21-11-2022

Materiali per il design: verso una sostenibilità senza pregiudizi

Design, Antonella Galli,

La sostenibilità di un materiale è sempre da valutare in un contesto di processo e di sistema: è l’illuminante criterio che si deduce dialogando di materiali per il design con Chiara Rodriquez, presidente di Materially, società di consulenza specializzata nella ricerca sui materiali. La plastica, ad esempio, se considerata in quest’ottica, non è da demonizzare. Ma le scoperte in questo ambito sono numerose, e ogni giorno si aggiunge un nuovo elemento.



Materiali per il design: verso una sostenibilità senza pregiudizi

Materially si trova a Milano, in viale Sarca, all'interno di un complesso di archeologia industriale completamente ristrutturato. Siamo in zona Bicocca, area nordorientale della metropoli, oggi in grande fermento, sede di numerose aziende di tecnologia, oltre che di Università e centri di ricerca. Non poteva essere diversamente per una realtà come Materially che da vent’anni si dedica alla consulenza in ambito di materiali in ottica di sostenibilità. Chiara Rodriquez, presidente, illustra la recente evoluzione: “Fino a due anni fa il nostro nome era Material ConneXion, come la società americana da cui siamo nati. L’idea iniziale era di creare una materioteca e un database di materiali che facesse scouting di tutti i materiali innovativi inusuali improntati alla sostenibilità. Quindi materiali bio-based, naturali e basso impatto a livello ambientale. Oggi, nella nuova fase, all’interno del nostro ufficio abbiamo una materioteca di oltre mille campioni visibili, a fronte di un database di oltre diecimila materiali. Il compito di Materially è di mettere in connessione i produttori di materiali con le aziende e viceversa, ma anche offrire consulenza e formazione in un settore che è in fortissima accelerazione.”

Da questo osservatorio specializzato arrivano informazioni importanti sui trend dei materiali per il design in ambito domestico. Che cosa cerano le aziende? “Il tema della sostenibilità è centrale”, risponde Chiara Rodriquez, “negli ambiti dell’interior design e dell’arredo la ricerca sui materiali non è mai subordinata alle valenze ‘storiche’ dei materiali; comfort, estetica e performatività. La sfida è trovare materiali che riescano a rispondere a queste esigenze e, al contempo, alle richieste di sempre maggiore circolarità e sostenibilità.” C’è da tenere in conto che, certamente in Italia, come anche in altri Paesi avanzati, la filiera dell’arredo è ben messa dal punto di vista della sostenibilità, secondo la valutazione di Chiara Rodriquez: “Il materiale principale è sostenibile, il legno è certificato, riciclato e riciclabile, è salutare, e anche la filiera è poco energivora. In più sono già in atto alcune filiere pensate per la circolarità e il recupero di arredi.” Se il settore parte da uno standard buono, si avanza verso il passo successivo: “L’attenzione ora è per tutti i materiali che rispondono ai CAM, i Criteri Ambientali Minimi (requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto nella Pubblica Amministrazione, ndr). Si ricercano, inoltre, materiali privi di VOC (Volatile Organic Compunds) nocivi e materiali sempre più certificati, che possano vantare nel loro pedigree una LCA (Life Cicle Assessment). In generale, possiamo dire che nell’arredo è in corso un continuo approfondimento su quelli che sono gli aspetti non visibili”, conclude Rodriquez.

Rimane sempre rilevante, comunque, l’aspetto ‘touch and feel’ dei materiali che, se pur sostenibili, devono meritare anche dal punto di vista visivo e tattile: “Dimentichiamo l’immagine della plastica riciclata grigia e marrone, poco attraente”, prosegue la Presidente di Materially, “abbiamo da poco presentato una plastica riciclata, prodotta tra Ucraina e Olanda, particolarmente bella, con cui è possibile a ottenere effetti di uniformità e di continuità nella colorazione. Altri processi intervengono sui materiali riuscendo ad enfatizzare aspetti estetici di texture e di colorazione senza aggiunta di elementi nocivi. Ci è stato segnalato recentemente un sistema molto interessante di pannelli per mobili con un incastro a 90° stabile, senza l’intervento di collanti, chiodi, viti. Dal nostro punto di vista, materiale è tutto ciò che si usa: processo, materia prima, semilavorato.”

La pandemia ha indubbiamente accelerato un cambio di visione, nei grandi player internazionali come nelle piccole aziende. Quando è il sistema intero a muoversi, emergono differenti soluzioni, molte delle quali subito testate e prodotte su scale sempre più grandi. Un cambiamento percepito anche nella stessa attività di Materially: “Notiamo un bisogno molto forte di informazioni sui nuovi materiali”, conferma Rodriquez, “nella effettiva valutazione del coefficiente di sostenibilità, anche da parte dei grandi player. È in corso un progetto molto forte di Federlegno Arredo, che sta curando gli aspetti della sostenibilità a supporto di tutta la filiera italiana. In questo senso stiamo collaborando alla creazione di un database che sia di immediato utilizzo”.

Una maggiore informazione è anche utile a smontare alcuni pregiudizi, come quelli sulla plastica. “La demonizzazione della plastica è un errore da molti punti di vista”, dichiara Chiara Rodriquez, “questo materiale può avere una effettiva sostenibilità rispetto ad altri, se valutata in un quadro che include anche le logiche produttive e distributive. In certi ambiti, come la grande distribuzione, soprattutto nel settore alimentare, il film di plastica può essere più sostenibile rispetto al vetro o alla carta.” La filiera della plastica è già molto avanzata rispetto al tema del recupero e del riciclo; altrettanto non si può affermare nel settore dei tessuti, che non hanno una filiera di recupero efficiente, oltre al fatto che il cotone, pur essendo naturale, richiede terreno e moltissima acqua per essere coltivato e lavorato. Indispensabile, dunque, nella valutazione della sostenibilità di un materiale il rapporto con il contesto produttivo e con quello di sistema, che consente di stabilirne il reale impatto ambientale.

Antonella Galli

Didascalie
Foto Courtesy Materially

01 Cocoboard: pannelli formati da fibra di cocco e lignina. Credits: Naturloop

02 Biocompositi realizzati a partire da sottoprodotti agroforestali, quali resina naturale, corteccia, aghi di pino. Credits: Arrosia

03 Organoid: rivestimenti contenenti foglie, fiori ed erba essiccata. Foto Elena Galimberti

04 Naturella: pelle bovina con concia vegetale. Credits: Santori Pellami

05 Molle insacchettate, disassemblabili a fine vita e completamente riciclabili

06 Polygood: astre in polisterene riciclato post-consumo e post-industriale.

07 Materiale sostitutivo della pelle contenente scarti dalla lavorazione della frutta. Credits Material ConneXion LLC

08 La sede Materially ospita la library fisica di Material ConneXion.

09-11 Urban Matters: evento espositivo ideato da Materially e svoltosi durante la Design Week 2022 a Milano. Era dedicato ai materiali sostenibili per il vivere urbano.


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