24-11-2022

Giovani designer: segnali dal futuro

StudioNotte, Atelier Ferraro, Design, Antonella Galli,

Emanuele Ferraro di Atelier Ferraro, Luisa Alpeggiani e Camila Campos di StudioNotte: tre designer under 35 che hanno partecipato alla scorsa edizione del Salone Satellite di Milano e che iniziano, con fatica e fiducia, la professione del progettista. Li abbiamo intervistati per cogliere i segnali che le loro antenne sensibili captano dal futuro. Per tutti loro, pur nella peculiarità dei singoli percorsi, la strada va verso la commistione delle culture.



Giovani designer: segnali dal futuro

I giovani designer (i giovani in generale) non vengono spesso interpellati dai media ufficiali, a meno che non riescano in qualche modo a distinguersi e spiccare. Ma è difficile, perché i grandi brand dell’arredo, per far solo un esempio, sono poco propensi a dare credito alle nuove generazioni. Non è, questa, un’epoca di sperimentazione, benché possa sembrare strano, se si considerano le tante sfide aperte: ma il mercato, con lo sguardo spesso rivolto a un glorioso passato, sembra prediligere scelte commercialmente sicure, già testate. In tal modo, inevitabilmente, si perde in innovazione e in sperimentazione. Sono proprio i giovani progettisti, invece, a cogliere prima e meglio le inquietudini, le tendenze e le direzioni verso cui si incamminerà il futuro del progetto. Il Salone Satellite, iniziativa del Salone del Mobile di Milano ideata da Marva Griffin per dare voce ai designer under 35 e creare un ponte con il mondo produttivo, ha in questo senso un ruolo meritorio, offrendo per una settimana la ribalta internazionale a oltre 600 giovani progettisti. Tra di loro, lo scorso giugno, c’era anche Emanuele Ferraro, fondatore di Atelier Ferraro, originario di Capri, con studi di architettura a Pescara, quindi basato a Monaco di Baviera. Un lungo viaggio, che lo ha obbligato a imparare cose nuove e incontrare culture diverse. Al Salone Satellite ha esposto Superlight, una serie di tavoli in lamiera metallica in cui il piano poggia su tre lastre incurvate e in tensione, fissate da viti che le immobilizzano. Su una di esse si apre uno scenografico occhio a forma di ellisse irregolare, alleggerendo il tavolo dalla materia superflua e permettendo allo sguardo di scrutare sulla composizione della base.

“Come designer, questo è il momento più interessante della nostra storia,”, afferma Emanuele, tra ironia e serietà, “il briefing è eccezionale: stiamo lottando per la sopravvivenza della nostra specie! Può fare paura, ma ci offre anche tantissimi input creativi. Nel tavolo Superlight ho voluto ridurre il materiale impiegato, basando la stabilità sul controllo della tensione tra gli elementi. Un altro mio progetto, la sedia Max +1,5°, si ispira al limite di innalzamento della temperatura che il nostro pianeta non dovrebbe superare per non cambiare le condizioni climatiche irreversibilmente. È composta da ante di vecchie cucine che ho recuperato in discarica, oltre alla base in legno. Si trasforma in lounge chair o in tavolino.” Anche il suo mobile da parete Folded punta alla versatilità: è uno specchio con piano d’appoggio, ma può trasformarsi rapidamente in una scaffalatura. “I principi che mi guidano sono proprio questi”, continua Emanuele, “riduzione, flessibilità e riutilizzo dei materiali di scarto. La domanda che mi pongo è: abbiamo veramente bisogno di nuovi oggetti? E se il sistema design fosse esso stesso parte del problema?” L’analisi di Emanuele Ferraro scava, in modo radicale, sulle vere necessità, nella prospettiva di un ambiente domestico meno affollato rispetto alla frenesia consumistica che ci caratterizza.

Anche Luisa Alpeggiani e Camila Campos, incontratesi al Politecnico di Milano durante il loro percorso di studi in design, hanno poggiato la loro sfida professionale sull’interculturalità: Luisa è italiana, Camila brasiliana. Insieme hanno fondato nel 2019 StudioNotte, con cui hanno battezzato i loro progetti ispirati alla femminilità, alle culture arcaiche e a stimoli colti al di fuori del classico ambito progettuale. Amano l’artigianato, e insieme agli artigiani producono i loro progetti in vetro, ceramica, metallo. Anch’esse hanno partecipato al Salone Satellite e, come Emanuele, promuovono i propri progetti sul web e nelle fiere. Di grande impatto, tra gli oggetti creati da Luisa e Camila, l’innaffiatoio Altea in ceramica, ibridazione tra la figura di una dea arcaica e un vaso con due bocche da cui esce l’acqua. Una visione che unisce funzione ed evocazione e rende Altea una presenza quasi animata, dal corpo dichiaratamente femminile. “Il nostro lavoro nasce da uno sguardo poetico”, spiega Luisa, “scegliamo oggetti poco indagati, come l’annaffiatoio. Per Altea ci siamo ispirate alle statue votive; è come una statua che protegge le piante di casa. Il nostro primo progetto esplorava l’ambito della cucina: abbiamo deciso di metterlo in contatto con il mondo della chimica creando vasi, oliere, saliere e vassoi ispirati ai vetri dei laboratori”.

Interessante anche lo spunto che ha portato le due designer di StudioNotte a creare Lina e Minas, due progetti – il primo di un tavolo e sgabello, il secondo di un centrotavola - in cui lastre metalliche sono cucite tra di loro con corde colorate, come se fossero di tessuto, che lo stesso acquirente può scucire e ricomporre. Un’ottica che guarda alla storia, la tradizione paulista brasiliana, ma anche al futuro, che per Luisa e Camila, come per Emanuele, è fatto di forme fluide, scomponibili, adattabili ai cambiamenti.

Antonella Galli

Didascalie
Foto Courtesy Atelier Ferraro e StudioNotte

01, 07, 08 StudioNotte, innaffiatoio Altea, foto Giorgia di Tria
02, 03, 11 Atelier Ferraro, tavolo Superlight
04 Atelier Ferraro, scaffale e specchio Folded
05 StudioNotte, oliera Sio2, foto Martina Zanini
06 StudioNotte, centrotavola Minas, foto Andrea Leonetti
09 StudioNotte, vassoio da portata Ultrabold
10 StudioNotte, saliera Sio2, foto Martina Zanini
12 Atelier Ferraro, lampada From the Moon
13 Atelier Ferraro, scaffale The form follows the rest – Piazzetta
14 Emanuele Ferraro, fondatore di Atelier Ferraro
15 Luisa Alpeggiani e Camila Campos, fondatrici di StudioNotte, foto Andrea Leonetti.


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