19-05-2021

ZAA Zanon Architetti Associati: H-Farm Campus a Roncade, Treviso

ZAA Zanon Architetti Associati,

Marco Zanta,

Treviso,

Innovation center,

Educazione, ricerca, uffici, ristorazione, settore ricettivo, cultura e attività sportive. Questo il programma di H-Campus, il polo dell’innovazione recentemente ampliato da Zanon Architetti Associati nella campagna veneta e vincitore del Premio Architetto italiano 2020.



ZAA Zanon Architetti Associati: H-Farm Campus a Roncade, Treviso

Difficile categorizzare un intervento, ampio e approfondito, come quello recentemente completato da ZAA Zanon Architetti Associati per l’H-Campus di Roncade, nella campagna veneta, in provincia di Treviso. Non per nulla si tratta dell’ampliamento di un polo dell’innovazione che per definizione ha confini funzionali sfumati che i progettisti, Mariano Zanon, Alessio Bolgan e Bruno Ferretti, hanno saputo ben rappresentare nella commistione tra nuovo costruito e paesaggio rurale.
Come si legge nella motivazione della giuria che gli ha attribuito il Premio Architetto italiano 2020, “sotto la grande copertura si alternano ambienti chiusi e piazze che si affacciano su ampie aree verdi. Alla complessità del sistema si contrappone la leggerezza degli edifici e la chiarezza dell’impianto”.
Non ci sono recinzioni, nessuna delimitazione evidente per chi transita se non le stesse strade, come la via che costeggia il corso del fiume Sile, tra la laguna di Venezia e la città di Treviso, o la scansione degli appezzamenti agricoli o ancora i filari e le strisce boschive. La definizione di campus anglosassone è altresì calzante. Qui però non si tratta di riempire di verde gli spazi interstiziali o i collegamenti con le sedi, ma al contrario di organizzare le superfici edificate all’interno di un esteso territorio rurale, con infrastrutture leggere e sistemi veicolari ecologici di connessione, rispettosi del carattere naturalistico del luogo. “Il paesaggio ha guidato l’architettura e le scelte tecniche, non viceversa” ci tengono a precisare i progettisti.
L’H-Campus è un nuovo complesso dedicato principalmente alla ricerca e alla formazione che sorge nei pressi nell’H-Farm, una società nata nel 2005 per supportare la creazione di nuovi modelli d’impresa e l’educazione dei giovani e delle aziende in ottica digitale. Parliamo di circa 30 ettari di terreno destinati al nuovo campus, di cui 42.000 mq di edifici (la porzione edificata è pari a solo il 10% circa dell’area) per circa 3000 persone e oltre 40 ettari destinati a parco e zona boschiva. Il campus è frammentato in otto blocchi edilizi, costituiti da un edificio per l’accoglienza, tre edifici riservati alla scuola e all’alta formazione, impianti sportivi, uffici e appartamenti per ospitare gli studenti. Infine, un volume centrale dedicato agli eventi, al ristorante, alla biblioteca e alla conference hall aperta al pubblico. Quest’ultimo spazio polifunzionale è stato progettato con la collaborazione dello studio Rogers Stirk Harbour + Partners di Richard Rogers.
Nell’ambito di un territorio che oggi risulta ampiamente sfruttata con colture intensive, l’intervento va prima di tutto a recuperare quel ritmo spaziale che alterna piccole porzioni costruite a grandi aree agricole, utilizzando, come un lessico, quegli elementi che sono propri di questo contesto rurale. I segni rettilinei di siepi, filari, carraie e strade si alternano alle aree occupate dai boschi; le superfici piane aperte di prati, orti e coltivazioni varie separano i dislivelli creati da bacini e fossi, o da argini e avvallamenti. Utilizzando questo abaco di elementi, con il progetto dell’H-Campus gli architetti offrono continuità nella lettura di un paesaggio, evitando, anche nelle scelte architettoniche formali, di lasciare spazio a protagonismi che nulla hanno a che fare con quanto è sempre stato proprio di queste campagne.
Con l’introduzione delle macchie boscate si ripristina quella biodiversità paesaggistica e colturale che l’agricoltura industriale aveva da tempo sottratto. Inoltre, si influisce sul microclima e si riduce il dispendio energetico degli edifici, grazie al fatto che la presenza vegetativa ha un’azione diretta sui moti dell’aria e sull’intensità della radiazione solare, regolando temperatura e umidità.
