01-12-2021

Foster + Partners: Safra Center for Brain Sciences, Gerusalemme

Foster + Partners,

Harel Gilboa,

Gerusalemme,

Scuole & Università, Architettura e Cultura,

Una porta tra l’università e la città: questo lo scopo della nuova sede del Safra Center for Brain Sciences, progettato da Foster + Partners a Gerusalemme. Le decorazioni frangisole delle facciate riproducono le connessioni tra i neuroni, la pietra locale è il legame con il paesaggio israeliano.



Foster + Partners: Safra Center for Brain Sciences, Gerusalemme Il Safra Center for Brain Sciences, un istituto per lo studio delle neuroscienze fondato nel 2009 che prende il nome dai due noti coniugi filantropi Edmond e Lily Safra, oggi ha una nuova sede a Gerusalemme. Situato su una collina nel cuore del quartiere Givat Ram, l’edificio in Pietra di Gerusalemme e filigrana metallica è stato progettato dello studio Foster + Partners, che ha collaborato con gli architetti israeliani di YBGSNA (Yuval Baer Galit Shifman-Nathan Architects).
La grande rilevanza pubblica del nuovo padiglione si evince anche dalla posizione che occupa nel Givat Ram, una zona centrale di Gerusalemme, dove hanno sede molte delle istituzioni nazionali più importanti, come il Knesset, il parlamento israeliano, la Corte Suprema, la Banca d’Israele, la Biblioteca Nazionale e l’Hebrew University of Jerusalem, di cui il nuovo edificio fa parte. La sua architettura trasparente, scomposta in parti, con tetto retrattile, basata sugli insegnamenti della biofilia, realizza i principi stessi a cui il centro si ispira e che punta a diventare, cioè una porta simbolica tra le attività del campus universitario e la città.
Scienza e creatività, commistione tra i saperi, interdisciplinarità hanno profondamente influenzato un intervento fondato su pochi elementi architettonici chiari che determinano l’immediata comprensione dei blocchi principali, dei sistemi di circolazione e degli strumenti di climatizzazione passiva.
Il progetto di Norman Foster disegna un padiglione costruito su due volumi paralleli, con quattro livelli più due sotterranei per i parcheggi. I piani fuori terra alloggiano i laboratori e gli uffici e delimitano uno spazio lineare centrale ricco di vegetazione, ispirato alla tradizionale corte mediterranea. I fronti corti sono vetrati e parzialmente aperti, perché l’edificio cerca l’inserimento nel paesaggio senza una definizione precisa dei confini tra interno ed esterno. La copertura è composta da un telaio in acciaio con elementi mobili in ETFE, un polimero molto leggero e con ottime proprietà termiche per la mitigazione dell’irraggiamento, e si prolunga in aggetto con un sistema a griglia che funge da frangisole. La possibilità di spalancare la porzione centrale del tetto nella stagione più calda fa sì che si produca un naturale flusso d’aria dalle aperture al piano terra fino alla sommità, ottenendo un raffrescamento costante negli interni.
La facciata vetrata dell'edificio presenta schermature in alluminio che nell’insieme raffigurano i neuroni e le loro connessioni. Non semplicemente elemento decorativo, il disegno è ispirato a quelli di Santiago Ramon y Cajal, artista e anatomista del XIX secolo, considerato il padre fondatore delle moderne neuroscienze. Coprendo solo i piani dal primo al terzo, gli schermi sottolineano la differenza anche funzionale con il piano terra, dove i fronti si interrompono per la presenza di pilastri strutturali e con l’ultimo piano sotto il tetto. La copertura a griglia in aggetto contribuisce a smaterializzare l’architettura, contribuendo ad alleggerire l’impatto dell’edificio.

I due volumi principali ospitano laboratori su tre piani, collegati da hub sociali, situati nel blocco vetrato a ovest, che funge da collegamento e ospita anche il sistema di circolazione verticale. Gli ambienti di aggregazione sono spazi flessibili, ampi e ariosi, affacciati da un lato sul quartiere di Givat Ram e dall’altro sulla corte mediterranea. Arricchito da alberi di pompelmo, ordinati lungo una sottile vasca d’acqua, questo ambiente scoperto, ma riparato dalla copertura retrattile, assume le qualità e le caratteristiche climatiche di un’oasi presso cui è piacevole fermarsi, discutere, stare insieme. Lo scopo è infatti quello di favorire l'interazione e lo scambio di idee tra ricercatori e studenti di diverse discipline in modo particolare nei momenti di relax.
Intorno alla corte, dove i confini tra esterno e interno sfumano nella vegetazione aspra di Israele, il piano terra offre strutture didattiche, un auditorium da 200 posti, una biblioteca, una caffetteria e una galleria d’arte che invitano il campus e il quartiere ad avvicinarsi.
È allora dunque questa la funzione più importante di un edificio per la ricerca e la cultura, quello di essere porta tra mondi diversi, siano essi le discipline, umanistiche e scientifiche, oppure le persone all’interno della città.
Il colore e la trama della Pietra di Gerusalemme legano fortemente la nuova architettura alla terra locale, trasponendo in opera costruita i colori che contraddistinguono il paesaggio israeliano. Il verde delle fronde degli alberi e l’arancio degli agrumi si stagliano su un tipico sfondo ocra.
Dal punto di vista delle strategie ambientali, oltre alle soluzioni frangisole e al tetto retrattile e alla creazione di sistemi di ventilazione naturale, l’edificio presenta un orientamento est-ovest che sfrutta al meglio l’illuminazione naturale, riducendo l’irraggiamento più forte e diretto. L’impiego della Pietra di Gerusalemme come rivestimento è non soltanto una scelta simbolica, ma strategia verso l’economia nazionale.

Mara Corradi

Architect and Interiors: Foster + Partners
Client: Hebrew University of Jerusalem
Foster + Partners Design Team:
Norman Foster, David Nelson, Spencer de Grey, Stefan Behling, Darron Haylock, Matthew Hayhurst, Parul Singh, Kadri Kaldam, Apostolos Despotidis, Joana Santos, Josef Musil
Foster + Partners Engineers: Roger Ridsdill Smith, Xiaonian Duan, Piers Heath
Collaborating Architect:
YBGSNA (Yuval Baer Galit Shifman-Nathan Architects)
Project Managers: Baran Group
Laboratory Design and Systems Coordination Consultant: Sherman Architects
Structural Engineer: Labaton & Partners
Mechanical and Electrical Engineers: I. Irony
Cost Consultant: Mitar
Lighting Consultant: Moshe Levy - Krausher-Levy, Electrical Engineering
Landscape: Moria-Sekely Landscape Architect
Main Contractor: Narsha / Danko
Facade Contractor: Alumeshet
Construction Start: 2014
Completion date: 2020
Site Area: 5,130 sqm
Area (Gross): 15,724m 
Typical Floor Area (Gross): 2,100 sqm
Number of Floors: 5 including 2 basements
Building Dimensions:
Height: 22m
Length: 75m
Width: 59m
Parking Facilities
Car parking spaces: 100
Disabled: 4
Bicycles: 60
Number of laboratories: 28
Roof weight: 300 tonnes
Number of Unique Facade Panels for Neuron Screen: 290 Panels
Number of Facade Support Spigots for Neuron Screen: 1403 Spigots

Photos by: © Harel Gilboa

 


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