26-02-2020

Shkrub di Sergey Makhno, dodici storie per una casa col tetto di paglia

Sergey Makhno Architects,

Serhii Kadulin,

Kozyn, Kyiv, Ukraine,

Ville,

Sergey Makhno presenta Shkrub, la casa che ha progettato per sé stesso e la sua famiglia. Lo fa con una nota importante, un monito all'architettura residenziale contemporanea: "più ci si sforza di creare gli interni perfetti, più la casa diventa un luogo anonimo dove pernottare, piuttosto che vivere". La descrizione di Shrkub racconta, in dodici storie, “le urla dei bambini, dalle quali non si può sfuggire, malgrado tutti gli accorgimenti pianificati durante la progettazione“.



Shkrub di Sergey Makhno, dodici storie per una casa col tetto di paglia

Sergey Makhno è un architetto ucraino, dallo stile poetico e perfezionista. Per apprezzare la bellezza della cultura e dell'architettura ucraina è dovuto arrivare fino in Giappone, dove i materiali costruttivi tradizionali sono molto simili a quelli della sua terra natia, trovando l’ispirazione per progettare la propria casa, Shkrub.
Il nome proviene dalla parola con cui Makhno e sua moglie si chiamano a vicenda. "Shkrub è amore. È rispetto e pazienza. È la casa. Sono i figli.", racconta l'architetto. Per descrivere la propria abitazione Sergey Makhno ha scritto dodici storie, che hanno come contesto l'architettura, ma focalizzate in primis sulla vita vissuta al suo interno. Passione, Tè, Antenati, Il Mattino, Il Sogno sono alcuni dei titoli scelti da Makhno per illustrare la propria idea, e poi ancora Hikaru, Tadao e Ivan (i nomi dei tre figli), Invisibilità, Punto di vista, Giappone ucraino e viceversa.
In quest'ultima l'architetto racconta: "Grazie al Giappone, ho imparato ad amare l'Ucraina. Quando sono arrivato in Giappone per la prima volta e ho visto quanta considerazione avessero del proprio patrimonio culturale, ho capito che la cultura ucraina è estremamente ricca, ma di rado è apprezzata come dovrebbe. Il Giappone mi ha restituito l'Ucraina. Mi ha aperto gli occhi e fatto vedere la ricchezza che ho sempre avuto – la mia terra. Sono ucraino. Creo design ucraino, filtrato attraverso il concetto giapponese di bellezza."
Makhno in questo passo fa riferimento alla filosofia del wabi-sabi che vede bellezza e armonia nell'imperfezione. Ed è così che è nata Shkrub: partendo da un edificio in disuso dall'aspetto povero e malconcio. Grazie a una serie di interventi mirati, Makhno è riuscito a stravolgere completamente la componente estetica, donandole una fortissima identità visiva attraverso il tetto di paglia, elemento tipico dell'architettura tradizionale ucraina. Inoltre, è stata demolita quasi tutta una facciata per fare posto a una grande vetrata che lasciasse filtrare la luce naturale. Le restanti pareti esterne sono state rivestite con listelli di legno orizzontali, mentre, in un angolo perimetrale della costruzione, è stata ricavata una pergola che ospita un ampio salotto esterno con tavolo e divani.

I 370 metri quadri della Shkrub House sono ripartiti su due piani, e danno spazio a sei ampie stanze da letto, un grandissimo salone a doppia altezza e una zona pranzo lunga circa dodici metri. Quest'ultima ospita ad un'estremità la cucina e all’altra un imponente tavolo in legno massiccio per dieci commensali. L'ambiente che più di tutti stupisce è però il salone, dove la gigantesca vetrata illumina una scaffalatura in legno a doppia altezza, che ospita svariati vasi in argilla e si staglia su comodi divani in camoscio. Davanti a questi un tavolo, ricavato dal tronco di un albero, fa da contrappunto agli imponenti lampadari, sempre in argilla, che fronteggiano un camino la cui cappa risale la parete in una sinuosa forma organica. Piante e tappeti colorano l'ambiente contrastando gli ocra, i beige e i marroni dei materiali e dei soprammobili.
Non a caso la moglie di Sergey Makhno, Vlada, è interior designer. Assieme hanno curato con meticolosità gli interni in un mix che unisce cultura giapponese e ucraina. I letti sono futon e, qua e là, compaiono statuette dal palese stile nipponico. Come se non bastasse, una delle camere da letto presenta una vera parete in carta e legno. Eppure, la vera bellezza di questa casa è l'argilla, utilizzata in nove tipologie differenti, con altrettanti stili di lavorazione, tutte di provenienza ucraina. Queste compaiono negli interni e nelle finiture: statue, incisioni, lampadari, targhe, pareti interamente rivestite, suppellettili e vasi antichi. Tutti oggetti che affollano la casa di Sergey e Vlada in altrettante tonalità e stili, per rendere omaggio alla complessità della tradizione ucraina in questo campo.
Oltre all'argilla l'altro materiale presente è il caldo e accogliente legno. Infatti, la totalità degli arredi è realizzata in questo materiale, in alcuni casi con un aspetto più grezzo, come nelle grandi mensole che ospitano le spezie in cucina, in altri invece più sofisticato, come nelle sedute. Alcune pareti sono rivestite in doghe orizzontali a richiamare gli esterni, e pure il controsoffitto del grande salone è interamente realizzato con travi, travetti e perline recuperati.
A dare un tocco di vita alla Shkrub House, infine, ci sono le piante. Mentre il giardino è decisamente ispirato allo stile giapponese, negli interni non esiste ambiente che non sia popolato di piante rigogliose, a volte si tratta di veri e propri alberi, altre di piante grasse o aromatiche, mazzi di fiori colti dal giardino o pot-pourri. Racconta Makhno: "Quando, tra cinquemila anni, gli archeologi di altri pianeti smantellerano casa mia, diranno che è stata costruita secondo le antiche tradizioni dell'Ucraina. Diranno che c'era un sacco di natura, e un sacco di vita".

Francesco Cibati

Tipology: Private house
Year: 2019
Location: Kozyn, Kyiv, Ukraine
Surface: 370 sq.m
Project: Sergey Makhno Architects https://mahno.com.ua/en/
Project Team: Sergey Makhno, Oleksandr Makhno, Olha Sobchyshyna, Serhii Filonchuk, Maryna Hrechko
Pictures: Serhii Kadulin


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