC, firmate da Ponti e realizzate come direttore artistico della Richard-Ginori, prestate per l’occasione da un appassionato collezionista lavenese.

Il corpus delle ceramiche esposte, realizzate tra il 1923 e il 1930, è emblematico degli anni in cui Ponti fu direttore artistico della Società Ceramica Richard-Ginori, incarico che assunse nel 1923 e che mantenne per un decennio, un tempo utile a rivoluzionare la storia della società e favorire l’avvento del design nell’ambito della manifattura ceramica italiana. L’azienda, come altre in quell’epoca, pur forte di una tradizione secolare, faticava a svecchiare la produzione e a stare al passo con il gusto della nuova borghesia, oltre che con le dinamiche industriali che avevano investito la ceramica in tutta Europa. Ponti, architetto trentenne e sconosciuto, seppe fare il miracolo già nei primi anni del suo incarico, mettendo in luce la produzione nelle manifestazioni nazionali e internazionali.

Le ceramiche in mostra sono vasi di varie forme, coppe, ciotole, piatti ornamentali, ciste, quadri, sculture, una grande bomboniera, finanche un portafiammiferi con manici a forma di ali e un decoro astratto blu e rosso di sorprendente modernità. Alcune di queste facevano parte del nucleo di pezzi che Ponti scelse come rappresentativo della Richard-Ginori alla prima Mostra Biennale delle Arti Decorative del 1923, alla Villa Reale di Monza, dove ottenne grande successo. Altre vennero esposte nelle edizioni a seguire. Le Biennali di quegli anni rappresentano passaggi cruciali per lo sviluppo del design italiano, poiché il fondatore della manifestazione, il critico d’arte, attivista e intellettuale Guido Marangoni intendeva rilanciare le arti applicate italiane in un momento di stagnazione, integrandole alla produzione industriale. Il suo intento era di spingere gli artisti e i creativi a “mettersi al servizio delle industrie, accettando la possibilità di una prospettiva seriale della propria arte: gli industriali a rinunciare a prodotti economicamente vantaggiosi, ma di scadente qualità estetica”, come spiega Giacinta Cavagna di Gualdana, curatrice della mostra insieme ad Anty Pansera, conservatrice del MIDeC.

Nelle forme, nei decori e nei soggetti di Ponti c’è lo studio dell’antico (nota era la sua passione per l’archeologia, per il mondo classico e per il Rinascimento), la conoscenza della tradizione figurativa italica, inclusa quella vernacolare, che seppe tradurre con ironia e leggerezza, inserendo nelle decorazioni anche elementi di prosaica attualità, come le colorate divise dei fantini (e i loro nomi) nella coppa I Fantini, o gli angeli che giocano a golf nella Coppa del golf, o ancora i ballerini in abiti contadini della grande bomboniera Balletto-Omaggio agli snob. Indimenticabili le ‘sue’ donne adagiate tra nuvole e corde (le morbide e sorridenti Emerenziana, Domitilla, Donatella su ciotole e piatti della serie Le mie donne) o la profetica Venere stracciona, appoggiata a un bastone con stracci logori e un cappello bucato (piatto ornamentale). Ponti ha ben chiaro che ‘l’industria è la maniera del XX secolo’, come afferma, e in tal senso si muove, creando serie e decori che poi formeranno famiglie di prodotti. E innova anche le tecniche e i colori, inventando con i tecnici dell’azienda il blu a gran fuoco, il gran rosso di Doccia, l’oro a punta d’agata, il nero metallico. Progetto e innovazione, senso del mercato e lettura sociale: la lezione che emerge da questa rassegna è illuminante non solo per gli esiti, ma anche - e soprattutto – per il metodo della produzione artistica applicata all’industria, ancora oggi paradigmatico.

Antonella Galli

Mostra “100% Un centenario e cento pezzi: Richard-Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese”
A cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana
Allestimento dello scenografo Ivo Tomasi

MIDeC - Museo Internazionale Design Ceramico
Lungolago Perabò 5
Cerro di Laveno Mombello (VA)
midec.org

Fino all’8 ottobre 2023

Didascalie
01 Gio Ponti, Donatella - Serie Le mie donne, piatto da parata, H 5,8 cm, D 47,5 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, 1925
02 Gio Ponti, Balletto-Omaggio agli snob, grande bomboniera, D 32,5 cm, porcellana, Società Ceramica Richard-Ginori, 1925
03 Gio Ponti, Mappamondo figurato, vaso sferico, H 32 cm, D 30 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, 1928-1930. Sullo sfondo, a sinistra, Gio Ponti, Le mie terre, vaso sferico; a destra, Gio Ponti, Venatoria, vaso sferico.
04, 05, 07, 08 Opere in mostra, provenienti da una collezione privata lavenese, firmate da Gio Ponti e realizzate per Richard-Ginori.
06 Gio Ponti, I Fantini, coppa, H 19,4 cm, D 15,5 cm, porcellana, Società Ceramica Richard-Ginori, 1929-30 e Coppa del Golf, coppa svasata, H 18 cm, D 21 cm, porcellana, Società Ceramica Richard-Ginori, 1930 c.
09 Gio Ponti, Venatoria, vaso sferico, H 34,5 cm, D 30 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, 1928-1930
10 Gio Ponti, Fumatore stanco, 17 cm x 15 cm x 7 cm, vaso, terraglia, Società Ceramica Richard-Ginori, 1930 c.
11 Gio Ponti, Il pellegrino stanco, scultura in maiolica policroma, 25 cm x 21 cm x 16,3 cm, Società Ceramica Richard-Ginori, 1925-1928, modellata da Salvatore Saponaro
12 Gio Ponti, Domitilla - Serie Le mie donne, ciotola ovale, H 11,2 cm x 24,3 cm x 12,4 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, s.d.
13 Gio Ponti, Portafiammiferi a sezione ovale con due ali ai lati come manici, 5,3 cm x 11,5 cm x 3,3 cm, porcellana, Società Ceramica Richard-Ginori, 1928-30


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