
Il “Chilometro” doveva rispondere al bisogno di abitazioni della Roma degli anni ’70, e allo stesso tempo unire la vita del singolo e della collettività in un unico grande edificio, provvisto di tutti i servizi necessari. I lavori, però, non verranno mai completati, lasciando questa parte della città isolata. Hanno inizio le storie di tossicodipendenza, spaccio e abusivismo, che renderanno il Corviale un luogo da evitare. L’emarginazione dal resto di Roma ha causato così un isolamento anche all’interno di questo luogo, tra chi ci abitava.
L’immagine di rigidità di questa grande architettura, la sua modularità, così razionale da rinchiuderci dentro gli abitanti, è evidente nel lavoro di Guida: nelle sue fotografie non appare una singola persona, eppure in quello stesso complesso ci abitano circa 6000 persone. Il senso di alienazione è ai massimi livelli.
Ma il lavoro del fotografo ha lo scopo di rivelare anche un altro lato del Corviale. Se a prima vista la condizione di degrado e abbandono di oggi sia chiara, allo stesso tempo l’imponenza di questi spazi architettonici richiama il carattere utopico del progetto, espresso nelle grandi dimensioni del complesso e nell’organizzazione stessa degli spazi.
La chiave di lettura del progetto fotografico di Alessandro Guida resta in ogni caso il cambiamento. Documentare lo stato in cui versa oggi il Corviale può fare luce su quello che era e che sarebbe potuto essere. Questa consapevolezza, che è un po’ la fortuna dei nostri tempi, aiuta sempre a dare valore al passato. C’è chi torna qui, dopo averci vissuto da bambino, per iniziare progetti di riqualificazione, per prendersi cura dell’architettura, ma anche di legami sociali che vanno creati o ricuciti.
Nascono così tante iniziative, che portano via i ragazzini dalla strada con la scuola calcio, o di collettivi artistici che organizzano eventi per la vita della comunità. Il Corviale sta rinascendo, ed è anche merito di lavori come quello di Alessandro Guida, che ci mettono davanti la realtà, se ci si adopera per un futuro migliore, per l’architettura e per le persone che la vivono.
Barbara Esposito
Sito fotografo: http://www.aleguida.com/
Sito collettivo fotografico Urban Reports: http://www.urbanreports.org/