18-01-2019

Taller de Arquitectura de Bogotá: scuola materna San José a Cajicá

Taller de Arquitectura de Bogotá, Daniel Bonilla Arquitectos, Marcela Albornoz,

Rodrigo Dávila,

Cajicá, Colombia,

Asilo,

La scuola materna San José a Cajicá, in Colombia, eredita l’idea di un sistema educativo fondato su principi di flessibilità e rapporto con il paesaggio. Il progetto della scuola San José è a cura del Taller de Arquitectura de Bogotá di Daniel Bonilla Arquitectos e Marcela Albornoz.



Taller de Arquitectura de Bogotá: scuola materna San José a Cajicá Il Taller de Arquitectura de Bogotá di Daniel Bonilla Arquitectos e Marcela Albornoz progetta la nuova scuola materna a San José a Cajicá, in Colombia, in linea con una tradizione educativa che vede il rapporto tra la scuola e il mondo esterno fondamentale per l’apprendimento.
Già collaboratori da anni, Daniel Bonilla e Marcela Albornoz decisero di fondare uno studio insieme come un workshop, un laboratorio specificamente dedicato allo sviluppo di progetti a scala urbana e architettonica nella capitale colombiana. Numerose sono le opere a sfondo culturale ed educativo che vedono la luce a Bogotà, come il Los Nogales Art Center, un centro per le arti nel 2009, e l’Auditorium ancora per il Colegio Los Nogales nel 2012. Pochi anni dopo, nel 2015 è ultimato il progetto per un complesso di scuola primaria voluto dal Colegio Anglo Colombiano, dove l’idea dello spazio composto per moduli, basati sul concetto di pieni e vuoti, e articolati intorno a un centro pulsante, vede la prima realizzazione.
Questo tema della cellula ripetuta e gravitante intorno a un fulcro torna nel progetto della scuola materna San José a Cajicá, a nord di Bogotà. L’edificio sorge ai confini della città, in un ambiente rurale, vissuto dall’istituzione come luogo educativo a sua volta, momento pedagogico per stimolare nei bambini l’attitudine all’apprendimento in forma diretta. Il progetto del Taller de Arquitectura de Bogotá parte proprio dal sito, costruendo un complesso di oltre tremila metri quadrati di superficie su due livelli, integrati nel verde e dove il paesaggio è disegnato per partecipare alla vita scolastica.
Il progetto si articola in una serie di volumi isolati, un “villaggio della conoscenza”, lo definiscono all’interno del Taller de Arquitectura, che prende il suo carattere organico dal contesto naturale e lo trasforma nello spazio adatto ad accogliere una comunità di bambini in età prescolare. Le unità sono connesse mediante una circolazione scoperta che forma un patio o un "chiostro amorfo" in cui si disegna e si costruisce quel paesaggio che i bambini avranno di fronte ogni giorno e che costituisce la loro prima immagine del mondo.
Nell’idea dei progettisti, questo tipo di configurazione consente uno sviluppo flessibile, formando quelle che essi chiamano "unità finite parziali”: le cellule potranno anche moltiplicarsi nel tempo formando nuovi nuclei a seconda delle esigenze didattiche o di numeri e in ragione del budget a disposizione.
Molto interessante è la scelta di orientamento delle cellule scolastiche, moduli su due piani delle stessa struttura cementizia, ma orientati ognuno in modo differente per fornire quella differenziazione di scorci visivi che identifica ogni padiglione come specifico e unico. Il risultato complessivo in planimetria è un contesto indefinito ma non confuso, suscettibile di variazioni ma non disordinato e caotico, come spesso invece le strutture troppo schematiche con cui il naturale disordine umano si confronta.
La scelta del cemento con una finitura rustica, quasi brutalista, che continua anche nelle terrazze interne, è in continuità con il preesistente edificio amministrativo della scuola. La texture ruvida e monocromatica trasforma questi grandi blocchi geometrici in monoliti, infondendo loro un’immagine di solidità. Un simbolismo che offre un’idea della scuola molto precisa e rigorosa. Di contro i fronti rivolti verso la corte interna e verso il mondo esterno sono completamente vetrati e consentono ai piccoli ospiti di vivere in pienezza la presenza della natura, il succedersi delle stagioni, i cambiamenti climatici, ecc. Grazie alle ampie coperture sporgenti la luce risulta dunque abbondante ma indiretta e le aule sono protette da radiazioni eccessive. Ogni cellula è sviluppata su due livelli dalla pianta molto simile, con un’aula principale e ambienti accessori, a cui si aggiunge al piano terra un affaccio pavimentato sul giardino e al piano primo verso l’esterno una terrazza di dimensioni inferiori, per giocare all’aperto in sicurezza.
Nonostante lo stile generale molto sobrio e l’assenza di decorazioni, che diventa una sorta di manifesto della buona scuola secondo i progettisti, non mancano gli affacci tra le aule e gli scorci incrociati che mantengono una buona ventilazione, nell’idea che la qualità dell’ambiente educativo derivi anche da spazi vivibili in modo arioso e salubre. 

Mara Corradi

Architects: Taller de Arquitectura de Bogotá, Daniel Bonilla Arquitectos and Marcela Albornoz.
Design Team: Francisco Ospina, Andrés Gutiérrez, Andrea Mozzato, Cindy Jiménez.
Client: Colegio San José
Location: Cajicá, Colombia
Total Area: 3545 sqm
Project Year: 2015-2016
Project management: Grupo DVDL - David Vergara, Andrés Pastrán
Construction Management: PRV Asociados - Humberto Rocha, Laura Pinto
Construction: PRV Asociados - Humberto Rocha, Laura Pinto
Structural design: San Miguel Olejua Ingenieros Civiles Ltda
Presupuesto: Grupo DVDL - David Vergara, Andrés Pastrán
Soil survey: Luis Velásquez
Electrical design: Proyeléctricos - Claudia Cruz
Hydro Sanitary design: Proyectos y Diseños Hidráulicos SA - Bernardo Rodríguez
Structural wiring: Proyeléctricos - Claudia Cruz
Acoustic design: ADT Ltda. - Daniel Duplat
Bio-climatic consultant: Arquiambiental - Margarita Romero
Lightning design: ClaroOscuro Lighting Design SAS - Alfredo García, Julia Erlhofer
Landscape design: Taller de Arquitectura de Bogotá, Daniel Bonilla Arquitectos and Marcela Albornoz

Photographs: © Rodrigo Dávila

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