06-08-2021

Selene Amico Regenerated Spaces (間) around Lighthouse - Ricerca Next Landmark International Award 2021

Selene Amico,

Fari,

Il progetto Regenerated Spaces (間) around Lighthouse dell'architetta italiana Selene Amico ha vinto la sezione Ricerca del Next Landmark International Award 2021. Partendo dalla classificazione dei fari della Regione Campania, l'architetta ha messo a punto un metodo esportabile e replicabile in altri contesti che valorizza i fari come risorsa, mettendo in luce il loro potenziale di landmark per promuovere le specificità locali e un turismo esperenziale che genera ricadute positive sul territorio.



Selene Amico Regenerated Spaces (間) around Lighthouse - Ricerca  Next Landmark International Award 2021

Il 30 giugno si è conclusa la decima edizione di Next Landmark, il contest internazionale promosso da Floornature, il magazine di architettura e design edito da Iris Ceramica Group. Il Premio alla Ricerca, riservato a un progetto non realizzato, ma sviluppato o in ambito accademico o in modo indipendente, è stato assegnato all'architetta italiana Selene Amico per Regenerated Spaces (間) around Lighthouse.
Il progetto di ricerca, strutturato a partire dalla tesi di laurea dell'architetta, si propone di sviluppare un metodo esportabile e replicabile in altri contesti per la valorizzazione dei fari, tralasciando quelli trasformati in alberghi o relais di lusso. Il metodo proposto, in realtà, non riguarda solo i fari, ma si può ascrivere a quel filone di ricerca teso a valorizzare tutti quei manufatti storici che con il tempo hanno perso la loro funzione originaria, ma che sono profondamente radicati nella memoria collettiva. In più la ricerca proposta rispecchia gli intenti del governo italiano che, attraverso gli enti preposti, ha attivato fin dal 2015 un'iniziativa volta proprio ad accrescere il valore economico e sociale dei fari e dei territori in cui sono inseriti.


L'architetta Selene Amico è partita dallo studio dei fari della Regione Campania, e ha realizzato sia con materiale bibliografico e documenti d'archivio, sia con sopralluoghi e interviste in loco, una ricerca ampia e ben costruita. Dei tredici fari, tuttora attivi in Campania, l'architetta ne ha potuto visitare sette e per ognuno ha stillato una carta d'identità che descrive gli edifici dal punto di vista architettonico, registrando e sintetizzando alcuni dati importanti come: l'altezza assoluta e quella rispetto al mare, la portata, l'ottica, il codice luminoso. Accanto alle caratteristiche fisiche di ognuno, lo studio preliminare ha permesso di evidenziare come queste strutture siano connesse al contesto in cui sono inserite e, superando l'immagine preconcetta del faro come di una struttura vista unicamente dal mare, l'indagine ha evidenziato il loro rapporto con la terraferma. È stato così definito il “territorio del faro”, un'area naturale, panoramica e spesso inesplorata che ha in nuce tutti gli elementi per costruire un'offerta turistica “alternativa” e attrattiva per i viaggiatori contemporanei.
Per definire questi territori, l'architetta ha fatto proprio il concetto orientale di MA (間), ideogramma giapponese che definisce il vuoto, ma non con accezione negativa bensì nell'idea positiva di pausa. La pausa è rappresentata dalla soglia, dal punto di ingresso al Territorio del faro, che attraverso il progetto architettonico è valorizzato per rafforzare la percezione di entrare in un luogo diverso e unico, ancora da scoprire ed esplorare. Le proposte progettuali sono state sviluppate solo per tre dei fari inventariati, scelti perché rappresentativi di tre condizioni diverse. A Capo d'Orso dove la struttura è arroccata sul fianco della montagna e a picco sul mare, il progetto architettonico è teso a evidenziare il percorso di accesso dalla strada al faro. A Punta Fortino, il progetto interviene a “rallentare” il percorso che collega il centro storico di Agropoli al faro. A Capo Palinuro, infine, dove il faro è il più lontano dal centro urbano, il progetto crea un filtro nel percorso di avvicinamento all'edificio. Riconoscendo a ogni struttura una propria identità e a completamento della ricerca, l'architetta ha sviluppato per ogni faro un programma differenziato di attività che offrono esperienze attraenti per diversi tipi di turisti e coinvolgono anche realtà associative presenti nei territori, dimostrando come sia possibile creare una rete di valorizzazione di tutto lo scenario costiero.

(Agnese Bifulco)


×
×

Rimani in contatto con i protagonisti dell'architettura, Iscriviti alla Newsletter di Floornature