29-06-2022

Coulon + Tavella: Animu media library a Porto-Vecchio, Corsica

Amelia Tavella Architectes, Dominique Coulon associés,

Eugeni Pons,

Corsica,

Mediateca, Biblioteche,

A Porto Vecchio, in Corsica, la Animu media library di Dominique Coulon con Amelia Tavella è l’ultimo sorprendente esempio del concetto di “terzo luogo”. Per integrarsi nell’ambiente, l’architettura non si impone sulla natura, ma prende la forma degli spazi residuali lasciati dalla vegetazione.



Coulon + Tavella: Animu media library a Porto-Vecchio, Corsica

Selezionato tra una rosa di 50 proposte per l’Animu media library di Porto Vecchio, in Corsica, il progetto di Dominique Coulon & associés, con la collaborazione di Amelia Tavella Architectes, ha lasciato senza fiato i membri della giuria. Nel 2016 il sindaco del comune corso, Georges Mela, aveva bandito una competizione internazionale allo scopo di dare ai suoi concittadini e ai turisti che affollano le coste di Porto Vecchio “uno spazio dedicato alla lettura, alla conoscenza e allo scambio”. Non pensava però che la richiesta di un’opera integrata nel suo ambiente naturale potesse essere presa tanto alla lettera.
La necessità di realizzare un’architettura completamente diversa dall’allora sede della biblioteca comunale emergeva con prepotenza. Si trattava infatti di una sala di dimensioni inadeguate (solo 230 mq, ben al di sotto degli standard definiti dal Ministero della Cultura), era uno spazio privo di affacci sul contesto, totalmente occupato dall’archivio e privo di qualsiasi possibilità di organizzare attività culturali. Rispondendo alle nuove esigenze socioeducative, l’amministrazione pubblica chiedeva ben altro: innanzitutto una sede che potesse essere frequentata da persone di qualsiasi cultura ed età e che fosse in grado di essere attraente, come spazio di intrattenimento e di scambio.
Si aggiunga il fatto che tra i suoi 12.000 abitanti, Porto Vecchio conta circa 3500 studenti, un ampio pubblico giovane che ha diritto a nuove strutture di confronto e di dialogo, un’esigenza a cui il pubblico, non solo il privato con le sue logiche commerciali, doveva dare risposta.
L’esperienza e la competenza di Dominique Coulon hanno costituito elemento di grande interesse. Numerosi gli edifici come biblioteche e mediateche progettate e realizzate dall’architetto francese in questi anni e caratterizzate da elementi che hanno trasformato la concezione stessa del luogo di studio, trasformandolo in spazio pubblico in cui trascorrere il proprio tempo costruendo comunità. È il concetto che egli descrive come “terzo luogo”, un ambiente collettivo in cui i recinti tipologici e funzionali dello spazio non esistono più e così nemmeno le gerarchie spaziali. Il Terzo luogo é un ambiente fondato sulla partecipazione collettiva, un luogo che non sia né dentro né fuori, ma in cui dentro e fuori coesistano. Un luogo ibrido e ancora difficilmente definibile, ma in cui entrare e rimanere, senza vincoli, né di tempo né di economie a disposizione.
Il terreno scelto per ospitare la Animu media library si trova a sud del centro di Porto Vecchio, in un’area rigogliosa per la sua vegetazione mediterranea, ma anche in una collocazione strategica dal punto di vista della viabilità. L’opera è infatti inserita in un progetto urbanistico più ampio che prevede la riqualificazione dell’accesso sud alla città verso il porto. La funzione di soglia è dunque in nuce.
La contemplazione del sito fa propendere fin dagli albori per un progetto a ridotto impatto ambientale, in cui la trasformazione dello spazio pubblico avvenga senza turbare l’equilibrio ambientale esistente: di ogni quercia, di ogni ulivo ma anche di ogni grande roccia presente viene redatto un rilievo preciso. Partendo da questa mappa si costruisce la forma dell’architettura, che di conseguenza assume un andamento organico, in grado anche di costituire un forte punto di riferimento visivo urbano. L’ingresso principale è in corrispondenza dell’incrocio tra Rue des Révolutions de Corse e voie Romaine, ma non si può dire che esista un fronte perché, per il suo sviluppo volumetrico, la media library ha più volti che paritariamente guardano la città.

L’edificio dalla struttura in cemento, in parte poggiata sulle rocce e in parte elevata su pali, si sviluppa occupando letteralmente lo spazio residuo tra gli elementi naturali, stravolgendo qualsiasi abitudinaria concezione dell’opera architettonica come “impronta” su un sito. L’opera edificata si inserisce negli spazi interstiziali, trovando nel nuovo rapporto tra ambienti coperti e ambienti scoperti una configurazione idonea ad accogliere le funzioni volute. Coulon scrive quasi un manifesto per un nuovo approccio architettonico, che invece di ridisegnare la natura, ricava sapientemente spazi per l’uomo accanto ad essa.
Il corpo architettonico derivante ha una sorprendente forza dinamica, che si ritrova anche all’interno del perimetro del sito. I percorsi, da quelli verso gli ambienti di consultazione e lettura a quelli del giardino, non sono semplici vie di accesso ma, per il loro andamento esplorativo, sembrano avere lo scopo di stimolare la contemplazione del paesaggio e dello spazio, di prendersi il tempo della riflessione camminando, perfino di suggerire un diverso modo di trascorrere le proprie giornate.
Come principio allestitivo, i 20.000 documenti testuali, sonori, multimediali e video sono diffusi negli ambienti accanto alle postazioni informatiche, ai salottini per la consultazione, agli spazi dei laboratori, delle attività culturali, delle zone espositive, senza soluzione di continuità. La luce naturale entra copiosa dalle grandi vetrate affacciate su tutti i fronti per consentire alle persone di leggere guardando la città dal proprio punto di vista favorito. Una rampa che scende dolcemente e con ampie volute conduce al giardino botanico e ad un piccolo e ombreggiato bar estivo al livello seminterrato.
Ogni atto infine contribuisce a definire l’approccio passivo al progetto energetico: i tetti verdi, la concezione di un volume in cemento a un solo piano dall’elevata inerzia termica, la creazione di un piano inferiore parzialmente interrato che sfrutta la freschezza derivante dal terreno e dalla protezione degli alberi, la ventilazione naturale conseguente alla creazione di un corpo su pilastri.

Mara Corradi

Authorised representative: Dominique Coulon & associés
Associate architect, site supervision: Amelia Tavella Architectes
Design: Dominique Coulon, Ali Ozku
Preliminary design work: Ali Ozku, Hannes Libis, Hugo Maurice
Site supervision:
for Amelia Tavella Architectes: Anaïs Natali, Margot Van Gaver
for Dominique Coulon & associés: Ali Ozku, Hannes Libis
Contracting owner: Town of Porto-Vecchio [Corsica]
Technical design - Structure: SB Ingénierie
Structural consultant: Batiserf Ingénierie
Technical design - Electricity: BET G. Jost
Technical design - Fluids: G2i
Economist: Beaumeco
Acoustical engineer: Ingemanson
Roads and services: Lollier
Landscape designer: Kubler
Surface area: 1 200 sq.m. net floor area / 2805 sq.m. gross floor area / 1060 sq.m. usable floor area
Cost: 4 500 000 euros, excluding taxes
Competition: April 2016
Design work: August 2016 - April 2018 (20 months)
Site work: July 2018
Delivery: 2021
Photographer: Eugeni Pons


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