
Dalle fotografie salta subito all’occhio l’onnipresenza di un cosiddetto paesaggio della costruzione, che ha sviluppato un proprio linguaggio, una propria riconoscibilità. Le partizioni dei cantieri, oltre le quali il cambiamento sta facendo il suo corso, sono ormai elementi profondamente consolidati in questo paesaggio. I contorni imponenti di montagne di terra e sabbia diventano quasi dei landmark che costellano le zone periferiche di Doha per poi sparire nel giro di qualche mese, lasciando spazio a nuove strade. Lo spazio urbano diventa così un flusso continuo di materiali e persone. Materiali che diventano città, persone che creano nuovi luoghi urbani.
Il Qatar però non è solo mattoni, grattacieli e gru in movimento. Sotto questa frenetica superficie è ancora possibile intravedere, da qualche parte, il passato della città. Una volta varcati i confini dei luoghi della trasformazione, la Cioffi ci trasporta in quell’universo parallelo che è la downtown di Doha, o di quello che ne rimane dopo i grandi progetti di riqualificazione in atto.
Tra vicoli strettissimi, passaggi improvvisati e piccole moschee, è qui che si può leggere l’effetto di questi grandi cambiamenti. Negli spazi ancora intatti del vecchio quartiere di Msheireb, l’architettura conserva una dimensione a misura d’uomo, trasformata nel tempo dalla necessità dei suoi numerosi abitanti. Qui i landmark non sono fatti di acciaio e vetro, non hanno forme che sfidano l’ingegneria, ma sono i luoghi della quotidianità, come un piccolo portone di un cortile, o il minareto in lontananza della moschea di quartiere.
Attraversare il paese con spirito di avventura ha permesso alla fotografa Carla Cioffi di produrre un documentario fotografico in divenire, proprio come l’oggetto delle sue fotografie. Nel tempo non testimonieranno un banale prima e dopo, ma quella memorabile trasformazione urbana che ha condotto il Qatar ai Mondiali di calcio 2022.
Barbara Esposito
Sito Web: http://www.carlacioffi.com/