18-04-2022

Mostra Mario Botta Sacro e Profano Maxxi

Mario Botta,

Roma,

Mostre,

A Roma, presso il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, è in corso la settima edizione del ciclo di mostre Nature. Protagonista del nuovo appuntamento è l’architetto Mario Botta che per l’occasione ha progettato un'installazione site specific evocativa delle forme, della materia e dell’essenza delle sue stesse architetture.



Mostra Mario Botta Sacro e Profano Maxxi L’architetto Mario Botta è il protagonista della settima edizione di NATURE, un ciclo di mostre proposte dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dove, per ciascuna edizione, l’architetto ospite è invitato a progettare un “autoritratto tridimensionale”, cioè un’installazione site specific che rappresenti una sintesi della propria ricerca progettuale.

Per raccontare le opere di Mario Botta lo stesso architetto e i curatori, Margherita Guccione e Pippo Ciorra, hanno scelto come concetto guida della mostra il tema del Sacro e del Profano. Il tema è attinente alla funzione degli edifici selezionati per l’esposizione, si tratta infatti di luoghi di culto che l’architetto ha realizzato in diverse parti del mondo, da quella che rappresenta il suo primo incontro con il “sacro”, la Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera, iniziata nel 1986, fino alla più recente realizzazione conclusa nel 2022, la chiesa di San Rocco a Sambuceto in Abruzzo. Per il profano sono stati selezionati quattro edifici pubblici, tra cui due celebri musei il Mart di Rovereto e il Museo Bechtler di Charlotte (North Carolina - US). Per Mario Botta, però, il binomio sacro e profano ha un valore più ampio.

«Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni. Il bisogno che spinge l’uomo a confrontarsi con la dimensione dell’infinito è una necessità primordiale nella ricerca della bellezza che sempre ha accompagnato l’uomo nella costruzione del proprio spazio di vita» (Mario Botta)

Non solo per l’architetto costruire è un atto sacro, ma un senso di sacralità è insito nell’architettura e appare evidente quando si considerano i rapporti tra alcuni dei suoi elementi chiave: luce e ombra, gravità e leggerezza, trasparenza e materia, percorsi e soglie.

L’installazione progettata da Mario Botta per la Galleria Gian Ferrari del MAXXI, dove è allestita la mostra, evoca l’atmosfera, le forme, la materia e l’essenza delle sue architetture. Comprende un grande padiglione di dimensioni reali costruito con materiali naturali e legni pregiati intorno al quale si dispongono oggetti, schizzi originali, fotografie e modelli delle sue opere a diverse scale, compresa la riproduzione in scala 1:2 dell’abside della chiesa di Mogno. Il volume della collana Nature è un film documentario di Francesca Molteni, realizzato appositamente per la mostra, completano con testi e voci il racconto sull’universo progettuale e sulle architetture di Mario Botta.

(Agnese Bifulco)

Images courtesy of Fondazione Maxxi

Title: Nature - Mario Botta Sacro e Profano
curated by Margherita Guccione & Pippo Ciorra

Date: 8 aprile – 4 settembre 2022
Location: Galleria Gian Ferrari, Maxxi Roma

Captions
01
Cantiere Chiesa Divina Provvidenza (Leopoli, October 2020)
Courtesy Mario Botta

02
Chiesa di San Giovanni Battista - Mogno, Valle Maggia, Svizzera (1986 – 1996)
Credit: Pino Musi

03
Sinagoga Cymbalista e Centro dell’Eredità ebraica - Tel Aviv, Israele (1996 – 1998)
Credit: Pino Musi

04
San Carlino - Lugano, Svizzera (1999 - smantellamento 2003)
Credit: Enrico Cano

05
Bechtler Art Museum - Charlotte, Carolina del Nord, USA (2000/2005-2009)
Credit: Enrico Cano

06
Mario Botta Portrait
Credit: Beat Pfändler

07
Cantiere Chiesa Divina Provvidenza (Leopoli, settembre 2021)
Courtesy Mario Botta

08
Museo d’arte moderna e contemporanea - Rovereto, Italia (1988-2002)
Credit: Enrico Cano

09 - 10
Allestimento mostra al MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo
Nature. MARIO BOTTA SACRO E PROFANO
Credit: Enrico Cano

 


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