
Il desiderio di restare ancorati alla storia e alla preesistenza fino in fondo (probabilmente per una sensibilità che spinge a contaminare il meno possibile ciò che si è naturalmente conservato), porta gli architetti di Cometa a recuperare una tecnica tradizionale di edificazione come quella della pietra locale scolpita a mano e posata a secco. Anche dal punto di vista tipologico ci si rifà al modello storico dell’edificio residenziale basso ed orizzontale, con i tetti piani su diversi livelli che diventano collettori d’acqua piovana.
Ecco allora la struttura dell’edificio realizzata in cemento armato e finita con microcemento nelle superfici orizzontali più estese, vale a dire le terrazze, e invece rivestita con estrema cura nel dettaglio nelle superfici verticali, pietra su pietra, a chiara mimesi della naturale conformazione del terreno roccioso dell’isola.
L’alternanza di pieni e vuoti che caratterizza il volume architettonico e lo sviluppo delle sue parti funzionali è evidenziato dalla dialettica tra rocce scure e rocce più chiare, grigie, quasi bianche. Il fronte principale e di ingresso a sud presenta la zona soggiorno e cucina, a seguire la torre di circolazione, entrambe in roccia scura. In secondo piano e più protetta verso il declivio, la zona notte e il magazzino rivestiti in pietra bianca.
Dal blocco geometrico monolitico, ma scomponibile nei frammenti sottolineati dalla sfumature delle rocce, emergono tanti dettagli progettati, come le finestre, numerose su ogni fronte e di diversa proporzione, come se ognuna fosse studiata per incorniciare un preciso scorcio. Uno schizzo mostra come siano state studiate specificamente ante semplici per finestrelle piccole o ante a libro in diverse configurazioni per le diverse ampiezze. Ancora in legno sono taluni complementi esterni, come le pergole e i tavoli per ampliare lo spazio abitativo all’esterno, pur riparati dalla calura estiva tipica delle isole Cicladi. All’interno domina il bianco dei pavimenti in microcemento sui due livelli e il legno degli arredi progettati e realizzati su misura in uno stile rustico che occhieggia alla casa mediterranea.
Il recupero del metodo costruttivo chiamato “Kotounto”, la realizzazione di intercapedini tra il terreno roccioso e la struttura allo scopo di scaricare l’umidità del terreno, lasciando le pareti e le fondazioni asciutte, si inserisce in un progetto energetico più esteso. E’ previsto un impianto di riscaldamento a pavimento alimentato dai collettori solari installati sul tetto, mentre il raffrescamento è ottenuto dalla ventilazione trasversale, un altro metodo tradizionale che si avvale delle numerose piccole aperture a cui accennavamo prima, disposte diagonalmente l'una rispetto all’altra. Infine, l'acqua piovana viene raccolta nei 3 tetti e conservata in un serbatoio sotterraneo.
Mara Corradi
Architects: Faidra Matziaraki & Victor Gonzalez (Cometa Architects)
Collaborators: Betty Tsaousi, Olga Balaoura, Laura Mascuñan, Denisse Gómez Casco
Mechanical engineer: Eustratios Komis
Construction realisation: Zoulamopoulos Construction Company
Structural Design: Vasilios Vakis
Supervision: Faidra Matziaraki
Interior design Faidra Matziaraki & Victor Gonzalez Marti
Sustainable design: Eustratios Komis
Client: Private
Location: Kea Island, Cyclades, Greece
Structural design: Vasilios Vakis & Nikos Zoulamopoulos
Gross useable floor space: 150 sqm
Lot size: 10.000 sqm
Built surface: 115 sqm
Start of work: November 2014
Completion of work: July 2016
Structure in: Reinforced Concrete
Facades in: Stone
Indoor sufraces: Microcement
Outdoor surfaces: Microcement
Floors: Microcement and underfllor heating & cooling
Photographs: © Dimitris Kleanthis
www.cometaarchitects.com
Honorable mention in domes greek architecture in the category Best New Build Project
Silver Award in category Architecture, Building, Structure, Design in a Design Awards