17-11-2022

Fili, trame, intrecci: a Miniartextil il tessile si fa arte

Como, Italia,

Design, Antonella Galli,

A Como è in corso la trentunesima edizione di Miniartextil, mostra tra le più note al mondo di fiber art, speciale forma d’arte che utilizza materiali e tecniche derivate dal mondo del tessile. Accanto a 54 straordinarie opere minime - non più grandi di un cubo di 20 cm di lato - la mostra accoglie lavori in formato maxi, incentrati sul tema del titolo: Rosa Alchemico



Fili, trame, intrecci: a Miniartextil il tessile si fa arte

Non si può immaginare il respiro ampio e grandioso del luogo, fino a che non si oltrepassa il cancello di Villa Olmo, a Como, imponente edificio neoclassico con giardino secolare affacciato sul lago in un punto panoramico che sembra uscito da una pagina di Alessandro Manzoni. È nelle sale di questa storica villa lariana, splendidamente riportata agli antichi fasti da un recente restauro, che si svolge quest’anno la ormai celebre Miniartextil, mostra di fiber art giunta alla sua trentunesima edizione, contraddistinta sin dalle origini da una peculiarità: riunire le migliori opere minime (contenute in un cubo ideale di 20 cm di lato) realizzate con materiali e tecniche attinenti al mondo del tessile e alle sue declinazioni. Ma non solo: a fianco della raccolta delle opere in miniatura si ammirano, sala dopo sala, una serie di opere in formato maxi, sempre incentrate sul tessile. Tutte sviluppano e interpretano il tema scelto per quest’anno dai curatori e dagli organizzatori: Rosa Alchemico. Il rosa è un colore, ma anche un fiore, ed è declinato secondo un’accezione inusuale, quella dell’alchimia, antica filosofia e pratica sperimentale che ambiva, tra le altre cose, a trasformare e nobilitare la materia. Il titolo, così, condensa più spunti: la capacità di trasformarsi a partire da un colore, orientato dalla nostra cultura verso il femminile, e da un fiore mitologico e mistico, per approdare a una liberazione gentile ma radicale. Sullo sfondo, i processi alchemici, che implicano esoterismo, magia e mistero.

Secondo la formula voluta dai fondatori dell’iniziativa, Nazzarena Bortolaso, imprenditrice mecenate con la passione dell’arte contemporanea (mancata lo scorso aprile), e Mimmo Totaro, artista e designer, per la raccolta dei progetti di Miniartextil viene lanciata ogni anno una call internazionale ispirata al tema prescelto, a cui per questa edizione hanno risposto 234 artisti con progetti giunti da tutto il mondo. A giugno la giuria ne ha selezionati 54, che hanno trovato ideale collocazione nel sontuoso Salone da Ballo della Villa. Ammirarli uno ad uno è d’obbligo, e costituisce un viaggio pieno di sorprese. Sono fiori, forme organiche, astratte, surreali; micro-oggetti (un piccolo maglione) o micro-architetture (un cubo di legno che contiene chiavi bruciate); elementi fantastici (un paio d’ali d’angelo in rosa), composizioni narrative (una pila di piccoli libri con i titoli ricamati a perline).

Oltre ai soggetti, poetici e stranianti, sono i materiali e, soprattutto, le tecniche, a colpire: fili di ogni tipo (rame, argento, carta, plastica riciclata) intrecciati o aggrovigliati ad arte; tessuti recuperati, intagliati, incollati, stampati, modellati, resi tridimensionali con stratagemmi nuovi e tecniche antiche, mescolati a pietre, legni, vetri, elementi vegetali, chiodi, carta di giornale. La limitazione spaziale (il cubo da 20 cm di lato) impone di condensare il messaggio, raffinare le tecniche, sintetizzare il senso in pochi elementi fortemente espressivi. La giuria, composta da Mimmo Totaro, Paolo Bolpagni e Sergio Gaddi, ha assegnato il premio per l’opera migliore, intitolato alla memoria di Nazzarena Bortolaso, a Danielle Péan Le Roux per il minitessile Black Rose with Gold Pearl.

Il legame con il territorio che questa mostra esprime è molteplice, come racconta Chiara Anzani, organizzatrice di Miniartextil insieme a Paola Re: “Le realtà produttive del settore tessile sono una delle voci più rilevanti dell’economia locale; oltre a sostenere la mostra, ne traggono certamente spunti creativi.” Come in altri settori, infatti, anche in questo caso è l’arte ad intuire ed anticipare le tendenze: “Il rosa rappresenta il femminile, ma anche uno stimolo alla liberazione, alla leggerezza”, continua Chiara Anzani. Concetti, questi, plasticamente raffigurati dalla monumentale opera installativa che accoglie i visitatori: un altissimo drappeggio in tessuto non tessuto, una cascata variegata tra il rosa e il fucsia, traforata come un pizzo, calata dall’alto come un velo da sposa o uno strascico nobiliare. Si intitola ‘Cage’, ed è opera di Manuel Ameztoy, artista argentino che esplora i confini tra architettura, ornamento, scultura, folklore. Nella sua vistosa spettacolarità, evoca il tema dell’abbigliamento femminile che, pur nella ricerca della seduttività, ha spesso costruito una gabbia intorno al corpo. Cage di Ametzoy apre il percorso delle opere maxi, selezionate dai curatori Paolo Bolpagni, Sonia D’Alto, Giovanni Berera, che hanno riunito in mostra artisti come Marinella Senatore, Jacopo Benassi, Emma Talbot, Igshaan Adams, Jaime Poblete, Pae White, per citarne solo alcuni, che hanno impiegato il tessuto come potente mezzo d’espressione.

Antonella Galli

Didascalie

Alcune delle opere in mostra a Villa Olmo, Como, sede della mostra Rosa Alchemico, aperta fino all’8 gennaio 2023. Foto courtesy Miniartextil Rosa Alchemico

01, 04, 05, 07, 08, 10, 13: Miniartextil 2022, Villa Olmo, Como: alcune delle 54 opere in tessuto (dimensioni fisse 20x20x20 cm) selezionate per la mostra
02, Villa Olmo, Como, sede della mostra
03 Ruben Montini, A Moral Duty e Amori di serie B, cucito su legno (2021-2022), courtesy the artist
06 Marinella Senatore, Protests forms: memory and celebrations, ricami su velluto teatrale (2019 e 2020), courtesy the artist and Mazzoleni London - Torino
09 Manuel Ameztoy, Cage, tessuto non tessuto, 2013, courtesy the artist; photo t-space Studio
11 Pae White, Untiltled, cotone, poliestere, lana e lurex, 2022, courtesy the artist and Kaufman Repetto, Milano/New York; photo t-space Studio
12 Jaime Poblete, Untitled, pigmento, cenere, sale e resina acrilica su tessuto di tappezzeria piegato e cucito, 2019, courtesy the artist


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