Biografia

Alla luce dei numerosi progetti museali da voi affrontati, tra cui il recente Museum of architectural graphics di Berlino, qual è il vostro concetto di museo del presente e dell’immediato futuro? Qual è per voi il rapporto tra l’edificio storico come sede museale e il nuovo significato di intrattenimento culturale?
Lo scopo di un museo dedicato al disegno architettonico è quello di presentare delle mostre a tema con opere originali. La particolarità del nuovo progetto culturale, che lo rende esemplare in ambito museale, è che non esporrà solo disegni provenienti dalla collezione della Tchoban Foundation, ma coinvolgerà altri enti e musei in modo da dar vita a uno scambio di esposizioni itineranti. Da qui deriva anche la mia concezione museale generale. Il museo deve possedere una propria collezione unica e al tempo stesso attrarre interessanti progetti espositivi da altre istituzioni, deve quindi suscitare interesse proprio grazie alla diversità delle opere esposte. La concezione spaziale del museo e dei suoi volumi deve riflettere la sua funzione: la variabilità dell’esposizione, almeno in parte, e la facilità di spostamento di singole parti dell’esposizione stessa. Il concept progettuale del museo dovrebbe rifletterne le caratteristiche spaziali e il progetto culturale stesso. Quando il contenitore è un edificio storico, l’architettura di per sé è già interessante, perciò il nostro lavoro si concentra sull’allestimento e sull’illuminazione, che devono risultare il più possibile attuali.

Mosca ha di recente approvato le linee fondamentali della riqualificazione dell’Ex area ZIL. Dove un tempo venivano costruiti tutti i mezzi pesanti destinati al mercato russo, nonché le automobili per i dirigenti del Pcus, sorgerà fra 10-15 anni una nuova area polifunzionale con residenze, uffici, hotel, centri culturali, aree verdi, percorsi pedonali ecc. Qual è l’intervento di Speech nell’ambito di questo progetto?
Sull’ex area ZIL noi ci siamo occupati di un masterplan intorno allo stadio di hockey e alla piscina. Tenendo presente la funzione sociale dello stadio del ghiaccio, abbiamo proposto un grande spazio comune davanti alla sua lunga facciata con molti ingressi, una piazza che presenta a nord l’edifico storico a cupola del museo ZIL e che termina con un ponte che unisce l’area al parco a sud.
Che valore ha la storia nella vostra poetica progettuale? Nel complesso residenziale di via Granatny a Mosca vi siete ispirati alle decorazioni ornamentali di A. K. Burov. Interessante è anche la trasformazione dell’edificio bancario dei primi del Novecento a San Pietroburgo in edificio per abitazioni. Secondo voi, l’antico può ancora essere di esempio per il moderno senza creare contraddizione?
Cerchiamo un’interazione tra l’esperienza costruttiva, le tradizioni dell’architettura russa e gli obiettivi progettuali contemporanei. Il clima russo ha le sue peculiarità: c’è poca luce, soprattutto in inverno, e talvolta bisogna considerare l’influenza dell’inquinamento atmosferico, della pioggia e della neve sulle facciate. Per evitare un precoce invecchiamento dell’edificio i maestri del passato hanno utilizzato decorazioni e colori che, in caso di luce fioca e precipitazioni abbondanti, fossero in grado di evidenziare la superficie dandole volume. Un maestro come N.K Burov ha lavorato benissimo con il dettaglio ornamentale, perciò ci è sembrato interessante proseguire la sua ricerca.

Ci racconti che cos’è il Skolkovo innovation center e come mai era al centro del progetto del padiglione russo all’ultima Biennale di Architettura di Venezia.
“Common ground”, il terreno comune, è diventata per noi anche l’area tecnologica di Skolkovo, una città del futuro con un’immagine progettata da architetti e residenti insieme. Nel padiglione abbiamo voluto far conoscere Skolkovo tramite la divulgazione di informazioni a diversi livelli con l’aiuto di pannelli QR: è stato un processo interessante, elaborato da SPEECH Tchoban&Kuzntesov insieme a Grigory Revzin e Konstantin Chernozatonskij, che ha trasmesso il carattere di un centro innovativo per la tecnologia come vuole essere questo. I pannelli QR erano disposti in successione sulla superficie interna degli spazi da ricordare, uno dei quali, la Cupola, è stato tra i motivi più fotografati e pubblicati della Biennale.
(Mara Corradi)
http://www.speech.su/
Images courtesy of Speech:
Office building on Leninskiy Prospekt Moscow - ph. Ilia Ivanov, ph. Zakhar Aborkin
Nevsky prospekt St Petersburg - ph. Aleksey Naroditsky
ZIL Project Moscow - 3D Graphic
Images: Russian pavilion 13th International Architecture Exhibition of la Biennale di Venezia – Common Ground
Courtesy: la Biennale di Venezia - ph. Francesco Galli
Intervista

