10-06-2020

Peluffo&Partners: progetto di Borgo Solidale a Cornedo, Italia

Peluffo&Partners,

Peluffo&Partners,

Cornedo Vicentino, Italia,

Residenze,

Come sarà il dopo Covid? Il Borgo solidale di Peluffo&Partners è un progetto del 2017 che per intenzioni e lungimiranza risulta più che mai attuale. Scopriamo il programma e le scelte compositive di una nuova area basata su un sistema permeabile di relazioni che sorgerà a Cornedo Vicentino in Italia.



Peluffo&Partners: progetto di Borgo Solidale a Cornedo, Italia

Il mondo dell’architettura è alla ricerca di una strategia che, nei suoi intenti e nel suo svolgimento, sia da guida ai progetti degli spazi comunitari dopo la pandemia da Covid-19. Nell’ambito di tale indagine, pubblichiamo il progetto di un centro “per l’integrazione, l’autonomia, l’impiego, la cura e la residenza di persone con disabilità” a cui stanno lavorando Peluffo&Partners con l’arch. Diego Peruzzo e il geom. Pierluca Battilana presso Cornedo Vicentino, in Italia. “Borgo solidale”, come è chiamato al momento questo nuovo “quartiere” a sud del centro abitato di Cornedo, nella valle del torrente Agno, è un progetto di grande interesse perché affronta un tema di stringente attualità: la cura di persone non autosufficienti, che necessitano di attenzione costante.
La società italiana ha affrontato la disabilità solo di recente con uno sguardo e un linguaggio nuovo da un punto di vista giuridico. Una delle tappe della svolta è stata la legge cosiddetta “Dopo di noi” del 2016, dove per la prima volta vengono individuate e riconosciute specifiche tutele per le persone con disabilità, quando vengono a mancare i parenti che li hanno seguiti fino a quel momento. Ancora molto controversa nella sua efficacia applicativa, questa legge vuole favorire la massima autonomia e indipendenza delle persone disabili, consentendogli, per esempio, di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni ed evitando il ricorso all’assistenza sanitaria. Tale legge si fonda sull’abbattimento del concetto di confinamento, che ha mostrato tutti i suoi limiti anche durante la prima fase della diffusione del Covid-19 in Italia, quando le RSA si sono rivelate completamente inadeguate a provvedere alla cura e in molti casi sono state la causa stessa della moltiplicazione dei contagi.
Questi gli assunti di base, che erano noti già prima dell’emergenza sanitaria, ma che ci riguardano più da vicino oggi che tutti, e senza alcuna distinzione, ci siamo scoperti molto più fragili ed esposti. Da questi aveva preso avvio il progetto del Borgo Solidale nel 2017, quando Peluffo&Parteners sono stati chiamati a realizzare una nuova struttura residenziale per persone con disabilità fisiche e/o relazionali dalla Fondazione Domani Per Voi Onlus. Il coinvolgimento, fin dagli albori, dell’Azienda ULSS, dei Comuni della Valle dell'Agno, delle Associazioni di categoria, delle Cooperative e Imprese sociali del territorio e degli imprenditori locali, ha lo scopo di individuare le reali esigenze inerenti al tema della disabilità, della salute e benessere e, in genere, alle problematiche legate all'invecchiamento. All’origine quindi l’idea di una rete di soggetti, attori e non spettatori del nuovo progetto, che chiedono che nella cura sia inserito il concetto di recupero delle relazioni da espletarsi in un contesto sociale condiviso.
Peluffo&Partners lavorano quindi a un modello di villaggio che coniuga residenzialità, servizi e lavoro, dove le esigenze delle persone con disabilità siano alla base di una struttura polifunzionale, pubblica e privata, accessibile alle famiglie, come a tutti i cittadini della valle, e integrata nel tessuto territoriale. Il “borgo” diventa riferimento storico e sociale di interesse per parlare di una località in cui si entra e che si percorre, in cui si trovano i servizi essenziali e in cui la ricchezza è data dallo scambio interpersonale.
Il terreno scelto è pianeggiante, si trova a sud-est del centro di Cornedo Vicentino, lungo il corso del torrente Agno, in posizione baricentrica rispetto ai sei capoluoghi comunali. I riferimenti visivi sono la collina di Cereda con i suoi insediamenti antichi da un lato e un’area produttiva in disuso dall’altro, tra terreni agricoli, la zona industriale e nuove edificazioni commerciali. Circondato da segni di forte antropizzazione, questo terreno libero richiede all’architettura una precisa scelta identitaria, materica e compositiva. Il Borgo Solidale si compone di tre aree, connesse attraverso una circolazione veicolare e pedonale, che costituiscono anche tre stralci successivi da edificarsi nel tempo. Il primo sono residenze “ad alta protezione”, con centro diurno al piano terra (zona accoglienza, uffici, laboratori, palestra per la fisioterapia, la riabilitazione, odontoiatria ecc. mensa, cucina, magazzino e tutti i servizi connessi) e alloggi autonomi al piano primo per 20 ospiti in totale, con spazi comuni centrali, e infine tre unità destinate ad “appartamenti protetti”, per il “sollievo temporaneo” delle famiglie, progetti di vita in autonomia o “appartamenti di sgancio”. Il secondo stralcio, le residenze “a bassa protezione”, comprende appartamenti per 2 o 4 persone destinati alle famiglie degli ospiti e interconnesse “poiché l’idea e la pratica della fratellanza, della solidarietà, della vicinanza e della comunità sono cardini essenziali del progetto del Borgo”, affacciati su una piazza con servizi come il bar, che funga da passaggio verso una maggiore socialità e apertura al territorio.
Infine, affacciata sulla strada provinciale e più esposta, una serie di edifici a destinazione commerciale, direzionale e produttiva, per il profit di tipo sociale, dove le persone con disabilità possano trovare impiego. Questo terzo stralcio diventa fondamentale per la gestione economica del Borgo, ma anche per la sua stessa riuscita. L’assenza di delimitazioni e confini e il senso di apertura dato dall’edificio “crescent” all’ingresso del Borgo costituiscono un’attrattiva per tutti i cittadini della valle, così evitando l’effetto di isolamento per cui sono tristemente note le strutture più propriamente assistenziali.
Pur essendo un’area di nuova fondazione, nel progetto di Gianluca Peluffo e del team il Borgo si sviluppa per luoghi e non per funzioni, per temi di interesse invece che secondo una zonizzazione tecnica. Spazi comunitari di condivisione per gruppi e strutture ricettive e per la vendita si innestano le une nelle altre, alternandosi a giardini, spazi aperti e permeabili.
Seguendo il vigente Piano degli Interventi, che prevede tra le altre cose che l'altezza massima delle edificazioni sia 8,50 mt, salvo esigenze particolari, il progetto ha immaginato edificati con un massimo di due livelli. È possibile rintracciare echi delle costruzioni rurali che storicamente hanno caratterizzato queste zone, come i portici che congiungevano parti nobili e parti meno nobili delle ville e i magazzini delle case coloniche, con le tipiche grandi aperture, affacciate sulle corti e sui giardini quali caratteristici luoghi di scambio e di incontro. Spiegano i progettisti che la scelta del legno, preferito anche per le tempistiche di cantiere, è venuta di conseguenza, per differenziare il Borgo da un’edilizia residenziale diffusa in calcestruzzo, a cui si si sarebbe necessariamente legata un’idea di non finito, nelle diverse fasi di edificazione. Al contrario, con l’utilizzo, il legno a vista e il rame per i dettagli di facciata reagiranno al tempo e ai fenomeni climatici invecchiando e manifestando così la propria storia e l’appartenenza al luogo. L’idea fondamentale è quindi che le persone con disabilità abitino in un contesto protetto ma anche integrato, abbiano vicino le strutture sanitarie ma anche le famiglie, possano vivere momenti privati ma anche esperienze a gruppi o comunitarie, così riproducendo il più possibile il concetto di alternanza tra vita privata e vita pubblica che appartiene a ognuno di noi.

