10-02-2020

ONSTAGE: INTERVISTA CON TIZIANO BININI, BININI PARTNERS

Binini Partners,

Milano,

Ospedali,

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Binini Partners, fondata nel 1996, è un’organizzazione professionale specializzata nella progettazione e realizzazione di opere e programmi complessi nell’ambito dell’urbanistica, dell’architettura e dell’ingegneria, per committenze pubbliche e private, dagli studi di fattibilità fino al collaudo e alla messa in funzione dei lavori, in Italia e nel mondo. Secondo la graduatoria delle top 150 società di architettura e design in Italia, pubblicata l’anno scorso da ‘Edilizia e Territorio’, quotidiano del Sole 24Ore, lo studio si posiziona al 34esimo posto.



<strong>ONSTAGE: INTERVISTA CON </strong><strong>TIZIANO BININI, BININI PARTNERS</strong><br />

In un’area oggi chiamata MIND, Milano Innovation District, superficie che ha ospitato Expo 2015, in collaborazione con Human Technopole e l’Università Statale sorgerà la nuova sede dell’IRCCS Galeazzi, un edificio di moderna concezione architettonica, progettato dallo studio Binini Partners secondo gli standard più innovativi di sostenibilità e funzionalità. Estendendosi su uno spazio di 180.000 m2, abbraccerà in un’unica sede le competenze e specializzazioni dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, con forte orientamento in campo cardio-toracico-vascolare e bariatrico, entrambe esistenti e parte del Gruppo San Donato, GSD. Si fonderà su una stretta, sinergica integrazione tra ricerca scientifica, formazione universitaria e cura, dando vita di fatto ad un policlinico e superando la dimensione di ospedale mono-specialistico. Pensato in termini di multidisciplinarietà, offrirà al paziente servizi estremamente efficienti con la massima ottimizzazione dei tempi e la massima competenza di un lavoro frutto di equipe di specialisti. Con i suoi quasi 90m di altezza costituirà il primo esempio di moderno ospedale verticale in Italia, uno tra i pochi in Europa, incarnando il prototipo di ‘Ospedale del Futuro’.

La struttura, che è stata impegnativa da gestire e da rendere operativa dal punto di vista ingegneristico, ottimizza i percorsi, la rapidità di movimento e trasporto, offrendo notevolissimi vantaggi di economicità e funzionalità. Altamente tecnologico, basato su robotica e digitalizzazione, e di grande accoglienza, l’edificio affiancherà spazi e metodi d’intervento tra i più avanzati, supportando una sanità all’avanguardia, incentrata sul rispetto del paziente e dell’uomo. Grazie alle scelte di materiali salubri ed eco-compatibili, all’assenza di emissioni, all’utilizzo di energie rinnovabili e alla gestione automatizzata dei processi e dei percorsi, si candida alla Certificazione LEED Gold IV. Dotato di un totale di 16 piani complessivi fuori terra, di cui un piano tecnico intermedio e uno in copertura, con tetto solare e fotovoltaico, ospita il parcheggio nei piani interrati. Ubicato in un’area urbana agevolmente raggiungibile con mezzi pubblici, ben si inserisce ed interagisce con il contesto e le persone. Permeabile alla luce e al verde che lo circonda e lo penetra internamente, associa al sofisticato supporto tecnologico il contributo della natura con il suo importante apporto benefico. 

Ho il piacere di poter rivolgere alcune domande al Presidente del gruppo, ing. Tiziano Binini, che ringrazio per la sua cordialità e disponibilità.


1. Il vostro ospedale è stato definito ‘Ospedale del Futuro’: mi può spiegare cosa lo rende tale?

Il nuovo IRCCS Galeazzi del Gruppo San Donato, in costruzione a Milano in area MIND, è ideato secondo una innovativa concezione funzionale-organizzativa basata sui processi e flussi di cura, ricerca e formazione universitaria, con il paziente al centro del sistema. È un modello che non ha uguali al momento in Italia e, forse, neanche all’estero. Il Progetto ha l’obiettivo di creare una complessa 'macchina' di produzione della salute finalizzata a realizzare un ospedale 'sostenibile', non solo in senso green e ambientale, ma anche sul piano economico-finanziario per rendere possibili a tutti le migliori cure in costante evoluzione. Per tutte tali caratteristiche di innovazione, il Galeazzi è stato recentemente insignito del Premio CNETO 2019 come Miglior Progetto Ospedaliero.

2. Gli ospedali di oggi si trovano a dover soddisfare esigenze sempre più complesse: le necessità di una tecnologia in veloce progresso e i bisogni specifici dell'essere umano. Crede che questi due bisogni possano trovare un incontro?
 