Alla luce dei numerosi progetti museali da voi affrontati, tra cui il recente Museum of architectural graphics di Berlino, qual è il vostro concetto di museo del presente e dell’immediato futuro? Qual è per voi il rapporto tra l’edificio storico come sede museale e il nuovo significato di intrattenimento culturale?
Lo scopo di un museo dedicato al disegno architettonico è quello di presentare delle mostre a tema con opere originali. La particolarità del nuovo progetto culturale, che lo rende esemplare in ambito museale, è che non esporrà solo disegni provenienti dalla collezione della Tchoban Foundation, ma coinvolgerà altri enti e musei in modo da dar vita a uno scambio di esposizioni itineranti. Da qui deriva anche la mia concezione museale generale. Il museo deve possedere una propria collezione unica e al tempo stesso attrarre interessanti progetti espositivi da altre istituzioni, deve quindi suscitare interesse proprio grazie alla diversità delle opere esposte. La concezione spaziale del museo e dei suoi volumi deve riflettere la sua funzione: la variabilità dell’esposizione, almeno in parte, e la facilità di spostamento di singole parti dell’esposizione stessa. Il concept progettuale del museo dovrebbe rifletterne le caratteristiche spaziali e il progetto culturale stesso. Quando il contenitore è un edificio storico, l’architettura di per sé è già interessante, perciò il nostro lavoro si concentra sull’allestimento e sull’illuminazione, che devono risultare il più possibile attuali.

Mosca ha di recente approvato le linee fondamentali della riqualificazione dell’Ex area ZIL. Dove un tempo venivano costruiti tutti i mezzi pesanti destinati al mercato russo, nonché le automobili per i dirigenti del Pcus, sorgerà fra 10-15 anni una nuova area polifunzionale con residenze, uffici, hotel, centri culturali, aree verdi, percorsi pedonali ecc. Qual è l’intervento di Speech nell’ambito di questo progetto?
Sull’ex area ZIL noi ci siamo occupati di un masterplan intorno allo stadio di hockey e alla piscina. Tenendo presente la funzione sociale dello stadio del ghiaccio, abbiamo proposto un grande spazio comune davanti alla sua lunga facciata con molti ingressi, una piazza che presenta a nord l’edifico storico a cupola del museo ZIL e che termina con un ponte che unisce l’area al parco a sud.
Che valore ha la storia nella vostra poetica progettuale? Nel complesso residenziale di via Granatny a Mosca vi siete ispirati alle decorazioni ornamentali di A. K. Burov. Interessante è anche la trasformazione dell’edificio bancario dei primi del Novecento a San Pietroburgo in edificio per abitazioni. Secondo voi, l’antico può ancora essere di esempio per il moderno senza creare contraddizione?
Cerchiamo un’interazione tra l’esperienza costruttiva, le tradizioni dell’architettura russa e gli obiettivi progettuali contemporanei. Il clima russo ha le sue peculiarità: c’è poca luce, soprattutto in inverno, e talvolta bisogna considerare l’influenza dell’inquinamento atmosferico, della pioggia e della neve sulle facciate. Per evitare un precoce invecchiamento dell’edificio i maestri del passato hanno utilizzato decorazioni e colori che, in caso di luce fioca e precipitazioni abbondanti, fossero in grado di evidenziare la superficie dandole volume. Un maestro come N.K Burov ha lavorato benissimo con il dettaglio ornamentale, perciò ci è sembrato interessante proseguire la sua ricerca.

Ci racconti che cos’è il Skolkovo innovation center e come mai era al centro del progetto del padiglione russo all’ultima Biennale di Architettura di Venezia.
“Common ground”, il terreno comune, è diventata per noi anche l’area tecnologica di Skolkovo, una città del futuro con un’immagine progettata da architetti e residenti insieme. Nel padiglione abbiamo voluto far conoscere Skolkovo tramite la divulgazione di informazioni a diversi livelli con l’aiuto di pannelli QR: è stato un processo interessante, elaborato da SPEECH Tchoban&Kuzntesov insieme a Grigory Revzin e Konstantin Chernozatonskij, che ha trasmesso il carattere di un centro innovativo per la tecnologia come vuole essere questo. I pannelli QR erano disposti in successione sulla superficie interna degli spazi da ricordare, uno dei quali, la Cupola, è stato tra i motivi più fotografati e pubblicati della Biennale.
(Mara Corradi)
http://www.speech.su/
Images courtesy of Speech:
Office building on Leninskiy Prospekt Moscow - ph. Ilia Ivanov, ph. Zakhar Aborkin
Nevsky prospekt St Petersburg - ph. Aleksey Naroditsky
ZIL Project Moscow - 3D Graphic
Images: Russian pavilion 13th International Architecture Exhibition of la Biennale di Venezia – Common Ground
Courtesy: la Biennale di Venezia - ph. Francesco Galli
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