Dal punto di vista architettonico, fondativa la scelta di non innalzare gli edifici oltre i due piani, così da rispettare, anche in questo caso, le altezze degli elementi verticali esistenti, dai magazzini alle rimesse, dalle case coloniche ai boschetti, ed evitando qualsiasi barriera nella visione complessiva della campagna.
Alcuni fabbricati in disuso, tra cui un ex-caserma, sono demoliti e sostituiti con pari cubatura dai volumi distribuiti nell’area del campus, arrivando così a realizzare un intervento a “cubatura zero”. Al polo si accede dal fabbricato a un piano con copertura sporgente a falde collocato dove l’attuale via Sile (ex tracciato storico della via Annia) si interseca con il sentiero proveniente dai pubblici parcheggi a est. All’interno del campus è stata studiata una doppia viabilità, cioè un percorso esterno e uno più interno, parzialmente sovrapposti e a senso unico, dove il limite di velocità viene mantenuto basso. Allo scopo di adeguare il campus a ritmi di movimentazione lenta, proprio come quella storica delle campagne, e di ridurre i consumi, l’ampiezza delle strade è minima, privilegiando i percorsi pedonali o di mobilità alternativa. Sono riservati ai pedoni in particolare i collegamenti fra i tre edifici scolastici, quello della scuola primaria, quello che ospita la formazione secondaria e l’università: l’idea è che la crescita sia un percorso anche concreto e fisico di maturazione, di transito tra un luogo e un altro, ma sempre tenendo ben a mente il contesto e imparando da questo.
La scelta di determinati materiali da costruzione, cemento, vetro e acciaio, con finiture e colori ripetuti in tutti gli edifici del campus ha lo scopo di manifestare un’unità e un’identità nonostante la frammentazione del costruito nel contesto rurale. Esili pilastri sorreggono coperture leggere ricordando i porticati delle case coloniche: ampie superfici vetrate consentono di rimirare sempre il paesaggio e di godere di abbondante luce naturale, qualsiasi sia l’attività svolta. Particolare attenzione è stata posta quindi alle condizioni climatiche degli ambienti interni e al loro variare nel corso dell’anno, utilizzando sistemi di monitoraggio e sfruttando i benefici del verde interno anche nell’ottimizzazione dei consumi.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, l’H-Campus è autosufficiente per l'85% del suo fabbisogno, grazie a sistemi fotovoltaici di accumulo e di scambio in rete di energia. L’intervento ha infatti previsto un impianto fotovoltaico da oltre 1,2 MW distribuito sulle coperture dei nuovi edifici che permette di utilizzare l’energia solare, rinnovabile e locale, per coprire buona parte dei propri consumi. Monopattini e altri veicoli elettrici sono a disposizione e possono essere ricaricati nel parcheggio dotato di colonnine elettriche.
Tutto questo assume ancora più valore quando si comprende che è previsto che anche i residenti dei comuni limitrofi possano accedere al parco pubblico, al centro sportivo, alla biblioteca e ai suoi servizi.

Mara Corradi

Architects: ZAA Zanon Architetti Associati
Edificio polifunzionale: RSHP – Rogers Stirk Harbour + Partners
in collaborazione con ZAA Zanon Architetti Associati
Masterplan: ZAA Zanon Architetti Associati
Time: 2016–2020
Location: Roncade, Treviso, Italia
Dimensions:
30 Ha superficie lotto
27.000 mq superficie coperta
94.000 mc volume
Client: Fondo “Ca’ Tron H-Campus” - Finanziaria Internazionale Investments Società di Gestione
del Risparmio S.p.A.
Direzione lavori: DBA progetti S.p.A.
Direzione artistica: Arch. Mariano Zanon
Impresa: Carron Cav. Angelo S.p.A.
Strutture: Studio di ingegneria RS S.r.l.
Impianti: Manens-Tifs S.p.A., DBA progetti S.p.A.
Paesaggio: ZAA Zanon Architetti Associati
Valutazione Impatto Ambientale: ALIA ss
Valutazione Compatibilità Idraulica: Aequa Engineering S.r.l.
Infrastrutture: Sinergo S.p.A.
Acustica: Manens-Tifs S.p.A.
BIM: DVA DVisionArchitecture
Photos by: Marco Zanta, Archivio H-Farm


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