27-04-2020

Architettura, pandemia e il futuro del progetto: SAOTA

SAOTA,

Città del Capo, Sudafrica,

Emergenza Sanitaria Covid19,

In pochi mesi tutto è cambiato, anche il mondo dell’architettura. Alla ricerca di possibili scenari, Floornature apre un confronto sul nuovo approccio alla progettazione in tempi di COVID-19, pubblicando una serie di interviste agli architetti di tutto il mondo.
Come si sono organizzati i grandi studi e come ha inciso questa situazione sulle realtà più piccole?
Che cosa significa concepire infrastrutture, centri culturali, spazi abitativi stando lontani dai luoghi in cui si sviluppa la socialità?
La resilienza che cerchiamo nelle opere costruite può essere una caratteristica che si applica anche alla professione del progettista?
Ecco le risposte degli architetti, alcune testuali, altre in video, come nella tradizione del nostro portale.



Architettura, pandemia e il futuro del progetto: SAOTA

Greg Truen e Stefan Antoni, soci dello studio SAOTA.
 

1. Come avete gestito il lockdown?

Abbiamo adottato con successo un modello di smart working assolutamente funzionale per tutti i 211 membri del nostro team. Poiché realizziamo progetti in molte città del mondo, gran parte del nostro lavoro avveniva già da remoto e questo ha garantito una notevole continuità operativa. Abbiamo lavorato a progetti in 86 paesi di sei continenti. In tempi di crisi, l’operatività globale può correre dei rischi, ma poiché gran parte dell'attività del nostro studio si svolgeva già da remoto, disponevamo di tutti i sistemi e gli strumenti necessari a mantenere lo stesso livello operativo di sempre, con riunioni, comunicazioni e progetti che proseguono come programmato.

2. Quali nuove forme di lavoro state sperimentando e quali sono i risultati?

Grazie a strumenti di comunicazione di alto livello, il flusso di lavoro digitale è cresciuto ulteriormente e le interruzioni sono ridotte al minimo. Per l'accesso ai dati utilizziamo la rete VPN ed abbiamo implementato una reception e un centralino remoti virtuali. Un altro strumento essenziale su cloud è il BIM 360, una piattaforma unificata per connettere in tempo reali i nostri team di progetto e i dati. SAOTA è stata operativa non appena i dipendenti hanno potuto accendere i loro computer a casa. Attribuiamo molta importanza all'interazione fisica e all'energia che si crea in un ambiente di ufficio, non abbiamo quindi in programma di renderla un'alternativa a lungo termine, tuttavia non escludiamo di considerarla ove questo fosse vantaggioso per il personale e lo studio.

3. Come pensa che questa esperienza influirà sulla futura gestione di uno studio di architettura?

Ora il nostro mondo si sente più fragile e questa sensazione non sparirà tanto presto. In futuro le persone saranno più attente nel prendere decisioni, più attente per quanto riguarda le risorse e i rapporti interpersonali La pandemia rafforzerà l'idea dello smart working e avrà un impatto sugli uffici fisici, che potrebbero ridursi. I posti di lavoro futuri terranno conto di una maggiore mobilità, con persone che lavoreranno da casa, per strada e in ufficio in modo molto più fluido. La domanda di spazio per uffici diminuirà, mentre aumenterà la domanda di strumenti di pianificazione e gestione dei progetti.


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