11-04-2022

Irene Biolchini: “Racconto i destini incrociati di arte e ceramica”

Ceramica,

Antonella Galli, Design,

Storica dell’arte e curatrice, Biolchini segue da diversi anni il dialogo tra materia ceramica e mondo della creatività. In un suo recente libro, VIVA. Ceramica arte libera, ha indagato il rapporto profondo che lega la materia ceramica alla ricerca artistica in Italia. Quello che emerge è un legame solido, longevo e – per certi versi - rivoluzionario.



Irene Biolchini: “Racconto i destini incrociati di arte e ceramica”

Intercetto Irene Biolchini tra Milano e Palermo, mentre è al lavoro per allestire la mostra dell’artista Loredana Longo Crash - My Body is not Nobody, che ha aperto alla FPAC-Francesco Pantaleone Arte Contemporanea nelle due città in cui la Galleria ha sede (visitabile fino al 10 maggio a Palermo e fino al 14 maggio a Milano). “In questa mostra Loredana Longo”, mi spiega Irene, in veste di curatrice, “propone una riflessione sul corpo come limite; nell’indagine si serve anche della materia ceramica, in particolare nell’opera Armour, in cui il corpo femminile è un involucro ridotto a brandelli. È ispirata alla vicenda di Giovanna d’Arco e rappresenta una sorta di liberazione da una corazza, o forse un sacrificio imposto dalle circostanze e dalla storia.” Un tema tristemente attuale, a guardare le cronache. Biolchini, che insegna Arte Contemporanea al Department of Digital Arts alla University of Malta ed è Guest Curator al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, studia da tempo il rapporto tra artisti contemporanei e ceramica. Ne ha raccontato i percorsi in un libro, uscito nel settembre scorso per Gli Ori: si intitola VIVA. Ceramica arte libera, ed è con questo aggettivo che Biolchini definisce questo materiale antico come l’uomo: “La ceramica è una materia che si muove continuamente, legata alla storia geologica del luogo in cui viene estratta. Quindi alla terra, alla natura. Oggi gli artisti sentono più che mai questo legame, e la ceramica parla di rispetto della natura, mette in discussione il modello capitalista, impone una rivoluzione nella visione attuale del mondo”.

Il suo libro nasce da un lavoro di ricognizione lungo quasi due anni tra gli artisti che si servono della ceramica come materia espressiva. Grazie a un confronto con Ugo La Pietra, grande figura di artista, designer, architetto e critico, Irene ha individuato tre categorie, in cui suddividere i creativi che si misurano con la ceramica: “Ci sono gli artisti che conducono una ricerca attraverso differenti linguaggi che includono anche la ceramica; quindi gli artigiani veri e propri, che nascono dal saper fare delle botteghe ceramiche; infine gli artisti-artigiani, ovvero tutti quegli autori il cui senso della ricerca si esaurisce all’interno della materia e per cui la ceramica costituisce il punto di partenza e di arrivo. Il libro segue questa triplice linea e tenta di costruire una passeggiata che parte dagli anni Settanta e arriva all’oggi”. Mezzo secolo di arte ceramica, quindi, che negli ultimi dieci anni ha acquistato sempre più forza. “Lo si vede alle biennali, alle fiere, nelle gallerie”, conferma Biolchini, “e la spiegazione viene dal fatto che, dopo anni di smaterializzazione, di digitale, di video, di fotografia, si ha voglia di materia. In realtà nell’arte italiana la ceramica è sempre stata presente, tra Arte Povera e Transavanguardia, ma era il linguaggio di una minoranza. La ceramica impone l’incontro (difficilmente la si riesce a fare da soli), la condivisione e il rapporto con la tradizione. Tre assi che ricorrono in maniera ossessiva negli artisti di oggi”.

Ritorno alla materia, dunque, significa anche ritorno all’incontro, alla condivisione: il rapporto tra artisti e botteghe è la pietra angolare: “Fu a una mostra che organizzai ad Albisola che la stessa Loredana Longo”, racconta ancora Irene, “ebbe l’occasione di conoscere Stylnove, la bottega di Nove con cui oggi produce i suoi pezzi. Il rapporto tra artigiano e artista è quasi viscerale: nasce un sodalizio che dura nel tempo ed è fondamentale per la realizzazione delle opere.” Dal suo punto di osservazione privilegiato Irene Biolchini rileva anche come design, arte e artigianato siano categorie sempre meno separate e che, anzi, riflettano l’approccio liquido e mobile della creatività contemporanea: “La produzione di oggetti in ceramica va sempre più verso le serie limitate; quindi, incontra l’arte e i pezzi unici. Due soli esempi, tra i tanti possibili: Andrea Anastasio, che ha firmato come designer per Artemide, Foscarini, Danese, oggi è direttore artistico della Bottega d’arte Ceramica Gatti 1928 di Faenza. E Diego Cibelli, che si pone esattamente a metà tra arte e design, e si ispira ai modelli storici di Capodimonte per ripensare in modo anticonvenzionale le forme che hanno fatto grande la storia della porcellana artistica italiana”.

Antonella Galli


Didascalie e crediti

01 Ornaghi e Prestinari, Due, 2017, ceramica smaltata, 10x25 cm circa. Courtesy gli artisti, foto Ornaghi & Prestinari studio.
02 Courtesy Irene Biolchini
03 Lorenza Boisi, Urban Ritual, 2016, ceramica secondo fuoco, decorazione sottosmalto, e nastri, dimensione variabile. Courtesy Ribot, Milano.
04 Salvatore Arancio, Like A Sort of Pompeii In Reverse, 2019, Installation view at Museo Casa Jorn. Courtesy of the artist and Schiavo Zoppelli Gallery, Foto Federica Delprino – Omar Tonella
05 Concetta Modica, Trilogia di Orlando #3 il ritorno, spazio C.O.S.M.O. Milano, a cura di Michela Eremita, foto Luca Pancrazzi, courtesy FPAC Milano Palermo
06 Luca Pancrazzi, CF, 2001, smalti e terzofuoco su terracotta, 5,5x8,5 cm. Opera realizzata ed esposta alla Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea, 2001.
07 Federico Tosi, Miaooooo, terracotta, pittura acrilica, 32x21x180 cm. Courtesy artista e galleria Monica de Cardenas, foto Federico Tosi.
08 Alberto Gianfreda, Italia, 2021 vasi in ceramica e catena in alluminio, cm 270x270x30. Courtesy artista e Galleria Antonio Verolino, special thanks to Casa Testori e AiCCC.
09 Loredana Longo, Armour, 2022, ceramica, tempera 147 x 147 x 23 cm (ca.) ed. unica
10 Tommaso Corvi Mora, Hortus Conclusus, 2017, terracotta dipinta, parzialmente smaltata, 14,5 cm(h). Courtesy artista
11 Alessandro Roma, The skin of nature, 2019, semirefrattario, ingobbi e smalti, 100 x 50 diam cm (ciascuno), prodotte presso Bottega Gatti Faenza. Foto Luca Nostri, courtesy artista.
12 Paolo Gonzato, COPY, 2019, courtesy Officine Saffi e artista.
13 Marcella Vanzo, Petits Portraits Savarine, 2014, colour print, dettaglio, 2014, Lucie Fontaine, Milano. Foto Alessandro Miti.
14 Francesco Simeti, Beetleweed, 2013, wallpaper su pannelli di legno, scultura in ceramica, dimensioni variabili, collezione privata, foto Sebastiano Pellion.


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