23-11-2018

BBGK Architekci: Katyń Museum a Varsavia

BBGK Architekci,

Juliusz Sokolowski,

Varsavia,

Musei,

Mattoni,

All’interno della Cittadella di Varsavia sorge il Katyń Museum che commemora la strage di 21.768 tra militari e civili polacchi uccisi dalla polizia segreta sovietica nel 1940. Il progetto del Katyń Museum è a cura di un team di architetti, artisti e paesaggisti guidato da BBGK Architekci.



BBGK Architekci: Katyń Museum a Varsavia Sorge all’interno della Cittadella di Varsavia, il Katyń museum, progettato da un team di architetti, artisti e paesaggisti guidato da BBGK Architekci, allo scopo di commemorare e documentare la cosiddetta strage di Katyń, l’uccisione di 21.768 tra militari e civili polacchi avvenuta nei campi di prigionia sovietici nel 1940, durante la seconda guerra mondiale. 
L’idea di un luogo e di un’istituzione che potesse preservare la memoria del massacro   nacque dalle famiglie delle vittime e potè trovare attuazione solo molti anni dopo i fatti, alla fine degli anni ’80. 
Dopo la scoperta del massacro, annunciata nel 1943 da Radio Berlino, l’Unione Sovietica negò per anni la responsabilità dei fatti, accusando i tedeschi e solo nel 1990 la verità venne definitivamente a galla. Pochi mesi dopo l’invasione della Polonia, su ordine di Stalin vennero fatti uccidere con un colpo di pistola alla nuca 21.768 cittadini polacchi prigionieri di guerra, detenuti in territorio sovietico. L’esecuzione durò circa un mese e mezzo di tempo, dal 3 aprile al 19 maggio del 1940. La foresta di Katyń, che fu il teatro del massacro insieme ad alcune città sovietiche nei dintorni, fu ricordata per sempre come il luogo simbolo della barbarie.
Oggi il Katyń Museum fa parte della narrazione che riguarda il museo dell’esercito polacco, che recentemente ha portato la propria sede proprio nella Cittadella di Varsavia. In seguito a un concorso bandito dal museo stesso nel 2010, si fece strada l’ipotesi di ambientare il luogo del memoriale della strage di Katyń proprio in una ex fortezza costruita a Varsavia durante l’occupazione zarista nel 1830. Un atto estremamente simbolico che tracciava un filo rosso tra la località di Katyń, che si trova in territorio russo, e la capitale dello stato polacco che ebbe 21.768 vittime.
Il progetto vincitore del concorso su 22 interventi, accoglie questi accadimenti traslandoli su un piano simbolico, quello in cui si struttura l’insieme architettonico, e nel quale si innesta un sistema espositivo di tipo oggettivo, con documenti ed effetti personali delle vittime che testimoniano la storia, coadiuvati da strumenti multimediali.


