25-04-2022

Il Palazzo di Mariano Fortuny, artista e designer che non finisce di stupire

Venezia, Italia,

Mostre,

Antonella Galli, Design,

Ha riaperto a Venezia la casa-museo di Mariano Fortuny y Madrazo, eclettico genio che ha segnato la prima metà del Novecento con le sue invenzioni nel campo dell’illuminazione, della moda, del progetto scenografico e di interni. Riallestito da Pier Luigi Pizzi, architetto e maestro della regia teatrale, il Palazzo ritrova l’anima del proprietario e svela molteplici percorsi di ricerca.



Il Palazzo di Mariano Fortuny, artista e designer che non finisce di stupire

Campo San Beneto, Venezia, a pochi passi dalla fermata Sant’Angelo del vaporetto, sul Canal Grande. È domenica, una mattina di aprile dall’aria trasparente e serena, eredità del fortunale di bora della sera precedente. Pier Luigi Pizzi, maestro della regia e della scenografia teatrale italiana, 92 anni splendidamente portati (classe 1930 - me lo devo ripetere due volte, affascinata dal suo sguardo rapido ed instancabilmente curioso), mi conduce alla scoperta della sua ultima creazione, l’allestimento del Museo Fortuny. Dopo l’Acqua Granda del novembre 2019, che aveva danneggiato fortemente il piano terra, il Palazzo è stato restaurato e riaperto; i lavori sono stati seguiti dal Comune e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, intrapresi grazie a consistenti finanziamenti privati. Dal 9 marzo 2022 Palazzo Fortuny è visitabile negli spazi del portego a piano terra e del primo piano nobile; sperabilmente a giugno, verrà aperto anche il secondo piano. Il riallestimento dell’intero complesso, a cui hanno collaborato Gabriella Belli e Chiara Squarcina, aveva l’obiettivo di ‘riportare Mariano Fortuny a casa sua’, come racconta amabilmente lo stesso Pizzi, ‘recuperando e mettendo in mostra l’incredibile patrimonio di quadri, libri, sculture, oggetti, abiti, tessuti, lampade, incisioni, disegni e modelli che giacevano in bauli e ripostigli nel Palazzo e negli archivi.’

Un patrimonio inestimabile, che era stato accantonato per fare spazio a esposizioni temporanee che avevano in qualche modo oscurato il segno lasciato da Fortuny nel Palazzo, sua dimora, atelier e anche fabbrica, dal 1898 fino alla sua morte avvenuta nel 1949. Pier Luigi Pizzi, da par suo, ha studiato, ha esplorato le vicende, i pensieri, gli scritti e le opere di Mariano Fortuny, nato nel 1871 a Granada, per riportarne in vita, almeno in senso scenografico e allestitivo, la sua anima di instancabile ricercatore e creatore. La peculiarità di questa multiforme personalità, secondo Pizzi, sta proprio nella sua capacità di applicare all’intuizione artistica l’invenzione pratica, con uno spirito molto più vicino al design che all’arte. Fortuny disegnava, incideva, dipingeva, ma soprattutto inventava procedure e tecnologie in vari ambiti, dalla moda al teatro, al progetto di interni, brevettando e registrando ogni sua invenzione. Creò così i pigmenti e le resine, ma anche i macchinari per la stampa su tessuto, per cui divenne celebre nel mondo: brevettò cinquanta colori per dipingere (le tempere Fortuny), ideò modelli di abiti che passarono alla storia, come il Delphos, insieme alla moglie Henriette Nigrin, anche musa e sodale, e le tecnologie per creare la plissettatura che caratterizzava l’abito. Inventò la cupola che consentiva alle scenografie teatrali di ottenere effetti di luce diffusa e di atmosfera naturale, compreso quello del cielo nuvoloso. Inventò lampadari realizzati con il tessuto, ma anche tavolini portatili, scaffalature mobili per gli artisti, per contenere colori e i pennelli, e con una lampada integrata. Progettò e costruì gli arredi del Palazzo, le vetrine, le armadiature della biblioteca, i cavalletti. Un creativo a tutto campo, che si circondò di bellezza, cultura, idee nel suo Palazzo nel cuore di Venezia.

L’allestimento di Pier Luigi Pizzi ha riportato la luce dento agli spazi del portego a piano terra e nel salone nobile, di cui si percepisce l’ampiezza (43 metri) da una finestratura all’altra. La luce naturale è supportata, nel trascorrere del giorno, da una sapiente illuminazione messa a punto dall’architetto Massimo Gasparon. ‘Il salone ha riacquistato lo spirito di un tempo’, afferma Pizzi, ‘quando Fortuny e la moglie ricevevano in queste sale amici, intellettuali, artisti, attori, nobiltà da tutta Europa. Qui mostravano le loro creazioni, facevano affari, si intrattenevano parlando di arte e di poesia’. Alle pareti i tessuti sontuosi firmati da Fortuny, e un drappo che pende dal soffitto, proprio come lo stesso Fortuny aveva raffigurato in un dipinto.

Su di un lato del salone si apre il giardino d’inverno, con un affresco di 140 mq raffigurante ninfe, fauni e spiriti alati, tra ghirlande di fiori; sull’altro lato, in un’infilata di stanze, si ammira la sala della moda, con gli abiti celebri, la sala delle armi, con armature, scudi ed elmi antichi a cui Fortuny si ispirava nelle sue creazioni, quindi lo spazio più intimo: il suo studio di pittore. Pier Luigi Pizzi ha voluto esporre il suo cavalletto con sedile, un autoritratto, il letto della modella, le sculture e i teschi di animali che Mariano copiava nelle sue nature morte. In questa stanza, più che altrove, si avverte la sua presenza: sembra appena andato via, frettoloso; sul cavalletto, un disegno da completare.

Antonella Galli

Tutte le immagini: Courtesy of Archivio Fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia

01 Museo Fortuny @ fotografie di Massimo Listri
02 Mariano Fortuny y Madrazo nella sua biblioteca di Palazzo Pesaro degli Orfei (1940 ca.)
03 Museo Fortuny, busti e piccola scultura. @ fotografie di Massimo Listri
04 Palazzo Fortuny, già Pesaro degli Orfei, sede del Museo Fortuny, in campo San Beneto a Venezia.
05 Mariano Fortuny y Madrazo, Lo studio del pittore a Palazzo Pesaro Orfei, 1940 circa, Tempera su legno, 119 x 132,5 cm. Collezioni Museo Fortuny.
06 Museo Fortuny, giardino d’inverno, @ fotografie di Massimo Listri
07 Museo Fortuny, sala dello studio del pittore, @ fotografie di Massimo Listri
08 Museo Fortuny, il modello del Teatro delle Feste progettato da Fortuny per l’Esplanade des Invalides nel 1910, @ fotografie di Massimo Listri
09 Mariano Fortuny y Madrazo, Ritratto di Henriette Fortuny in costume pompeiano, 1935, Tempera su legno, 218 x 132 cm. Collezioni Museo Fortuny.
10 Mariano Fortuny y Madrazo, Natura morta. I gessi dell’atelier, 1940, tempera su legno, 124 x 90,5 cm, Collezioni Museo Fortuny
11 Mariano Fortuny y Madrazo, autoritratto, 1935 circa


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