27-04-2022

Hooman Balazadeh: Edificio per uffici Hitra Building a Teheran

Hooman Balazadeh,

Deed Studio, Khatereh Eshqi, Parham Taghioff,

Teheran,

Uffici,

Hooman Balazadeh promuove un’architettura intesa non come sistema incentrato su se stesso, ma come struttura permeabile in relazione con la città. Il progetto dell’Hidra building per uffici commerciali esplora i benefici dell’architettura sul quartiere di Velenjak, a Teheran.



Hooman Balazadeh: Edificio per uffici Hitra Building a Teheran

L’architetto Hooman Balazadeh si pone in una posizione di avanguardia rispetto al generale atteggiamento dell’architettura iraniana riguardo all’influenza del singolo edificio sul paesaggio. Nell’Hidra building a Teheran egli sviluppa questo tema, occupandosi sia della scala urbana che del dettaglio costruttivo.
La filosofia con cui l’architetto iraniano affronta il processo progettuale ha, come lui stesso scrive, il costante obiettivo di lavorare in armonia con le caratteristiche culturali e geografiche del sito in modo che ogni progetto sia un passo avanti nella ricerca in questo campo. Il beneficio reciproco che architettura e città possono offrire è la missione con cui egli ha fondato il suo studio nel 2007, l’HOOBA Design.
L’edificio non è dunque un sistema chiuso in se stesso. L’architettura ha il potere di trasformare quella che spesso è poco più che un’occupazione di suolo in un’opportunità di interazione tra le persone. Un ragionamento che nasce dall’osservazione delle città mediorientali, spesso concepite solo nella loro dimensione di sistema edilizio privato, raramente in grado di accogliere la vita collettiva, la relazione reciproca libera da vincoli commerciali e più a contatto con l’elemento naturale.

Può al contrario la costruzione di un nuovo volume trasformarsi in un beneficio per le strutture e il quartiere circostante?
A questa domanda ha cercato di rispondere Hooman Balazadeh con il suo progetto dell’Hidra Building. Si tratta di un edificio multipiano, voluto per ospitare uffici all’interno del quartiere a vocazione commerciale Velenjak di Teheran, all’incrocio tra il viale principale che lo solca da nord a sud e una perpendicolare secondaria in declivio. Dovendo distinguersi, l’architettura cerca una sua precisa strada formale, anche mediante la scelta integrale del mattone a vista, che tuttavia non è solo autoreferenziale, ma strumentale a una mediazione con l’urbe. Contemporaneamente, HOOBA Design cerca di volgere a favore della comunità il regolamento edilizio di Teheran, che chiede che l'area di occupazione di un sito non superi il 60% della superficie del terreno + 2 m. Questo solitamente si traduce in una porzione di suolo occupato a sviluppo fortemente verticale e in una porzione inferiore non costruita, adibita a verde nel migliore dei casi, ma trattata solitamente come giardino privato, chiusa all’interno di una recinzione e non accessibile al pubblico. In continuità con la cortina edilizia che va a completare, l’Hidra building presenta un volume su 6 livelli (5 più un mezzanino alto) e uno spazio vuoto antistante a quota stradale. La prima svolta è stata dunque quella di aprire questo recinto e creare una zona di relazione con il viale principale, da adibire a spazio semipubblico. Si inserisce così una rampa di accesso al parcheggio sotterraneo e soprattutto un primo ingresso pedonale, una piazzetta pavimentata e verde che introduce la città nello spazio privato, un luogo molto versatile con tavolini da caffè e sedute informali per sostare all’aperto. Per il pubblico questo significa la rimozione di un confine netto e la percezione di una sfumatura nella città tra ciò che è percorso e ciò che è spazio di sosta e condivisione.

Un secondo luogo di dialogo è creato nel punto d’incontro tra la piazza e il volume costruito, lungo la strada secondaria. La ricerca formale di Hooman Balazadeh giunge a un gesto che “ripiega” l’architettura al suo interno, disegnando nella facciata una curvatura a tutta altezza che accoglie anche lo scalone d’ingresso al primo livello. Frontalmente, dalla via principale, il volume sembra dunque aprirsi e dividersi in due in uno straordinario nuovo fronte dinamico, accentuato dalla vivacità della facciata in mattone a vista, ricca di variazioni, formali e cromatiche. Un ultimo ingresso posteriore completa gli accessi su tutti i lati, creando ogni volta dei piccoli spazi di accoglienza, che dalla strada fungono da mediazione con l’interno. “Questi piccoli ambienti pubblici trasformano i quartieri di Teheran in spazi più dinamici, nei quali le aree commerciali sono maggiormente connesse alle are urbane circostanti”, afferma infatti l’architetto.
Ma, oltre a questo, altre motivazioni hanno spinto a trasformare la morfologia dell’edificio. Invece di una geometria ortogonale, la curvatura sinuosa che rientra nell’edificio offre la possibilità di illuminare una grande quota di spazio interno, di offrire più prospettiva e una visuale più ampia e diversificata sulla città, a beneficio prima di tutto di chi questi ambienti li vive. Alla consueta creazione di una corte interna, è stata in questo caso preferita una soluzione che ponga maggiormente in relazione l’architettura con la dimensione urbana circostante. La scelta poi di traslare i piani l’uno sull’altro procura varietà nella visione dall’interno verso il contesto.

Dopo aver curato la scala urbana, il progetto entra nel dettaglio disegnando fronti con una doppia pelle, quella esterna in mattoni a vista montati su telai metallici e quella più interna completamente in vetro. Questa combinazione di facciata frangisole e vetrate continue consente di mantenere, secondo gli standard richiesti dal regolamento edilizio urbano, il rapporto fra trasparenza e tamponamento, offrendo un vantaggio in termini di prospettiva, una più ampia percezione sull’esterno e quindi una migliore qualità nella visione. L’inserimento di un’intercapedine tra il primo e il secondo strato contribuisce, in modo passivo, a mantenere il comfort degli ambienti.
La combinazione, infine, tra una griglia laterizia così disegnata, che sembra staccarsi dal corpo principale e sottostante, e il sorprendente color turchese con cui sono dipinte tutte le imbotti delle aperture, contribuisce a porre in rilievo la profondità e la stratificazione della facciata.

Mara Corradi

Architect: Hooman Balazadeh http://www.hoobadesign.com/
Project Architect: Elham Seyfiazad
Location: Tehran Province, Iran
Client: Mr. Mohsen Rahim Zadeh
Design Team: Elham Seyfiazad – Parima Jahangard – Mona Razavi – Saeed Farshbaf
3D Illustrations: Mona Razavi – Saeed Farshbaf – Khashayar Abdolhamidi – Mostafa Dadashpour
Presentation: Mandana Tanbakooei – Shayan Arabshahi – Marjan Naraghi
Physical Model: Mehran Alinezhad
Phase2: Babak Nasirabadi – Fatemeh Dehghani
Structure Design: Mr. Mohammad Reza Rahim Zadeh
Electrical Engineering: Mr. Ghandil Zadeh
Mechanical Engineering: Mehravaran
Executive Director: Mr. Rahim Zadeh
Photo Credits: Parham Taghioff – Deed Studio – Khatereh Eshqi - Sadegh Miri
Furniture: Vira Co. – Nazari Co. – Arvinaj Co.
Lighting Consultant: FAD Co.
Design Date: Spring 2014
Completion Date: Summer 2021
Total Building Area: 5960 sqm
Land Area: 931/61 sqm
Photos by: Parham Taghioff (01-10-21), Deed Studio (02-07), Khatereh Eshqi Eshqi (08-09),


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