25-05-2023

Con perno sulla storia, aspirare alla trasparenza

Adrià Goula,

Barcellona, Spagna,

Emerge dalla fitta cortina edilizia prima di tutto perché lascia un respiro. L’edificio unifamiliare chiamato Casa 1616 a Barcellona interrompe il ritmo della visione verticale. Le sue facciate, anteriore e posteriore lasciano intravedere uno sviluppo interno permeabile, con ribaltamento nel peso delle funzioni.



Con perno sulla storia, aspirare alla trasparenza

Ci troviamo a Barcellona, ma potremmo essere in una qualsiasi delle grandi città europee densamente popolate. Il centro storico è costituito da un tessuto minuto, bisognoso di rinnovamento, ma allo stesso tempo guarda alla conservazione del passato. Lo studio HArquitectes è chiamato ad affrontare un sito dallo sviluppo fortemente lineare, dove la nuova abitazione che sorgerà dovrà incastonarsi tra la schiera di edifici residenziali che costituiscono la cortina edilizia. Sembra non esserci soluzione se non quella di colmare uno spazio, occupando più superficie possibile, esattamente come ha fatto chi li ha preceduti.
Ma gli architetti contraddicono questa apparente necessità, partendo dal recupero di una porzione di edificio preesistente, al pianterreno, e aggiungendo solo due livelli soprastanti. Essi rimarcano così, già a un primo sguardo, la diversità con l’intorno di maggiore altezza. Seguendo il principio della creazione di differenze, come vuoti rispetto ai pieni edilizi, creano spazio anche in corrispondenza del fronte principale, arretrando la suddivisione in piani e inserendo invece, davanti, il vano scala generale.

Ad una visione dalla strada la facciata della cosiddetta Casa 1616 risulta sorprendente per il suo dinamismo e la sua leggerezza. Su un basamento compatto e originale, con cornicione a triglifi e muro in mattoni lasciato a vista, si ergono due piani a nuovo rivestimento laterizio, con un doppio ordine di vetrate, di proporzioni diverse, con un disegno che estende lo sguardo verso l’alto, a incontrare la leggerezza estrema del cielo.
Dietro tale facciata, attraente nel suo compiuto rigore e nella trasparenza che lascia immaginare la vita all’interno, sale la scala che collega i tre livelli abitativi, in un vuoto latteo che fa da filtro tra fuori e dentro, ma contemporaneamente lascia entrare la luce dall’esterno e la diffonde all’interno.
La casa è unifamiliare quindi non c’è necessità di frazionare le parti in unità abitative, ma invece di separare le funzioni di vita, scegliendo la scansione data dai piani. Mentre a terra si organizzano gli spazi di accoglienza e vissuto condiviso, i piani superiori sono riservati agli abitanti, il primo ai bambini e il secondo agli adulti, prevendendo qui anche un ambiente di lavoro.

Il posizionamento inusuale del vano scala, immediatamente oltre la facciata d’ingresso, genera l’arretramento di tutte le altre funzioni e un orientamento deciso verso il fondo del lotto, ancora più aperto. La facciata posteriore replica, quanto a scansione di pieni e vuoti, esattamente quella anteriore.
Con sezione a gradoni, dove il piano terreno è il più esteso, seguito dal primo e infine dal secondo, l’edificio lascia una buona porzione volumetrica del sito vuota, accogliendo il giardino a livello di strada e un ampio terrazzo al primo livello. Tuttavia, si prevede, anche per l’ultimo piano, uno sbocco all’aperto, con una scala interna a chiocciola che sale in copertura, dove è stato creato un ulteriore spazio calpestabile e di affaccio.

Gli architetti riconducono le pareti parallele alla facciata principale a esili pilastri a croce. Le lastre orizzontali trasmettono le forze ai pilastri attraverso nervature altrettanto sottili, mentre lo spazio beneficia di una forte continuità, non risulta mai interrotto. Grazie alla scansione fitta e regolare delle colonne, tuttavia, al piano terreno si riesce comunque a creare percettivamente la distinzione tra funzioni (accoglienza, soggiorno, cucina), pur mancando le chiusure.
Il layout dei livelli favorisce in ogni modo la circolazione interna, quella della luce e quella dell’aria, generando al livello d’ingresso l’effetto straniante di trovarsi in una sorta di ambiente ibrido tra pubblico e privato, come un porticato o una piazza con giardino.

di Mara Corradi

Architects: HARQUITECTES (David Lorente, Josep Ricart, Xavier Ros, Roger Tudó) www.harquitectes.com
Collaborators: Sara Ferran, Meri Mensa, Blai Cabrero, Maria Azkarate
Team: DSM arquitectura (Structural Engineering), Carles Bou (Quantity Surveyor), Carme Ferrer (landscape), ARTÍFEX (construction)
Project years: 2016 - 2018
Construction years: 2019 – 2022
Location: Barcelona (Spain)
Built area: 246m2
Photographer: Adrià Goula


×
×

Rimani in contatto con i protagonisti dell'architettura, Iscriviti alla Newsletter di Floornature