Certamente. Occorre poter disporre delle migliori tecnologie e della più avanzata ricerca e formazione universitaria, per offrire a tutti le cure più appropriate nel massimo comfort e umanizzazione dei trattamenti. I costi conseguenti, però, sempre più alti, debbono essere sostenibili per un moderno welfare, quindi la struttura deve divenire essa stessa efficiente, sia in termini organizzativi, di accessibilità, percorsi e impiego del personale, sia in termini energetici, di gestione delle risorse, consumi e riduzione delle emissioni.
 
3. Alcuni architetti difendono la ‘struttura orizzontale’, di tre o quattro piani al massimo, come la scelta progettuale migliore, in quanto abbandonerebbe l’impatto intimorente di ‘fortezza ostile’ e si integrerebbe meglio con la città, ed il contesto circostante. Voi cosa ne pensate?
  
Secondo noi questa è una visione unilaterale, non multidisciplinare, fondamentalmente aprioristica. Ci pare infatti ormai superato pensare a modelli precostituiti: il fine è la produzione della salute per i cittadini e ad ogni ospedale è affidata una ‘mission’ diversa, integrata con la rete di riferimento dei servizi territoriali, locali o nazionali, per la continuità assistenziale. Questo determina il singolo ‘modello’ che il progetto ospedaliero deve realizzare in ogni diversa occasione, perchè l’esigenza delle persone, almeno relativamente agli ospedali per acuti, è di trovare, senza code di attesa, le migliori cure nel tempo più contenuto possible. Nelle grandi città, come Milano, la necessità di tenere strettamente integrate assistenza, ricerca e formazione, in un panorama urbano in forte trasformazione e rigenerazione, spinge inevitabilmente allo sviluppo in altezza, come nel caso di MIND, il nuovo ecosistema della ricerca e dell’innovazione che si sta costruendo in stretta integrazione tra pubblico e privato. Lo sviluppo in altezza, inoltre, è ormai acquisito nella percezione delle persone come simbolo di efficienza, innovazione e rigenerazione urbana, introducendo nuovi attrattivi e affascinanti scenari nello skyline delle città e, al contempo, la verticalità consente l’ottimizzazione e l’efficienza organizzativa, riducendo i percorsi e favorendo l’orientamento, vero scoglio per chi entra in ospedale.
 
4. Condivide l’importanza di un programma ‘out-of-the-box’ dell’ospedale di grandi dimensioni, che renda la struttura più accessibile ed integrata con l’area urbana, trasformandolo in un importante alimentatore per le istituzioni circostanti? Se sì, come concepirebbe tale programma?
 
Un ospedale polispecialistico come il Galeazzi ha un profilo di utenza e di relazioni di livello nazionale e internazionale. La sua collocazione all’interno di MIND si relaziona nel modo più appropriato con il Masterplan dell’area ex EXPO Milano 2015 ed usufruisce dell’accessibilità alle reti infrastrutturali dell’Alta Velocità nazionale, della Metro, delle Autostrade e delle Tangenziali di Milano, mantenendo un Campus a mobilità sostenibile al suo interno. È quindi un grande ospedale di ricerca e insegnamento privato, di servizio pubblico, che si integra con alcune delle più rilevanti realtà culturali e di innovazione del Paese, come Human Technopole e l’Università Statale di Milano, ma anche con le multinazionali informatiche, farmaceutiche, dell’automazione, della robotica, ecc., che hanno già manifestato interesse a insediarsi.
 
5. Qualcuno sostiene che si stia praticando medicina di alta tecnologia in edifici antiquati e che la pianificazione ospedaliera sia ricaduta in schemi rigidi inadatti, incapaci di soddisfare i requisiti di cambiamento, crescita e flessibilità. Anche lei è d’accordo?
 
Purtroppo è così. Una larghissima parte degli ospedali italiani dispone di strutture antiquate in termini strutturali e impiantistici, tali da rendere difficile e onerosa, se non impossibile, l’implementazione delle nuove tecnologie. Ma soprattutto risulta molto gravosa la loro gestione in termini logistici, economici, con spreco di risorse e consumi, senza parlare di sicurezza antincendio e sismica. L’investimento in strutture adeguate e flessibili porterebbe a risparmi di gestione che potrebbero essere dedicati al miglioramento della qualità e della sostenibilità delle cure. Il Galeazzi rappresenta veramente, secondo noi, un nuovo modello di ospedale, che supera anche concezioni recenti, pur ampiamente utilizzate dal ’90 ad oggi, offrendo strutture libere e flessibili a tutti i piani, un sistema di percorsi strettamente separato per funzioni e igiene progressiva, maglie ampie e aperte per accogliere le più moderne diagnostiche e le più complesse sale ibride, un’organizzazione distributiva che prevede le aree di lavoro del personale nel baricentro dei piani, con gli spazi dei pazienti al contorno, aumentando la rapidità di intervento e il comfort delle persone.
  