Mara Corradi

Capiprogetto: Peluffo&Partners con Arch. Diego Peruzzo, Geom. Pierluca Battilana
Collaboratori: Gianluca Peluffo, Domenico Faraco, Diego Peruzzo, Pierluca Battilana, Massimiliano Prete
Committente: Fondazione Domani Per Voi, Presidente Verena Sonderegger
Luogo: Cornedo Vicentino, Italia
Progetto illuminotecnico: Peluffo&Partners con Scarpat.com di Massimo Scarpat
Progetto paesaggistico: Peluffo&Partners
Superficie utile lorda:
Centro diurno e Comunità alloggio di cui:
Centro diurno al piano terra 1.775,00 mq
Comunità alloggio al primo piano 1.825,00 mq
Residenze a bassa protezione
Superficie coperta 638,00 mq
Edifici commerciali e produttivi di cui:
Commerciale al piano terra 1.824,00 mq
Direzionale al primo piano 770,00 mq
Area del lotto: 21.534 mq
Costo: € 10.3 M €
Inizio progetto: 2017
Fine lavori: In corso
Struttura in: Legno e cemento armato
Maquette: ceramica
Danilo Trogu, (la casa dell’arte, Albisola Superiore) con Cecilia Marson, Domenico Faraco
Fotografie: © Peluffo&Partners
Render: ©Peluffo&Partners


×
×

Rimani in contatto con i protagonisti dell'architettura, Iscriviti alla Newsletter di Floornature