01-04-2022
Fantastici, funzionali, futuribili funghi
micelio, biomateriali,
Design, Eco-Design, Sostenibilità,

Secondo la definizione data nel 1991 dall’International consensus conference on biomaterials a Chester, in Inghilterra, i biomateriali sono “progettati per interfacciarsi con i sistemi biologici per valutare, supportare o sostituire tessuti, organi o funzioni corporee". La ricerca in questo campo ha visto un costante incremento nell'interesse e negli investimenti, facendo grandi passi avanti: oggi i biomateriali abbracciano orizzonti d'applicazione più vasti e rientrano tra le tecnologie indispensabili per costruire un mondo sostenibile, basato sulla materia organica.
Il biomateriale più discusso e conosciuto a livello globale è probabilmente la canapa, dalla quale si possono ricavare tessuti, mattoni, addirittura carburanti. Materiali biologici meno conosciuti ma altrettanto interessanti sono i miceti, organismi fungini attualmente studiati per svariate applicazioni, alcune delle quali suonano davvero fantascientifiche.
Giusto per elencarne alcune in ordine sparso, grazie a diverse applicazioni del micelio – ovvero l'apparato vegetativo dei funghi, parte fibrosa che sta nel sottosuolo e in parte nel gambo – possiamo e potremo creare mattoni, elementi fonoassorbenti, vetrate, plastiche, tessuti e pellami, sensori e soluzioni alimentari in grado di sostituire la carne.
AirMycelium – Photo courtesy of Ecovative
Mohammad Mahdi Dehshibi, ricercatore al SUNAI (Scene Understanding and Artificial Intelligence Lab) racconta come i funghi costituiscano il gruppo di organismi viventi più grande, diffuso e antico del pianeta. Crescono rapidamente e si legano al substrato con cui vengono a contatto, per questo è possibile unire il micelio a un inerte. Non solo: il micelio conduce elettricità ed è sensibile a luce, calore ed elementi chimici particolari. Racconta Dehshibi: “Possiamo riprogrammare una geometria e una struttura basata sulla teoria dei grafi delle reti di miceli e quindi utilizzare l'attività elettrica dei funghi per realizzare circuiti di calcolo. I funghi non rispondono solo agli stimoli attivando i relativi segnali ma ci consentono anche di manipolarli per eseguire attività di calcolo, in altre parole, per elaborare le informazioni”.
Hy-Fi – Photo by Amy Barkow. Courtesy of The Living. / Hy-Fi – Photo by Kris Graves. Courtesy of The Living
Le premesse sono così promettenti che l'Unione Europea ha finanziato un progetto, FUNGAR, che si pone l'obiettivo di "sviluppare un substrato strutturale che utilizzi micelio fungino vivo infuso con nanoparticelle e polimeri". Esatto, si parla di strutture vive. Prosegue infatti la descrizione del progetto: "Questo substrato strutturale sarà in grado di creare edifici che cresceranno da soli, si costruiranno e ripareranno da soli, adattandosi al tempo stesso all’ambiente".
Al momento, l'edificio "fungino" più grande e conosciuto è stato disegnato e costruito nel 2014 dallo studio di design The Living. Si chiama Hy-Fi ed è una torre a tre estremità dalla forma organica, composta di mattoni creati con micelio e scarti di produzioni agricole. Hy-Fi è stato in esposizione sul terrazzo del MoMa di New York dopo aver vinto il Young Architect Program. I mattoni, chiamati Ecovative, "crescono" in cinque giorni senza consumare energia né emettere anidride carbonica. Il futuro è a portata di fungo.
Cib
Photo credits: TheLiving, Ecovative, Wikimedia Commons, Kris Graves, Amy Barkow
Unsplash: Timothy Dykes, Damir Omerović, Timothy Dykes
http://www.thelivingnewyork.com
http://cordis.europa.eu/project/id/858132/
https://ecovative.com
Hy-Fi bricks growing – Photo courtesy of The Living.
Hy-Fi bricks testing – Courtesy of The Living.