BBGK Architekci evolve il sito della Cittadella in un parco pubblico, nel quale organizza una sede museale e un’installazione artistica, un nuovo centro cittadino dunque. L’ingresso all’area avviene dalla strada Jana Jeziorańskiego che conduce alla porta di Alessandro, un grande portale militare scavato nel terrapieno che circonda la zona della fortezza. Superata la porta, il visitatore perde i riferimenti spaziali, trovandosi in un luogo lontano dal centro delle città di Varsavia e per di più fisicamente isolato (l’area costeggia il corso del fiume Vistola), in cui le fortificazioni rafforzano l’idea di una distanza anche emotiva dall’esterno. Un sentiero a est conduce ad una foresta, 100 alberi piantati a formare un quadrato, solcato nel centro da un sentiero a zig zag. Non è obbligatorio, ma piuttosto spontaneo attraversarla per raggiungere dalla parte opposta la Caponiera della Cittadella. L’inserimento di questa foresta, che ricostruisce simbolicamente quella in cui avvenne il massacro, ha lo scopo di produrre effetti contrastanti in chi la esperisce: da un lato la scoperta della bellezza dell’architettura naturale, dall’altro l’inquietudine per l’orrore che da tanta bellezza fu celato.
All’angolo sud-est del sito si trova la Caponiera, baluardo difensivo in mattoni rossi in cui oggi è allestito un percorso museale su due livelli: al piano terra i visitatori possono conoscere fatti storici e vedere reperti trovati nelle fosse comuni, mentre il secondo piano è dedicato alle tragedie personali delle famiglie delle vittime. All’interno le spesse mura difensive e le piccole aperture mettono in scena un percorso in penombra, dove alti scaffali custodiscono, ognuno nella propria teca e con grande ordine, un repertorio di oggetti, strumenti costruiti dagli stessi prigionieri, effetti personali, lettere, appartenute alle 21.768 vittime. La grande quantità di oggetti esposti e il loro succedersi in teche retroilluminate, uno accanto all’altro, senza nomi e senza alcun riferimento, immerge lo spettatore in un’esperienza totalizzante, in cui i numerosissimi reperti prendono il posto delle persone a cui sono appartenuti, accompagnando con le loro umili storie ogni passo del visitatore.
All’uscita della Caponiera si trova il tunnel della morte, opera site-specific dell’artista Jerzy Kalina, un percorso coperto in cemento dipinto di nero con precisa funzione catartica. Esso introduce al Viale degli Assenti, un percorso che costeggia le mura della fortezza in mattoni. Sul lato opposto, sono allineati 15 piedistalli marmorei con le scritte, architetto, matematico, scrittore, uomo politico, ecc… le professioni e i ruoli politici delle vittime di Katyń, un’intera classe dirigente e un’élite intellettuale che fu sacrificata dalla guerra.  Come se la Russia avesse voluto conquistare culturalmente e moralmente questa terra, ancora prima di doverla sconfiggere con le armi.
Qui la nuova architettura in cemento si innesta senza fratture ma in grande continuità con le storiche mura e gli edifici militari ottocenteschi. Gli architetti scelgono di colorare il cemento di rosso per questa ragione ma lo prediligono per la capacità di questo materiale di lasciarsi plasmare dall’esterno, di cambiare colore quando bagnato, di lasciarsi decorare dalle venature del legno dei casseri. Ogni tanto il visitatore può imbattersi nella sagoma di un piccolo oggetto ritrovato, stampato idealmente nel cemento come nella memoria di questi luoghi. 
Il percorso riporta alla foresta dei 100 alberi risalendo per una scalinata scavata nel terrapieno con muri di cemento rosso alti 12 metri. Un altro luogo che stimola alla meditazione connettendo il cielo con la terra, il Viale degli Assenti con il nuovo parco urbano. A seconda di dove si volga lo sguardo ci si trova di fronte il passato o il futuro, la morte o la vita; in ogni caso un luogo di contemplazione e cordoglio, dove l’assenza di descrizioni e narrazioni esplicite vuole stimolare alla riflessione personale. 

Mara Corradi

Architects: BBGK Architekci (Brzozowski Grabowiecki Architekci)
Main authors: Jan Belina Brzozowski and Konrad Grabowiecki 
with Jerzy Kalina (installations, site-specific), the team Plasma Project, Justyna Derwisz, Adam Kozak and Krzysztof Lang and the team Maksa
Location: Warszawa, Cytadela, ul. Jana Jeziorańskiego 4
Co-authors: Joanna Orłowska, Marek Sobol, Emilia Sobańska, łukasz Węcławski,
Agnieszka Grzywacz, Ewelina Wysokińska, Jacek Kretkiewicz, Tomasz
Pluciński, Maciek Rąbek, Marcin Szulc, Barbara Trojanowska, Jolanta
Fabiszewska
Client: Muzeum Wojska Polskiego
Construction and installations: BBK Piotr Szczepański / Candela BI
Landscape architecture: Anna Kalina, PASA Design, Małgorzata Ogonowska
Building permit: 2013
Completion: 2015
Plot area: 22,7 ha
Building area: 1808 sqm
Service area: 1354 sqm
Total surface area overgound / underground: 23966 sqm

Photos by: © Juliusz Sokolowski

Warsaw’s Katyń Museum is one of the five finalists of the European Union Prize for Contemporary Architecture – Mies van der Rohe Award 2017

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