14-12-2022

Studio Zhu Pei: OCT Art Center a Zibo, Shandong, Cina

Studio Zhu Pei,

Xia Zhi, Jin Weiqi,

Cultural Center,

Confrontandosi con la natura della regione dello Shandong, in Cina, lo Studio Zhu Pei progetta la nuova sede dell’OCT Art Center a Zibo. Vele di calcestruzzo su muri di pietre, disposti come nel gioco dello shanghai, offrono uno spazio dinamico pensato per ogni forma d’arte.



Studio Zhu Pei: OCT Art Center a Zibo, Shandong, Cina

Fondato a Pechino nel 2005, lo studio di Zhu Pei torna a toccare le corde dell’emozione con un altro progetto dedicato alla relazione tra tettonica e ambiente naturale, l’OCT Art Center a Zibo, nella provincia cinese dello Shandong. Noto al pubblico soprattutto per i progetti del Jingdezhen Imperial Kiln Museum e del Yangliping Performing Arts Center, che si distinguono per la potente composizione basata sullo studio dei materiali e sulla rappresentazione del paesaggio circostante, Zhu Pei realizza più o meno nello stesso periodo un altro centro per l’arte e la performance. Ci troviamo in una zona pianeggiante e molto verde all’interno dell’area metropolitana della città di Zibo. Collocata nel nord-est della Cina, nella provincia dello Shandong, questa zona connette grandi aree pianeggianti alle prime colline e presenta un clima continentale che ha generato un paesaggio brullo, relativamente poco antropizzato rispetto ad altre zone del paese.
Il tema della natura, da sempre molto caro al progettista cinese, non può che essere al centro del processo progettuale anche in questo caso, in cui così forte risulta la necessità di un confronto.
Oltre a ciò, ancora una volta è al centro del sistema creativo il tema del confine, di cui troviamo espressioni architettoniche significative e interpretazioni dal Messico all’Estremo Oriente. Come rendere più labile la differenza e la distanza tra dentro e fuori, tra coperto e scoperto, tra chiuso e aperto, senza che i differenti spazi siano privati delle proprie caratteristiche peculiari, senza che ci sia completa indistinzione, senza che l’uomo perda il concetto di ambiente protetto in relazione al mondo esterno.
Lo Zibo OCT Art Center è dunque un’opera che nasce da questi due fulcri di interesse, cercando di dare una risposta originale e calata nel contesto della cultura locale. Si tratta di un edificio a corte centrale, attorno a cui si sviluppano, come nella tradizione costruttiva cinese storica, una serie di stanze, ideali riferimenti ad abitazioni o spazi semipubblici in cui le persone espletavano diverse funzioni. La corte è un simbolo di convergenza sociale e, come nella tradizionale Siheyuan, anche qui non è un luogo chiuso in opposizione agli altri spazi circostanti, ma è permeabile e in costante trasformazione.
L’apparente essenza introversa dell’opera, vista dall’esterno e da lontano, decade in avvicinamento, quando se ne percepisce appieno la frammentazione in volumi di pietre coperti da grandi “vele” di calcestruzzo. L’immagine di riferimento è quella di un gruppo di tende, con coperture di tessuto sorrette da esili ma forti rami di bambù, tra le quali circola aria, arriva luce ed è possibile la circolazione. Tutt’intorno c’è la natura, antropizzata e tradotta in boschetti, con percorsi nel verde e un grande specchio d’acqua che abbraccia l’edificio su tre lati. L’accesso principale è pensato dal parco circostante, mentre ingressi secondari sono segnati sul fronte opposto, più direttamente connesso con la viabilità stradale. Soprattutto dalla zona di verde, quindi, l’edificio pare galleggiare sull’acqua, sensazione alimentata dalla leggerezza del disegno delle sue coperture a vela, a maggior ragione perché è evidente che sono costruite in calcestruzzo.

A reggerne il peso i muri di pietre locali, selezionate per le qualità cromatiche e dimensionali a contrasto. La loro disposizione in pianta sembra quasi il risultato di una partita a shanghai, dove voluto è l’esito che evita ogni allineamento e ogni accoppiamento perpendicolare, preferendo intersezioni casuali, linee spezzate e anche qualche curva. In verità l’intenzione di Zhu Pei è quella di creare spazi all’apparenza imprecisi, per accogliere funzioni indefinite e, ancora di più, attività che possano godere sia dell’ambiente chiuso e protetto sia di quello aperto ed esposto. I tetti a parabola che si staccano dai muri su cui poggiano, disegnando la stessa curva con la luce, creano tensioni spaziali di notevole intensità. Aggiungono prospettive sull’esterno, piccole irregolari aperture, altrettanto casuali, sempre inattese.
Le grandi coperture a vela, in aggetto rispetto alle strutture murarie, creano ulteriori luoghi ibridi, piccoli vuoti e punti di passaggi, oppure spazi interstiziali semicoperti che offrono diverse interpretazioni di uso. Commenta Zhu Pei: “L'edificio è una costruzione permeabile, simile a una spugna, che può accogliere molte persone, creare ombra, offrire riparo dal sole e dalla pioggia, ecc.
Nei percorsi così creati si incontra un grande senso di dinamismo ma allo stesso tempo non mancano spazi in cui poter godere di intimità e protezione. La cura del dettaglio materico che si esplica, per esempio, nella trama lignea delle casseforme delicatamente impressa sul calcestruzzo gettato in opera, aiuta i visitatori nel passaggio dall’una all’altra percezione.

Mara Corradi

Architecture, Interior and Landscape Design: Studio Zhu Pei http://www.studiozhupei.com
Design Principal: Zhu Pei
Design Team: Wilson Nugroho Markhono, Yina Luo Moore, You Changchen, Zhang Shun, Liu Yian, Ji Ming, Chen Yanhong, Liu Ling
Cooperative Design in Landscape: L&A Design
Cooperative Design in Structural and MEP: Zibo Architecture Design and Research Institute
Location: Zibo, Shandong, China
Design Year: 2019
Completion Year: 2020
Site area: 27,792 sqm
Gross floor area: 2,471sqm
Consultants
Façade: King Glass Engineering CO., LTD.
Lighting: Ning Field Lighting Design CO., LTD.
Client: Zibo OCT Group CO., LTD.
Main Contractor: Taixing No.1 Construction Group CO., LTD.
Photography by: © Jin Weiqi (from 03 to 14), © Xia Zhi Pictures (01-02, 15-16)


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