11-11-2022

Dawoffice: Scuola secondaria Kamanar a Thionck Essyl, Senegal

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A Thionck Essyl, nel sud del Senegal, Dawoffice costruisce la scuola secondaria Kamanar in argilla e legno. Con reminiscenze vernacolari e con una precisa identità, frutto del rapporto con la natura preesistente, la scuola è un edificio passivo nato dalle competenze locali.



Dawoffice: Scuola secondaria Kamanar a Thionck Essyl, Senegal

Tra i vincitori dell’Aga Khan Award for Architecture 2020-2022, la scuola secondaria CEM Kamanar a Thionck Essyl, in Senegal, di Dawoffice è un progetto costruito nel tempo basandosi sulle condizioni primigenie del sito, sulle caratteristiche e sulle risorse del territorio, ma puntando dritto verso la migliore soluzione architettonica in ogni senso.
Ciò che in questo caso rende molto interessante il lavoro dell’architetto spagnolo David García, fondatore dello studio Dawoffice nel 2010, è il fatto di non essere sceso a compromessi. Non si è limitato infatti a costruire una scuola in un territorio bisognoso di istituzioni educative, facendosi bastare l’idea di mettere sotto un tetto ben 500 studenti. Ciò che ha realizzato è una perfetta sintesi, esplicitata in una forma armoniosa, tra le competenze e le risorse materiali locali e le necessità di un edificio passivo, tra le condizioni paesaggistiche originali e le esigenze spaziali della nuova sede. Oltre a ciò, è riuscito a donare all’architettura una riconoscibilità in grado di valorizzare l’istituzione stessa e di infondere fiducia in una comunità che si è trovata spesso nella condizione di ricevere aiuti dall’alto, di sentire il peso della propria subordinazione culturale.
Venuti a conoscenza del problema di sovraffollamento nell’unico edificio scolastico esistente a Thionck Essyl, nel sud del Senegal, David García e Aina Tugores incontrarono le autorità locali e coinvolsero la loro organizzazione no-profit di recente fondazione nella costruzione di una nuova scuola. Già all’epoca la spinta fu data dall’idea di non costruire semplicemente un edificio che fosse la sede di una scuola, ma che il processo stesso di costruzione fosse da considerarsi il fulcro del progetto, educando una generazione di carpentieri, muratori, elettricisti e altre maestranze. La metodologia dello scambio continuo è stato il principale motore del processo decisionale. Alla conclusione del cantiere, dopo 4 anni di lavori, ben 164 persone residenti nel villaggio erano state, in vari modi, coinvolte e avevano partecipato alla costruzione della nuova opera.
Dal momento che, come molte strutture vernacolari possono testimoniare, il materiale da costruzione più abbondante e facilmente reperibile sul posto è l’argilla, questo è stato il punto di partenza del progetto, limitando costi esterni e di trasporto. Un altro principio fondamentale di processo è stato quello di mappare i baobab e gli alberi di mango esistenti sul sito preposto e ordire il masterplan del nuovo complesso in ragione degli elementi naturali. Ma non solo: gli alberi sono stati integrati nel progetto paesaggistico, che è stato costruito letteralmente attorno alla loro presenza, creando così un percorso a tappe, che ne salvaguardasse l’integrità, ne valorizzasse la figura, ne potenziasse il valore. Dal momento che il nuovo edificio scolastico è stato concepito come un campus a moduli, detti awla, singoli, doppie e tripli, la disposizione di tali moduli è stata sviluppata in funzione della presenza naturalistica, per creare una griglia organizzata, che accogliesse anche parchi gioco e piazze per le diverse classi di età.
L’argilla è stata studiata e trasformata per ottenerne la massima efficienza dal punto di vista strutturale. “Poiché l'argilla è un materiale che richiede la compressione, creare uno spazio coperto ha posto un problema che è stato risolto mediante archi catenari formati da blocchi di argilla compressa realizzati in loco. La geometria della catenaria ha la curvatura giusta affinché le forze verticali generate dalla gravità vengano trasmesse come forze di compressione per tutta la lunghezza dell'arco. La scelta della geometria non è semplicemente formale, ma è una soluzione che sfrutta al meglio il materiale locale, consentendo alla popolazione di partecipare alla costruzione”, spiega lo studio Dawoffice.

Oltre alla caratteristica sezione parabolica data dai muri in argilla, ciascuna awla è completata da due pareti a reticolo in legno che consentono l’ingresso della luce naturale e dell'aria. Ogni awla del masterplan ha lo stesso orientamento, nord-sud, in ragione dei venti. Questa naturale circolazione così favorita, sommata alla porosità dell'argilla, crea un effetto chiamato di raffreddamento evaporativo, che evita l’installazione di sistemi di condizionamento meccanico. Le volte sono, inoltre, ricoperte da una copertura in lamiera, a formare l’archetipo di una capanna, che protegge i friabili muri di argilla dalla pioggia e fornisce al contempo una camera d'aria in grado di attenuare l’irraggiamento diretto nelle awla.
All’interno gli ambienti sono privi di sofisticazioni, rivestimenti o vernici. L’argilla si mostra nuda ed espone la propria estetica, a cui si uniscono i banchi e le sedie in legno naturale costruiti dagli artigiani locali. La volta così formata ha reminiscenze legate alle costruzioni vernacolari, ne ricorda la leggerezza, l’essenzialità ma nello stesso tempo non risulta povera, al contrario riesce a essere particolarmente funzionale con un basso livello tecnologico.
Quello che Dawoffice ha costruito è un’architettura che può essere reversibile con poco scarto, che non impatta sull’ambiente e che è concepita per crescere gradualmente in funzione delle necessità. L’essere riusciti a realizzare questo insieme valoriale a partire dalle competenze e dalle risorse locali, invece di ricevere da lontano materiali da costruzione e strumenti di climatizzazione, rendendo infine l’opera riconoscibile come qualcosa che nasce dall’identità locale, è un passo decisivo verso l’architettura del prossimo futuro.

Mara Corradi

Architects: Dawoffice
Lead architect: David García
Co-lead architect: Aina Tugores
Location: Tionck Essyl, Ziguinchor, Senegal
Project year: 2014-16
Construction year: 2016-19
Surface: 1.900 sqm
Building engineer: Jesús Amengual
Dawoffice team: Violeta Linares, Anna Enrich, Pablo Navas, Laura Pérez, Mónica Barrio, Marc Lencina, Jaume Almoslino, Carola Ferrer
Client: Foundawtion
Structures: Static ingeniería (Miguel Rodríguez)
Facilities: CVC enginyers (Óscar Cabrera)
Furniture design: Marc Morro studio (Marc Morro)
Signage: Signes (Lluís Morón)

Photos by:
(01-02, 06-11) Claudia G. Mauriño, Instagram @claudiamaurino
(03-04, 19-20) Jara Varela, Instagram @jara_varela
(12-18) Noemí de la Peña, Instagram @noemidlp
(21-22)Anna Enrich

2020-2022 Aga Khan Award for Architecture | Winner
2022 Premio FAD Internacional | Finalist and opinion award winner


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