Lo studio BAK arquitectos interviene applicando le proprie regole della progettazione minima in un’abitazione al’interno del bosco di conifere che precede il lungo mare di Mar Azul, in Argentina. La forma dell’opera deriva alle regole costruttive del cemento, un materiale che in America Latina sanno valorizzare e integrare con la natura.
Differentemente dalle grandi stagioni del social housing che a partire dagli anni ’50 hanno coinvolto l’Europa, con esiti spesso molto negativi per la qualità del vivere, il complesso residenziale Kamaleon di NL Architects trova la giusta mediazione tra elevato numero di appartamenti e inserimento dell’opera nel contesto urbano.
Dai materiali tradizionali dell’architettura sudamericana, il cemento strutturale e il legno di dettaglio, lo studio Bak progetta un’abitazione per architetti nella provincia di Buenos Aires, coniugando richieste di sicurezza con necessità spaziali che includono l’inserimento della natura nel paesaggio domestico.
Ispirandosi al linguaggio delle case spontanee erette sulla spiaggia e sulle rive dei fiumi, l’abitazione di vacanza a Etajima in Giappone progettata da Tetsuya Nakazono di naf architect & design impiega blocchi di cemento recuperati dagli scarti della produzione edilizia. Così anche da materiali non riciclabili può nascere un’opera sostenibile.
Lo studio Karawitz progetta a Bessancourt, in Francia, la seconda abitazione nazionale in grado di meritarsi l’etichetta di casa passiva del Passiv house Instritut. Il valore del riconoscimento sta nell’aver realizzato un’opera esemplare non solo dal punto di vista del comfort e della sostenibilità ambientale ma anche da quello della composizione architettonica.
A Tokyo, nel quartiere di Ookayama, noto in ambito di sostenibilità per l’edificio rivestito di pannelli solari per una lunghezza di 100 metri x 30, progettato dall’Istituto di Tecnologia della capitale, si erge tra le tante una piccola architettura privata esemplare per la sua distribuzione interna e per la relazione con l’intorno urbano, a opera dello studio Love Architecture.
Usando la metafora del nido, Keisuke Maeda (UID) intreccia l’architettura nella natura. Nel progetto della sua casa in un bosco a Onomichi usa i materiali per segnare i piani di interazione tra ambienti e funzioni diverse, mentre le barriere verticali sono negate e il disegno delle facciate stimola l’interazione visiva tra interno ed esterno.
In mostra progetti, plastici documenti del famoso architetto inglese James Frazer Stirling, materiale del fondo James Stirling/Michael Wilford conservato al CCA (Centre Canadien d'Architecture).
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