27-10-2022

Il design che unisce: le metafore colorate di Yinka Ilori

Londra,

Antonella Galli, Yinka Ilori,

Londra celebra con una mostra lo stile gioioso e inclusivo di Yinka Ilori, designer e artista britannico di origini nigeriane che ha portato nel mondo del progetto una ventata di ottimismo e positività grazie a installazioni sorprendenti, basate sui colori puri e su una grafica esuberante, applicata anche agli spazi urbani (strisce pedonali incluse).



Il design che unisce: le metafore colorate di Yinka Ilori

Tutto è iniziato da una sedia. O meglio, dalla trasformazione di una sedia comune in una storia raccontata, o da raccontare. L’anglo-nigeriano Yinka Ilori, oggi celebrato designer della diaspora africana nato e cresciuto nella vasta periferia londinese, ha iniziato così: con la trasformazione delle sedie in oggetti parlanti, che colorava, smontava, ricomponeva, rivestiva di tessuti etnici e con imbottiture stravaganti, dotandole anche di appendici quali candele, estensioni in legno, piante, paralumi. Per ogni sedia una storia. “Ho iniziato disegnando arredi e il mio debutto nel design è stato il progetto delle sedie. Le ho usate come uno strumento per raccontare storie”, spiega; “penso che sia uno strumento piuttosto potente, mi ha consentito di creare una narrativa. Posso mettere la sedia in un luogo pubblico e poi scomparire, e lasciare che il pubblico crei la sua personale interpretazione. Le sedie sono oggetti che usiamo tutti i giorni; sulle sedie piangiamo, pensiamo, discutiamo, mangiamo. Sono oggetti piuttosto speciali, intercettano una grossa parte della vita quotidiana”. Oggi le sue sedie sono in mostra, insieme a molte altre sue opere, al Design Museum di Londra, che gli dedica una mostra monografica, ‘Yinka Ilori; Parables for Happiness’.

Un riconoscimento importante, considerato che la sua carriera progettuale è di recente affermazione (il suo studio ha aperto nel 2017, ma Ilori è in attività da circa 15 anni). Il mondo britannico (e non solo) prova una vera passione per questo designer e artista che colora le città - le strade, i palazzi, i negozi, le pareti e i campi-gioco - con grafiche esuberanti, fatte di tinte pure, accostate audacemente, in forme geometriche astratte. E completate con frasi ad effetto, come: “Finché possiamo contare l’uno sull’altro, staremo bene”; o “L’amore vince sempre”. Per Yinka non deve essere stato facile affermarsi. Poiché, come egli stesso racconta, il suo stile non è stato compreso, almeno all’inizio. Oggi collabora con brand internazionali di ogni settore, dallo sport ai beni di lusso, ma si dedica anche a progetti pubblici, come il campo giochi The Flamboyance of Flamingos al Parsloes Park o le strisce pedonali colorate che hanno fatto scalpore nella Central London alla Design Week del 2021. “Ogni cosa che faccio riguarda molto da vicino il gioco, è giocosa. Penso che sia il tentativo di consentire agli adulti e ai bambini di poter giocare insieme, e di essere giovani insieme”, spiega il designer, “qualche volta il design è troppo serio, soprattutto se consideriamo che ogni cosa che facciamo ha lo scopo di creare ricordi per quando saremo anziani, per poterli ripensare, per raccontarli ai nipoti o alle persone che ami.”

Le sue radici sono state decisive nel formare l’estetica che lo contraddistingue, ma anche il modo di intendere il progetto, che per Ilori è uno strumento di aggregazione, di comunicazione. “Negli anni il mio lavoro è stato sempre più riconosciuto per il forte uso del colore e dei decori e per la narrativa che proviene dalla mia cultura nigeriana. Talvolta, però, è stato lontano dai trend predominanti e spesso incompreso. La mostra illustra la mia ispirazione e il mio percorso creativo, come sono passato dal design dell’arredo alle installazioni pubbliche rivolte alla comunità”. In questo senso ha fatto scuola la sua rivisitazione di una lavanderia pubblica a Londra, Launderette of Dreams in Bethnal Green Road (in collaborazione con un noto brand di giochi), trasformata in un coloratissimo spazio per giocare rivolto ai bambini che, insieme ai genitori, attendono il termine del ciclo di lavaggio. Un progetto nato dalla sua esperienza infantile (quando giocava nella launderette di Essex Road), volto a riattivare la socializzazione e l’ottimismo anche durante la più banale delle incombenze quotidiane.

L’unicità dello stile di Yinka Ilori e il suo senso del colore attingono profondamente alle sue origini nigeriane e alla sua esperienza di figlio di immigrati. “Papà e mamma erano sempre abbigliati con abiti colorati,” ricorda, “quando avevo sei o sette anni vedevo mia madre indossare il rosa con il viola, il rosso con il giallo, rompendo tutte le regole… ma non ci sono regole. Avevo costruito un’idea di Nigeria nella mia testa, ricomponendo le memorie dei miei genitori, immaginando quello che poteva essere. Quando sono arrivato là, tutto è stato spazzato via, e molte cose che mi erano state raccontate hanno assunto senso: il cibo, la cultura, il linguaggio. In Nigeria, quando si va a una festa, a un matrimonio o a una funzione religiosa, marito e moglie indossano abiti realizzati con lo stesso tessuto. Così tu puoi dire: “Oh, loro sono sposati!”. Le donne indossano un copricapo chiamato ‘gele’. Quando si indossano i colori, si emerge, si fa la differenza e si creano occasioni per comunicare.”

Antonella Galli

Didascalie

Immagini della mostra ‘Yinka Ilori: Parables for Happiness’, al The Design Museum di Londra fino al 25 giugno 2023. Photo credits: Felix Speller

01 Il tema grafico di ‘Love Always Wins’, 2022.
02 Ritratto di Yinka Ilori
03 Sezione della mostra ‘A smiling face dispels unhappiness’
04 Il modello di ‘Colour Palace’, 2019
05 La sezione della mostra ‘I Got Chairs for Days Series’, 2020
06 Tessuti nigeriani, tra cui ‘Table Fan’ e ‘Six Bougies’ di Vlisco 2020
07 Stampa di ‘Bring London Together’, motivo disegnato per le strisce pedonali, 2021
08 Sedia e fotografie dall’installazione ‘Laundrette Of Dreams’, 2021
09 Prototipo di uno dei 56 pannelli smaltati installati per ‘Happy Street’, 2019
10 Sedia ‘Untitled I’, 2022
11 Miniatura della sedia‘Pele Ooooo’, 2018
12 La sezione della mostra dedicata al ‘Graphic Language’ di Yinka Ilori


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