18-11-2020

Faulkner: Big Barn, una bunkhouse per vacanze nella Napa Valley

Faulkner Architects,

Ken Fulk, Joe Fletcher Photography,

Ville,

Coerente con gli edifici agricoli che punteggiano la regione, Big Barn di Faulkner Architects è l’interpretazione contemporanea di una bunkhouse e una delle più recenti realizzazioni dello studio nella Napa Valley, in California.



Faulkner: Big Barn, una bunkhouse per vacanze nella Napa Valley

Per noi che viviamo in un territorio densamente popolato come l’Europa forte è il fascino che esercitano le grandi distese di campi coltivati, le dolci colline che si susseguono e i cieli infiniti della California. Lo spirito progettuale di Faulkner Architects cerca di accogliere l’eredità di questo paesaggio con un linguaggio abitativo specifico e di restituirlo, trasformato, nell’architettura dell’oggi. Lavorando spesso in questa regione, lo studio ha infatti approfondito i tipi edilizi rurali storici, come la capanna, il dormitorio o il fienile, ricoveri diversi e accessori di quella che un tempo era la vita degli allevatori di bestiame, i cowboys dell’immaginario collettivo americano.
Tra le più recenti realizzazioni di questo studio c’è la cosiddetta Big Barn, un progetto di abitazione rurale che sorge nei pressi della località di Glen Ellen, nella Napa Valley, celebre per essere stata rifugio del grande scrittore Jack London. L’impronta di quello che negli anni Cinquanta era il volume principale di un ranch (altro tipo edilizio che sta per fattoria), è oggi occupata da una casa per le vacanze di una famiglia, mentre altri volumi minori, un tempo adibiti a ricoveri per veicoli o animali, ospitano i locali accessori, come la camera per gli ospiti, la piscina con spa o il garage. La struttura è così dispersa nell’area verde del sito, imitando parzialmente l’idea di una fattoria ancora attiva, dove le funzioni erano suddivise in spazi e ambienti differenti, ma collegati e simbolicamente afferenti alla casa padronale. Faulkner Architects riprende il concetto di unità abitativa proprio della bunkhouse americana, un volume compatto in legno solitamente basso, ma talvolta su due livelli, come in questo caso. Dovendosi collocare su un tratto di terreno in pendenza però, la casa si poggia in modo da evitare il livellamento del terreno, preservando così la natura topografica del sito. Come si può notare in sezione, al contrario è l’architettura che assume l’andamento del suolo, da nord verso sud, lasciando a sbalzo l’estremità più bassa e collegando il piano superiore direttamente al fianco della collina con un ponte sospeso. Anche il tetto a due falde rispecchia la tipologia diffusa tra questi storici edifici, caratterizzati da un’estrema semplicità costruttiva e solitamente in legno. In questo caso la struttura è stata ricostruita in calcestruzzo, ma gli architetti hanno voluto, pare su specifica richiesta dei committenti, mantenere il rivestimento ligneo, con assi di sequoia recuperati. Una scelta indubbiamente motivata anche dalla necessità di abbattere gli effetti climatici interni dovuto all’irraggiamento solare in una regione particolarmente calda come la California. Allo stesso scopo il tetto è stato progettato a due falde asimmetriche, con il lato più corto in direzione sud-ovest, riducendo così il guadagno di calore dell‘edificio ed è stata compiuta una precisa riflessione sulla finestratura. Ampia nel versante nord-est, verso sud è caratterizzata da poche aperture, strette e alte, dotate di sottili griglie di ventilazione che rimandano alle tradizionali finestre dei fienili, in grado di creare un flusso di ventilazione che raffresca naturalmente gli ambienti. Anche l’ingresso principale al piano terra presenta lo stesso disegno ed è collocato più interno della linea muraria in modo da restare ombreggiato. Gli ambienti sono organizzati come molte abitazioni rurali, con la zona giorno al piano terra e le camere al piano superiore. La parte sud, che risulta più chiusa e quasi priva di affacci, ospita al piano superiore, come a quello inferiore, ambienti aperti, che ricordano i grandi vuoti propri delle baracche e dei fienili. La parte nord-est, più protetta, è quella in cui sono stati collocate tutte le stanze più vissute, come le camere da letto al piano superiore e la cucina al piano terra.
Poi alcuni dettagli distinguono nettamente la tipologia edilizia storica con le scelte progettuali contemporanee. Qui la casa si spalanca alla vista delle prime ore della giornata grazie a una serie di porte vetrate che mettono in comunicazione gli interni living con la terrazza sul giardino. Elementi come il camino e la canna fumaria in acciaio sono posizionati esternamente e uniti alla struttura mediante giunti grazie ai quali la connessione è posta in evidenza.
Il colore del legno di sequoia forma una palette cromatica con l’acciaio corten ondulato del tetto e con i serramenti in acciaio nero. Il vocabolario storico delle bunkhouse, dei fienili e delle baracche agricole si rilegge con facilità nella Big Barn, che pur assumendo oggi funzioni molto diverse non risulta estranea al paesaggio.

Mara Corradi

Architects: Faulkner Architects https://faulknerarchitects.com/
Contractor: Redhorse Constructors
Civil Engineer: Adobe Associates
Structural Engineer: CFBR Structural Group
Mechanical Engineer: Sugarpine Engineering
Electrical Engineer: Sugarpine Engineering
Geotechnical Engineer: NV5
Landscape: Michael Boucher Landscape Architecture
Lighting: Ken Fulk
Interior designer: Ken Fulk
Theatrical/AV: SoundVision
Pool Engineer: Terracon
Pool Consultant: Blue Revolution
Construction Project Manager: Walker Construction Management
Special Inspections: PJC & Associates
CALGreen: Gilleran Energy Management
Irrigation Design: Dickson & Associates
Arborist: Bartlett Trees
Photography: © Joe Fletcher Photography (exterior and dining room photos) (01-11, 14-16), Ken Fulk (all other interior images) (12-13)


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