31-05-2023

Dieter Rams: “Cos’è, oggi, il buon design?”

Milano,

Mostre,

Design, Dieter Rams, Antonella Galli,

Domanda importante, risposta sintetica: “Meno, ma meglio”. Una mostra all’ADI Design Museum di Milano ripercorre attraverso i più celebri prodotti del grande designer tedesco il percorso da lui tracciato. Ma non solo. A partire dai suoi quanto mai attuali ‘dieci principi del buon design’, il novantunenne Rams coglie l’occasione per suggerire una prospettiva.



Dieter Rams: “Cos’è, oggi, il buon design?”

La domanda cruciale – cos’è il buon design? - il grande progettista tedesco Dieter Rams sembra porsela in una fotografia leggermente sfuocata del 1965, in cui l’obiettivo lo coglieva al Dipartimento del Design di Francoforte intento nelle sue ricerche. Ci si può scommettere, camminando all’ADI Design Museum tra i grandi tavoli espositivi della mostra a lui dedicata che riuniscono i principali prodotti della sua lunga carriera, che quella domanda è stata l’interrogativo-mantra che lo ha accompagnato in ogni singolo giorno del suo lungo cammino: il suo cruccio, forse, e certamente la ragione del suo lavoro. Classe 1932, Dieter Rams è un gigante del progetto moderno e contemporaneo non solo per la sua instancabile opera (350 progetti) principalmente con due grandi aziende nordiche (la tedesca Braun e la danese Vitsoe), ma anche per il suo pensiero, che si posiziona come uno snodo cruciale tra la grande espansione postbellica della produzione industriale e la contemporaneità, a cui ha fornito (e fornisce) più di un’ispirazione. ‘Dieter Rams. Uno sguardo al passato e al futuro’, la piccola ma ben strutturata mostra in corso all’ADI Design Museum di Milano, lo celebra con la dovuta sobrietà, mirando all’essenziale: i progetti e le risposte.

L’effetto di averli sott’occhio tutti insieme, e ben raccontati da chiare didascalie, schizzi e disegni realizzati per mano dello stesso progettista, consente al visitatore di cogliere quello che Dieter Rams ha perseguito: il design sistemico, che migliora le cose a partire dall’interno, contro ogni formalismo, concentrandosi sulla disposizione delle componenti connessa alla fruizione, piuttosto che all’estetica chiassosa e alla forma senza uno scopo. Nel sono esempio, per tutti, il celebrato radiofonografo SK 4 Braun del 1956 (progettato con Hans Gugelot e Gerd A. Muller), o il TP1, un dispositivo per ascoltare la musica in movimento, che combinava una radio tascabile con in lettore di dischi in miniatura. Era il 1959, vent’anni prima che venisse concepito il Walkman. Nella mostra, frutto dell’attività della Fondazione Dieter e Ingeborg Rams e curata da Klaus Klemp, ci sono radio, giradischi, termoventilatori, sistemi di arredo modulare, sedie, amplificatori, asciugacapelli, spremiagrumi, accendini, rasoi. Ma non potevano mancare i 10 principi del buon design, in cui Rams ha cristallizzato il suo metodo e il suo pensiero, e che la Scuola del Design del Politecnico di Milano, che ha contribuito all’organizzazione della mostra, sottoporrà ai suoi studenti chiedendo di aggiungerne un undicesimo.

Il primo ad essere curioso delle proposte degli studenti sarà lo stesso Rams, che si rivela fortemente interessato ai dilemmi del presente. Lo ha dimostrato con un intervento magistrale, trasmesso durante l’inaugurazione della mostra, in cui ha ribadito alcuni capisaldi del suo pensiero, con la convinzione che possano fornire un’indicazione di rotta. “Il design a lunga scadenza, quindi sostenibile, è possibile se ci si concentra sull’essenziale”, ha affermato, “dobbiamo diventare sempre più consapevoli che siamo nel pieno di un processo di saccheggio del nostro pianeta che la finitezza delle risorse e l’avvelenamento dell’atmosfera stanno diventando sempre più scontati. Sono rimasto colpito da un discorso che tenni a Toronto nel 1975. Dicevo: “Noi siamo in una fase di distruzione della biosfera e ora iniziamo a temere l’avvelenamento, la malattia, il soffocamento. Ma cosa fanno le torri ad alto voltaggio, i grattacieli, le autostrade le città satelliti, l’illuminazione stradale, i parcheggi, gli ascensori alla nostra psiche, alle nostre relazioni? I nostri avi avrebbero la pelle d’oca se pensassero alla sconsideratezza con cui noi riempiamo le nostre case, le nostre città, il nostro paesaggio con un caos di cose di ogni genere. I tempi del design sconsiderato, che può proliferare solo con una produzione sconsiderata per un consumo sconsiderato, stanno terminando, o meglio, devono terminare.”

Per tornare alla domanda sul buon design, nel suo intervento per la mostra milanese Rams ha offerto una risposta: “Il product design deve dare un significativo contributo alla conservazione dell’ambiente. Questo implica la conservazione delle risorse come l’urgente e necessaria minimizzazione dell’inquinamento fisico e visivo del nostro ambiente. Il buon design è meno design possibile, verso la purezza e la semplicità. Si tratta di questo: sempre meno produzione che ecciti il desiderio di comprare, meno oggetti poco usabili, presto messi da parte, buttati via e rimpiazzati da nuovi. Al contrario, più oggetti che realmente sono e fanno quello che i compratori e gli utilizzatori si aspettano da loro: facilitazione, espansione, intensificazione della vita.” E in questo, senza dubbio, Rams è maestro insuperato.

Antonella Galli



Dieter Rams. Uno sguardo al passato e al futuro
Una mostra di Fondazione Dieter e Ingeborg Rams, Kronberg i. Ts, a cura di Klaus Kemp
In collaborazione con la Scuola del Design del Politecnico di Milano

ADI Design Museum – Compasso d’Oro, piazza Compasso d’Oro 1, Milano adidesignmuseum.org

Fino all’11 giugno 2023

Didascalie
01 Dieter Rams nel Dipartimento di Design di Francoforte, 1965. Courtesy Fondazione Dieter e Ingeborg Rams, Kronberg i. Ts
02, Allestimento della mostra, HLD4, asciugacapelli da viaggio Braun, 1970; ph Martina Bonetti
03 Braun, radiofonografo SK 4, 1956, design Hans Gugelot e Dieter Rams, ph Andreas Kugel. Courtesy Fondazione Dieter e Ingeborg Rams, Kronberg i. Ts
04 Allestimento della mostra, ph Martina Bonetti
05 Braun, radio da tavolo RT20 Braun, 1961, ph. Andreas Kugel. Courtesy Fondazione Dieter e Ingeborg Rams, Kronberg i. Ts
06 Allestimento della mostra, radiosveglia con segnale fm ABR 2 Braun, 1978, ph Martina Bonetti
07 Vitsoe, poltrone 620 per la Apple Design Gallery di Berlino, ph Christoph Sagel
08 e 09 Dieter Rams, ph Abisag Tüllmann
10 Schizzo di Dieter Rams, 1955, courtesy ADI Associazione per il Disegno Industriale
11 Allestimento della mostra, ph Martina Bonetti
12 Allestimento della mostra, proiettore D 40 Braun, 1960 circa, ph Martina Bonetti


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