29-11-2019

Arc di Koichi Takada Architects

Koichi Takada Architects,

Martin Mischkulnig, Simon Wood, Tom Ferguson, Martin Siegner,

Sydney, Australia,

Residenze,

Koichi Takada ha ultimato la costruzione di Arc, una nuova figura architettonica nello skyline di Sydney. Il complesso ha un linguaggio doppio: due sottili torri dai toni chiari e dall'aspetto leggero si stagliano sopra una base più concreta, rivestita da 300000 mattoni in cotto realizzati a mano che si sposano con il contesto storico, architettonico e urbano della città.



Arc di Koichi Takada Architects

Lo skyline di Sydney vede una nuova presenza aggiungersi alla serie di edifici iconici che già lo caratterizza. Arc, di Koichi Takada Architects, è il progetto risultato vincitore alla Design Excellence Competition indetta dalla città di Sydney nel 2013, completato alla fine del 2018. Due torri di ventisei piani, per un totale di 80 metri, combinano il sapere artigiano e la texture quali elementi decorativi, creando una composizione architettonica contemporanea che riprende il contesto storico e il tessuto urbano della capitale australiana.

Come si può intuire dal nome che Takada ha dato all'edificio, la cifra stilistica dell'opera è basata sull'arco. Questo appare in prima istanza, da lontano, nella copertura delle due torri longilinee, la quale svetta sul circondario con la sua forma a tutto sesto, come fosse una corona ripresa diverse volte anche sui lati dell'edificio. È grazie a questa scelta stilistica che Arc diventa immediatamente riconoscibile nell'orizzonte di Sydney, dove tutte le coperture, al contrario, sono piatte.

Le due sottili torri si elevano da una base comune di otto piani, nella quale l'arco è un elemento che viene ripetuto incessantemente attraverso l'utilizzo dei mattoni a vista, in un gioco di sovrapposizioni e trasparenze estremamente elegante e, in contrasto con le torri soprastanti, più massiccio e pesante. Trecentomila mattoni in cotto modellati a mano si uniscono senza soluzione di continuità, andando a formare archi sovrapposti con vari fattori di forma. Su questi si possono notare giochi plastici di luci e ombre ricavati dalla disposizione a gradini dei mattoni sul margine delle aperture.

La scelta del mattone non è casuale. Si tratta di un elemento di continuità con diversi edifici circostanti, già caratterizzati dall'uso del cotto. Le varie arcate sovrapposte, quasi a ricordare la struttura degli acquedotti romani, giocano con vuoti e pieni, mettendo in connessione visiva due strade della città altrimenti non comunicanti: Clarence e Kent Street. Allo stesso tempo, si genera una rottura tra la base di otto piani, marroni, e le torri che da essa si stagliano, bianche e grigie. L'effetto ottenuto con questa composizione, per merito dei cromatismi, dà l'impressione che venga rispettata l'altezza media degli edifici circostanti, quando in realtà viene superata di oltre tre volte.

“Il concept”, spiega Takada, “si relaziona al contesto storico della città del secolo scorso. Abbiamo attentamente studiato le proporzioni e la materialità degli archi utilizzati a Sydney. Il design che abbiamo ottenuto è caratterizzato dalla presenza di una texture sulla base, mentre la torre soprastante ha un aspetto più leggero e fine. Malgrado non ce lo aspettassimo, siamo stati travolti da un'ondata di messaggi positivi riguardo l'uso dei mattoni fatti a mano. Le persone hanno riscoperto la bellezza e il calore di materiali e metodi tradizionali, ed è stata riportata all'idea di un centro città moderno, in contrasto con la contemporanea onnipresenza di metallo e vetro.”

L'ispirazione per l'uso di archi e texture arriva da due importanti edifici poco distanti: il Red Cross Building e la Andrew Bros Warehouse. Riprendendo le loro caratteristiche, anche Takada rende omaggio alla vita intricata, complessa e autentica della capitale australiana.

Un grande punto a favore di Koichi Takada Architects sta anche nell'aver convinto la committenza, sia pubblica che privata, a rendere accessibile a tutti il rooftop, piuttosto che mantenerlo privato. Sostiene infatti il progettista: “Immagina una città dove le persone possono scappare sui tetti, dove l'architettura favorisce l'interazione sociale reinventando gli spazi dell'ambiente urbano”. Il fatto che il tetto abbia una forma nuova e unica per Sydney corrisponde quindi alla simbolica riappropriazione di nuovi spazi aperti, in una città che ha deciso di attivare non solo il piano del terreno, ma anche quello del cielo. Arrivando sul tetto di Arc, si può infatti ammirare il porto di Sydney e, in controcampo, tutta la città che si dirada verso le zone esterne più verdeggianti. È giusto, come sostiene Takada, che un tale spettacolo sia fruibile da tutti i cittadini.

Francesco Cibati

Function: Multi-Residential
Architecture and Interior design: Koichi Takada Architects
Clients: Crown Group
Location: 161-165 Clarence Street & 304 Kent Street, Sydney, Australia
Status: Completed in 2018
Site area: 1,447 m2
GFA: 17,400 m2
Height: 80m
No. of apartments: 135 residentials, 86 serviced apartments, 221 totals
No. of floors: 26 above ground and 6 below ground
No. of Bricks: 300,000 approx (279,680 bricks delivered to site)
No. of rooftop arches: 59
Bricklayer (Masonry Subcontractor): Favetti
Photography: Tom Ferguson, Martin Siegner, Martin Mischkulnig, Simon Wood

www.koichitakada.com


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