6. Gli ospedali devono essere strutture flessibili, capaci di aggiornarsi. Dopo cinquant’anni si dice che siano obsoleti e che il costo per costruire un nuovo edificio equivalga a quello per gestirlo un solo anno. Cosa sarebbe dunque meglio fare di vecchie strutture di valore storico e di quelle meno importanti?
 
Si tratta di una evoluzione che è stata evidente, ad esempio, nel settore industriale: non esiste più la Milano manifatturiera del secondo dopoguerra e la città è in forte rigenerazione, privilegiando il recupero degli spazi verdi, della qualità e delle facility di una ‘smart city’. Gli spazi produttivi e la logistica hanno trovato nuovi spazi e localizzazioni secondo sistemi produttivi e configurazioni industriali che impiegano le più moderne tecnologie, difendono la salute e l’ambiente che li circonda. Ove questo non è accaduto restano l’inefficienza produttiva, il degrado e il forte impatto urbano e territoriale, ormai non più tollerati dalle comunità locali. Anche gli ospedali andrebbero quindi rinnovati profondamente, secondo obiettivi e funzioni integrate nei vari Sistemi Sanitari Regionali. Questo, in primo luogo, per recuperare efficienza e sicurezza a vantaggio di un moderno welfare, ma anche per la riqualificazione di spazi urbani ed edifici storici a volte preziosi, oggi spesso utilizzati in modo inadeguato.
 
7. Il nuovo ospedale IRCCS Galeazzi è un istituto che si baserà sulle tecniche lean: un termine di cui il linguaggio architettonico non fa molto uso. Cosa significa esattamente?
 
Il Lean Thinking è fondamentale nella progettazione sanitaria e ospedaliera: l’abbattimento degli sprechi, la standardizzazione dei processi, la centralità del paziente e il controllo del servizio fornito devono essere l’ossessione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione dell’assistenza sanitaria per perseguire l’obiettivo di una sanità di eccellenza per tutti. Il progettista, in questo senso, è una figura chiave: la gestione corretta degli spazi e dei percorsi, per fare un esempio, è fondamentale per razionalizzare ed ottimizzare l’utilizzo delle risorse. In questo senso la progettazione in ambito sanitario raggiunge livelli di complessità inconsueti per la professione e l’integrazione fra le diverse competenze si rivela essenziale. Coniugare questo con l’attenzione per gli aspetti architettonici e compositivi, la cura per l’ambiente e l’attenzione per il contesto è una sfida quotidiana, ma la cogliamo volentieri, consapevoli della responsabilità insita nella nostra professione.
 
8. Cosa pensa della degenza assistita a casa propria: un’utopia in Italia o una possibile realtà? Pensa che in futuro si potrà vederne l’applicazione anche al Galeazzi?
 
Oggi parlare di telemedicina e medicina di precisione non è più un’utopia e la digitalizzazione consente di gestire sistemi organizzativi che assicurino la continuità assistenziale dall’ospedale di eccellenza fino alla propria residenza, senza abbassare la qualità e la competenza delle prestazioni. Il Galeazzi è già attrezzato in questo senso, mediante la digitalizzazione spinta di tutti i sistemi, il che costituisce uno dei settori di punta della Committenza GSD, insieme alla promozione della salute con l’utilizzo di materiali igienici e naturali, puntando al controllo certificato dell’efficienza delle tecnologie, degli impianti e alla certificazione LEED Gold IV per l’edificio.
 
9. Un paese che è leader e può insegnarci a curare nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente ed un organismo ospedaliero che a voi piace molto e potrebbe essere preso ad esempio.

L’Italia ha messo a punto, con l’impegno di tanti, istituzioni pubbliche e private, università, professionisti, operatori, ricercatori, tecnici, ecc., uno dei migliori sistemi sanitari al mondo e credo che sia un paese che può esportare conoscenze e qualità per la cura delle persone in tutti i paesi. Noi stessi abbiamo avuto ripetute esperienze e occasioni di lavoro all’estero, conseguendo risultati molto apprezzati anche nei paesi più evoluti e crediamo che diffondere la cultura e le competenze per la cura, il rispetto e la valorizzazione dell’uomo in tutti i settori, dalla medicina, all’architettura e all’ingegneria, costituisca uno dei fattori essenziali di crescita e pace tra i paesi e le culture. L’Ospedale che ci piace molto in questo momento e che sicuramente può essere preso ad esempio, risposta per noi scontata, è certamente il nuovo Galeazzi dove abbiamo cercato di condensare le idee e soluzioni più avanzate che derivano da diversi decenni di studio ed esperienza ai più alti livelli.

Crediti:
Binini Partners
IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano
Fotografie: Courtesy of Binini Partners
https://www.bininipartners.it


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